La Foce – Monte Parodi – la Croce – Cárpena – Castè – la Foce
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 600 m circa
Tempo: 3.40 – 4.20 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Dicembre 2021
Per raggiungere il Monte Parodi, propongo un giro ad anello con partenza dalla Foce; la salita è diretta e piuttosto ripida, mentre la discesa è più lunga e graduale, e passa dai suggestivi borghi di Cárpena e Castè.
Accesso
a) In corriera (autolinee ATC) fino alla Foce.
b) In automobile, dal centro di La Spezia si segue Via di Genova che sale alla Foce.
c) In automobile, usciti dall’autostrada Genova-Livorno a La Spezia si gira a destra lungo la Via Aurelia (SS1) e si imbocca la circonvallazione. Superata la galleria della Foce, si gira a destra e si sale al valico vero e proprio. d) In automobile: usciti dall’autostrada Genova-Livorno a Brugnato-Borghetto Vara, si gira a sinistra per Borghetto Vara. Si prosegue dritti lungo la Via Aurelia (SS1) in direzione di La Spezia, superando Padivarma e Riccò del Golfo. Subito dopo San Benedetto si gira a sinistra e si sale alla Foce (235 m).
Itinerario
Dal crocevia della Foce si imbocca via del Parodi (indicazione per Parodi e palina dell’AVG per Bersedo, Biassa e Portovenere). Dopo pochi metri si gira a destra su una scalinata, poi si piega a sinistra e si passa tra alcune case. Ad un crocevia si va dritti in salita, poi si taglia in piano con bella vista su La Spezia e il golfo. Ritornati su asfalto, si abbandonano i segnavia per rimontare la rotabile; li si ritrova 200 metri più avanti, presso una curva a sinistra. Si imbocca una scalinata che taglia un tornante, poi si sale ancora su asfalto per circa mezzo chilometro. Accanto al civico 38 si lascia a sinistra l’asfalto e si prende una carrareccia che passa tra le case di Bersedo (350 m).
Tenendo la sinistra, si ritorna sull’asfalto; qui si abbandona l’AVG, diretta a Biassa, per proseguire a destra in salita sulla rotabile. Si supera uno spiazzo e si entra nel bosco, poi, dopo un centinaio di metri, si prende a sinistra un viottolo che costeggia una recinzione (segnavia 523). Attraversata una stradina, il sentiero prosegue lasciando a sinistra uno scavo artificiale ed una costruzione con estintore. Innalzandosi ripidamente nel bosco, si giunge alla Cava dell’Oro (510 m).
Si tratta di una piccola miniera rimasta attiva per pochi decenni nel XIX secolo. Nonostante il nome, vi si estraevano piombo ed argento. L’ingresso della miniera è sorretto da una volta in pietra.
Il sentiero prende quota in diagonale, quindi giunge su un ampio costone. Si incontra una pista di esbosco e la si segue brevemente verso destra, quindi si riprende a sinistra il sentiero segnalato. Giunti di fronte ad un ripetitore, si ritrova la strada asfaltata (quota 610) e la si percorre verso sinistra, attraversando l’altopiano sommitale del Monte Parodi. Dopo circa 200 metri si imbocca a destra una sterrata priva di segnavia, che sale con un ampio tornante tra boscaglia e arbusti. Presso le mura del Forte del Parodi si trova un bivio: si va a destra, si entra nelle mura e si sale al culmine del Monte Parodi (669 m; 1.25-1.40 ore dalla Foce).
Si ritorna indietro fino alla strada asfaltata e la si segue verso destra (ovest) in lieve discesa. Contornata una dolina, si taglia nel bosco (aree picnic) fino al crocevia della Sella di Cárpena (580 m). Si scende a destra, lungo la stradina per Cárpena per circa 200 metri, poi si prende a sinistra il sentiero con segnavia 523c.
Volendo abbreviare il percorso, è possibile scendere direttamente a Cárpena seguendo la rotabile.
Il sentiero sale ripido fino ad una postazione di caccia, poi gira a destra e, con un traverso a mezza costa nel castagneto, raggiunge lo spartiacque tra la Val di Vara e le Cinque Terre (quota 639). Qui si incontra l’AV5T (vedi itinerario n. XX) e la si segue verso destra fino al vicino valico della Croce (637 m; 1-1.10 ore dal Monte Parodi).
Come anche indicato dal toponimo, si tratta di un importante crocevia di sentieri. Vi sorge una croce metallica costruita nel 2015. Nei pressi si trova un masso di arenaria con incisioni rupestri.
Si abbandona l’AV5T per piegare decisamente a destra (segnavia 501; indicazioni per Cárpena, Castè e la Foce). Il sentiero si abbassa in diagonale nel bosco, con alcuni tratti gradinati, poi tocca una selletta e piega a sinistra. Dopo un tratto in piano, si riprende a scendere e si sbuca su asfalto a monte di Cárpena; si imbocca quindi la stradina che scende tra le case portando alla piazzetta del paese (465 m).
Vale la pena effettuare una breve deviazione per visitare la chiesa parrocchiale di San Nicola, situata in cima al poggio (491 m) che sovrasta il paese. A fianco della chiesa, in splendida posizione panoramica, si trovano i pochi resti del Castello di Cárpena, risalente al XIII secolo. Il castello venne raso al suolo dai Genovesi nel XIV secolo perché Cárpena aveva tradito la Repubblica per allearsi con i Fiorentini.
Si lascia a sinistra la stradina che sale alla chiesa per prendere la mulattiera per Castè. La bella mulattiera scalinata scende prima tra gli ulivi, poi nel bosco. Superato un rudere, si raggiunge il borgo di Castè (364 m).
Il suggestivo borgo medievale di Castè è diviso in due nuclei, aggrappati al costone che scende da Cárpena. Sul terrazzamento erboso sotto al nucleo superiore si apre la Grotta di Castè, piccola ma assai suggestiva, visitabile se si è dotati di torcia frontale.
Lasciato a sinistra il sentiero per Codeglia, si segue la stradina, prima cementata, poi asfaltata, che costeggia le due borgate di Castè. Sotto al paese si imbocca a sinistra la vecchia mulattiera che scende più direttamente, attraversando tre volte la rotabile. Al terzo attraversamento si imbocca a destra una pista che passa accanto ad alcune villette. Incrociata nuovamente la strada (quota 261), si segue a destra l’indicazione per la Foce e “ponte romano”. La mulattiera scende brevemente, attraversa il Fosso di Cárpena su un ponticello in pietra, poi risale alla rotabile, che si segue verso sinistra. Ad un bivio con edicola sacra si va a destra, poi si riprende a sinistra la mulattiera che scende in un’ombrosa valletta. Si attraversano due rii, in genere secchi, quindi si sale dolcemente fino a ritrovare la strada; percorrendola verso sinistra per alcune centinaia di metri, si ritorna alla Foce (1.15-1.30 ore dalla Croce).






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