Cassana – Canale di Cassana – Foce del Bardellone – Monte Castellaro – Cassana
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 540 m circa
Tempo: 4.30 – 5.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Dicembre 2021
Si tratta di un lungo percorso ad anello intorno alla solitaria valle del Canale di Cassana. In salita si rimonta l’ombroso fondovalle, mentre in discesa si segue il crinale che la delimita a nord, in comune con un tratto della “Via dei Monti” che collega Levanto a Brugnato.
Accesso
Usciti dall’autostrada Genova-Livorno a Brugnato-Borgetto Vara, ci si porta a Borghetto di Vara. Si gira a destra e poi a sinistra seguendo le indicazioni per Pignone. Più avanti, presso un tornante, si imbocca a destra la diramazione che sale a Cassana; si parcheggia nell’ampia piazza in località Foce (251 m).
Il paese di Cassana è costituito da numerose borgate: Foce, Corneto, Chiesa, Valle, Via, Groppo, Poggiole e altre minori. La località Foce è situata in corrispondenza del valico che mette in comunicazione la valle del Canale di Cassana con la valle del Torrente Pogliaschina. Vi sorge la chiesa di Santa Maria Assunta; all’interno è conservata una statua lignea della Madonna che, secondo la tradizione, sarebbe stata una polena di una nave genovese.
Itinerario
Dalla Foce di Cassana si scende verso sud lungo la strada asfaltata per Borghetto di Vara. Dopo alcune decine di metri si imbocca a destra una scalinata (segnavia bianco-rossi) che si immette in una stradina secondaria. Si scende fino al termine dell’asfalto, poi si prosegue dritti in piano attraverso la borgata la Valle. Giunti in una piazzetta, si trascurano i segnavia e si prende a sinistra una carrareccia che scende.
I segnavia proseguono dritti in direzione del Canale di Cassana; tuttavia, usciti dalla borgata la Valle, il percorso è cancellato dai rovi.
Si prosegue lungo una stradina asfaltata che perde quota con un tornante e si ricongiunge con la strada provinciale. Si segue la rotabile in discesa e si attraversa il ponte sul Canale di Cassana (quota 160); poco oltre, subito prima di un edificio in pietra, si imbocca a destra la strada sterrata per la Foce del Bardellone (segnavia 549).
Se si prosegue dritti lungo la strada asfaltata, ci si congiunge in breve alla più larga rotabile che collega Borghetto di Vara a Pignone. Sulla destra, presso un’area picnic, si apre la Grotta Risorgente di Cassana, così chiamata perché tra l’autunno e la primavera vi sgorga un ruscello. Guardando l’angusto ingresso non si direbbe, ma si tratta della grotta più lunga dell’Appennino Ligure, ad oggi esplorata per uno sviluppo di circa 2 km. Il pannello esplicativo, riguardante la Caverna Ossifera di Cassana, fa un po’ di confusione: in realtà la Caverna Ossifera si apre ad alcune decine di metri più in alto nel bosco.
La sterrata si addentra nel boscoso vallone del Canale di Cassana. Ad un bivio si va a sinistra in salita, poi si lascia a destra la Fonte della Salute. Guadato il torrente, la stradina si innalza dolcemente sul fianco sinistro idrografico della valle. Dopo circa 1 km, un cartello segnala il diroccato Mulino Ferriere (232 m).
Tra i numerosi mulini della Valle di Cassana, il Mulino Ferriere era particolare: l’acqua era utilizzata per azionare un maglio con cui venivano prodotti attrezzi per l’agricoltura. Poco più avanti, accanto all’alveo del torrente, si nota un curioso masso di arenaria, noto come Scoggiu du Becco.
Si prosegue lungamente sul fianco sinistro idrografico della valle in dolce salita, quindi si scende brevemente per attraversare un affluente. Poco più avanti si guada il Canale di Cassana e lo si lascia in basso a destra (belle pozze e cascatelle). Dopo alcune centinaia di metri si riattraversa il corso d’acqua su un ponticello in legno (quota 350 circa).
Il ponte in legno sostituisce l’antichissimo Ponte Pè du Cucù (=piede del cuculo), purtroppo andato distrutto durante l’alluvione del 2011.
Si prosegue lungo una mulattiera che si addentra nel vallone di un affluente. Ad un bivio si va a sinistra, si supera un albero caduto e si prosegue lungo una traccia sconnessa. Dopo alcune decine di metri si trova un altro bivio dove si piega a sinistra: dopo un tratto in piano, si doppia un costone e si rientra nel vallone principale.. Tagliando in diagonale, il sentiero affianca il rio e lo costeggia per alcune centinaia di metri. Guadato un affluente, si sale ripidamente a destra lungo una recinzione.
