Barbagelata – Cappella di Cardenosa – Monte Laghicciola – Passo di Fregarolo
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 260 m circa
Dislivello in discesa: 170 m circa
Tempo: 2.30 – 2.45 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2024
È una lunga cavalcata di crinale, lungo la cresta spartiacque tra Trebbia e Áveto. In questo tratto non vi sono montagne degne di nota, ma piuttosto una serie di dolci cime boscose, che ogni tanto regalano ampi panorami.
Accesso
a) In automobile. Si percorre la SS45 Genova-Piacenza fino a Montebruno. Da lì si prende la diramazione per Barbagelata.
b) Da Genova o Lavagna si raggiunge Monleone, in Val Fontanabuona. Si svolta verso Favale di Malvaro, si sale al Passo della Scoglina e poi, girando a sinistra, si raggiunge Barbagelata (1117 m).
Barbagelata è uno dei paesi più alti dell’intero Appennino Ligure. Essendo molto isolato fu rifugio dei partigiani durante la seconda guerra mondiale. Durante l’inverno degli anni 1962-1963, il più nevoso degli ultimi 50 anni, rimase isolato. Subito prima della chiesa si trova un rifugio che è anche posto tappa dell’AVML. Per le chiavi telefonare al numero 0185.975011.
Itinerario
Il percorso è indicato dal segnavia “cerchio giallo pieno”. Dalla chiesa del paese si segue una stradina che taglia dritta tra le case; appena usciti dal paese, quando la stradina inizia a scendere per ricongiungersi con la provinciale, si imbocca a destra un sentierino che sale in diagonale nel bosco. La traccia si fa man mano più marcata e scavalca una selletta, poi aggira un dosso in leggera discesa e si porta all’insellatura successiva, dove si trova la diroccata Cappella di Costafinale (1163 m).
La cappelletta è situata in splendida posizione panoramica verso la Val Trebbia e tutta la Catena dell’Ántola.
Alla cappella si incontra un bivio. Si lascia a sinistra il sentiero segnalato con un uguale giallo, che scende verso Montebruno, e si prosegue lungo il cerchio giallo, che aggira il Monte Pietrebianche sul lato dell’Áveto. Rientrati nel bosco, si prosegue con dolci saliscendi, aggirando alcune gobbe sul lato del Trebbia. Il sentiero tocca il crinale, poi si sposta nuovamente a sinistra per contornare il Monte Posasso. Giunti sulla cresta nord si incontra una traccia proveniente da Tartogni. Aggirata l’ennesima gobba sul lato del Trebbia, si raggiunge una sella (1167 m).
Sulla destra si diparte una bella mulattiera, non segnata ma ben conservata, che scende a Cardenosa di Sopra (1105 m). L’isolato paesello è diviso in due borgate ed è situato alla testata del vallone omonimo, tributario dell’Áveto. Una terza borgata, Cardenosa di Sotto, si trova nascosta un po’ più in basso. Da Cardenosa di Sopra, una strada sterrata scende in 3,5 km a Calzagatta, sul fondovalle dell’Áveto.
Il sentiero segnalato continua a sinistra, prima lungo il crinale, poi sul lato del Trebbia. Superato un tratto ripido, si sale più dolcemente fino alla Cappella di Cardenosa (1219 m), situata sul crinale e circondata dagli alberi. Si prosegue su un panoramico versante erboso, per aggirare una gobba, poi si rientra nel bosco e si raggiunge una selletta. Dopo una breve salita sullo spartiacque, si gira a sinistra per aggirare il Monte Cóllere. Trascurando una deviazione segnalata con bolli rossi, per Sottoripa e Canale, si piega a destra: una rampa ripida e rovinata dall’erosione porta al Passo della Rocca (1246 m). Qui si incontra un sentiero proveniente dal versante dell’Áveto.
Il passo prende il nome da un caratteristico roccione spaccato, che sorge poco più in alto in direzione nord-est, e si intravede tra gli alberi.
Salendo a destra per un ripido contrafforte coperto di faggi, si può raggiungere in pochi minuti il Monte Cóllere (1290 m), la più alta cima della zona.
Si prosegue per un centinaio di metri nella faggeta sul lato del Trebbia, poi si ritorna sul crinale. Ad un bivio si gira a destra, e si taglia in dolce discesa fino ad un dosso panoramico. Il sentiero, rovinato dall’erosione, scende ripido fino ad incontrare una carrareccia proveniente da Vallescura. Piegando a destra, in breve raggiunge la conca erbosa che ospita il Lago della Nava (1175 m).
Il toponimo nava è diffuso in Liguria, e indica una depressione; in alcune pubblicazioni è erroneamente nominato “Lago della Nave”. La conca in cui giace si è originata per una “deformazione gravitativa profonda di versante”: parte del versante sta scivolando molto lentamente verso valle, e ha formato in cresta un caratteristico avvallamento, compreso all’interno di uno sdoppiamento di crinale. Il minuscolo laghetto era completamente scomparso verso l’inizio del XXI secolo, a causa della vegetazione che aveva invaso la piccola sorgente che lo alimentava. Nel 2019 la sorgente è stata ripulita e intubata e il laghetto si è riformato – in estate tende comunque a prosciugarsi.
Proseguendo lungo un sentiero lungo la cresta si inizia a salire dolcemente, superando una gobba e scendendo alla successiva selletta. Si incontra poi una sterrata proveniente da destra e si sale tra boschetti e radure, fino ai ripetitori in cima al Monte Laghicciola (1260 m).
Si tratta di un’arrotondata vetta ricoperta per gran parte di boschi, poco appariscente e, a causa degli alberi, ben poco panoramica.
Scendendo sempre lungo la sterrata si raggiunge in breve il Passo di Fregarolo (1203 m), attraversato dalla strada asfaltata che collega Cabanne a Loco di Rovegno.
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