Dopo due curve, i segnavia abbandonano la recinizione: si taglia a sinistra in piano, poi si piega a destra e si scavalca un dosso. Si risale un avvallamento tra sterpi e boscaglie, poi si incrocia una sterrata in corrispondenza di un cancello. Si prosegue dritti innalzandosi su un costone tra boscaglia e radure; ad un primo bivio si va a sinistra, mentre al successivo si sale a destra. In pochi minuti si giunge alla Foce del Bardellone (592 m; 2-2.30 ore da Cassana), dove la vista si apre sul mare.
Il valico mette in comunicazione la vallata di Lévanto con il vallone del Canale di Cassana, affluente del Fiume Vara. Fin dall’antichità, è stato un importantissimo crocevia di sentieri e mulattiere. Qui si incrociavano due assi principali della viabilità antica: la via Aurelia, che proveniva da Luni e proseguiva alla volta di Genova scavalcando la Foce di San Nicolao, e la via de Pontremolo, che collegava Lévanto, Brugnato e Pontrémoli, ed è oggi ricalcata dal percorso escursionistico della Via dei Monti. Per controllare il traffico su queste vie, sul sovrastante Monte Bardellone sorsero fortificazioni già in epoca pre-romana; nel Medioevo invece vi si trovava il Castello di Celasco, di grande importanza strategica ai confini orientali della Repubblica di Genova. Il toponimo potrebbe derivare dal longobardo bardilio, cioè “striscia” (vedi M. Mariotti, Cinque Terre, pag. 156).
Si gira a destra, seguendo la strada asfaltata che percorre il crinale (segnavia dell’AV5T), con bel panorama su Lévanto e sulla Val di Vara. Dopo alcune centinaia di metri si lascia a destra la diramazione per l’agriturismo “Ca’ Melana” e si giunge ad un bivio (586 m). Si abbandona l’AV5T e si prende la diramazione a destra (segnavia 548), che taglia in dolce salita tra boschetti e radure panoramiche, passando poco sopra all’Agriturismo degli Olivi.
L’agriturismo è stato ricavato dall’edificio di Ca’ Vagine, antica stazione di sosta lungo la via tra Lévanto e Brugnato, attrezzata per il cambio dei cavalli.
la strada diventa sterrata e si biforca; si segue la diramazione di destra (segnavia della Via dei Monti), che scavalca il contrafforte sud-est del Monte Pistone presso un traliccio (quota 664).
Scendendo nel castagneto, si giunge alla Sella Ovest della Bandita (618 m), sullo spartiacque tra la valle del Canale di Cassana e il vallone del Rio dell’Ago. Si lascia a sinistra una diramazione per l’Ago e si prosegue lungo la strada sterrata, che scende in diagonale sul lato del Canale di Cassana. Ritornata sullo spartiacque presso la Sella Ovest del Castellaro (503 m), la sterrata gira a destra in dolce salita. Dopo poche decine di metri, i segnavia si staccano a sinistra, lungo una diramazione che, con un tornante, scavalca il crinale. Dopo un tratto in piano si riprende a scendere, contornando a nord il Monte Castellaro.
Analogamente ai suoi numerosi omonimi, il Monte Castellaro (556 m) deve il suo toponimo alla presenza di un antichissimo insediamento fortificato, risalente probabilmente all’Età del Bronzo. Ne rimangono pochi resti, sotto forma di muretti a secco che circondano la sommità del monte. Sulla cima boscosa sorge una croce votiva eretta nel 1945.
Il sentiero, a tratti rovinato, scende in diagonale e giunge ad un bivio: si gira a destra, si scavalca un costone e, con una scalinata, si ritorna sulla sterrata abbandonata in precedenza (quota 447). La stradina scende verso sinistra con percorso tortuoso, seguendo le pieghe della montagna. Incontrata una casa circondata da ulivi, si effettua un tornante e si giunge ad una sella (341 m) di fronte al tondeggiante Monte Gronde. Sempre seguendo la strada principale, si gira a destra con bel panorama sulla borgata Chiesa di Cassana con le Alpi Apuane sullo sfondo. La stradina rientra quindi nella boscaglia e scende dolcemente attraversando un valloncello. In ultimo, la strada diventa asfaltata e riporta alla Foce di Cassana (2.30-3 ore dalla Foce del Bardellone).
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