Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 700 m circa
Dislivello in discesa: 740 m circa
Tempo: 4 – 5 ore
Ultima ricognizione: Settembre 2024

La traversata a piedi da Acquafredda a Sapri è piuttosto impervia, soprattutto nella prima metà del percorso. La salita da Acquafredda fino al crinale del Monte Palladino si svolge per tracce un po’ vaghe, all’interno di fitte boscaglie e arbusti, dove è richiesto un ottimo senso dell’orientamento. Scavalcato il Monte Palladino, pian piano il percorso si fa più evidente, fino a diventare un comodo sentiero che porta a Sapri.

N.B. Le tracce che si trovano online, ad esempio su OpenStreetMap e varie applicazioni su di essa basate, sono molto imprecise. Possono dare un’idea generale della direzione, ma non seguono il percorso preciso, portando invariabilmente a perdersi negli arbusti. Per questo, oltre che allo strumento GPS e alla presente descrizione, è importante basarsi su ciò che si vede sul terreno: tracce di passaggio, radi segnavia ecc. ecc.

In treno fino alla stazione di Acquafredda (50 m).

Si imbocca la passerella che passa sopra ai binari, quindi, giunti a monte della ferrovia, si prosegue in via Guerriero Giovanni, viottolo delimitato da due muretti. Si attraversa una prima volta la strada statale ma si continua dritti lungo la viuzza pedonale. Poco più in alto, si è nel vero e proprio borgo di Acquafredda, accanto alla chiesa (85 m). Qui si ritrova la statale e la si segue verso sinistra in salita.
Attraversato il ponticello sul Vallone Chiesa, si continua su asfalto per poche decine di metri, quindi si prende a destra una scalinata (segnavia bianco-rossi). Si percorre poi un viottolo che taglia in piano tra le case. Giunti al suo termine, su una sorta di piccolo costone, si piega bruscamente a destra rimontandone il filo su una scalinata. Si arriva quindi all’incrocio sovrastante: si va a sinistra su una stradetta cementata che scende, ma subito la si abbandona per prendere a destra una sterrata che sale in diagonale. Dopo alcune decine di metri, si trascurano i segnavia che si staccano ancora a destra.

I segnavia guidano per una stradina che sale sul vicino costone, poi a sinistra per una ripida mulattiera scalinata, fino ad un belvedere con statua della Madonna (170 m circa).

Proseguendo lungo la strada principale, si oltrepassa una recinzione del pascolo, poi si effettua un tornante. Una settantina di metri più avanti si lascia la sterrata per prendere a sinistra una marcata mulattiera che si innalza con altri tornanti tra gli arbusti. Si incontra poi un altro bivio (quota 320 circa).

Una deviazione pianeggiante sulla destra porta al Belvedere (320 m), da cui si ha una splendida vista su Acquafredda e sulla sua baia. Sulla destra, lontano, spunta il rilievo di Capo Palinuro.

Qui inizia il tratto più impegnativo del percorso. Lasciata a destra la diramazione per il Belvedere, si prosegue a sinistra lungo la mulattiera principale, che prende quota con altri tornanti. Dopo il terzo tornante bisogna fare un po’ di attenzione: presso un basso muretto a secco bisogna salire a sinistra tra gli arbusti, per riprendere la traccia situata un po’ più in alto. La si percorre ancora verso sinistra.
La mulattiera taglia verso un impluvio coperto da radi pini, effettua altri tornanti, poi si dirige verso sinistra con un tratto sorretto da un alto muro a secco. Con alcune brevi svolte, si guadagna un costone roccioso (quota 440 circa). Si piega a destra e ci si innalza per il versante soprastante, tra fitta macchia e pini. Qui compaiono alcuni segnavia rossi, che andranno seguiti con grande attenzione. Si procede zigzagando tra fitti arbusti, per vaghe tracce di sentiero, prendendo gradualmente quota. Ad un certo punto si traversa a sinistra, seguendo un muretto.

Se si ha seguito la traccia corretta, il muretto si dovrebbe trovare accanto a noi sulla nostra sinistra. Nel caso si arrivasse ad un punto dove c’è un muretto sulla destra, è il muretto sbagliato: bisogna quindi tornare indietro.

La traccia diventa appena più evidente e si affaccia sul profondo valloncello del Canale del Porco. Si piega a destra e se ne segue il ciglio, senza allontanarsene troppo. Dopo circa 200 metri, i radi segnavia si distaccano sulla destra, portando presso alcuni grandi cumuli di pietre. Li si supera e si prosegue nella fitta macchia arbustiva fino al rudere di un casone (quota 610 circa). Poco più avanti conviene trascurare i segnavia e seguire direttamente il dorso di un grosso cumulo di pietre, che permette di camminare senza difficoltà al di fuori della boscaglia.
Al termine del pietrame, si rientra nella vegetazione e si incontra una traccia di bestiame piuttosto evidente. La si segue verso sinistra, ritrovando presto i segnavia. Con percorso quasi pianeggiante, si giunge in una piccola conca erbosa con radi arbusti, caratterizzata da solchi di erosione e attraversata da un vecchio recinto. Si sale a destra per terrazze abbandonate, più o meno parallelamente alla recinzione, fino ad incontrare una traccia pianeggiante marcata da fettucce bianco-rosse (quota 680 circa; 2.15-2.30 ore da Acquafredda). Anche se non sono presenti indicazioni in questo punto, si tratta della traccia del Sentiero Europeo E12, che in questa tratta collega Maratea a Sapri.

Deviazione – Serra del Tuono e Monte Coccovello. Questa deviazione è particolarmente impegnativa, sia per le caratteristiche del percorso, sia per il dislivello complessivo che bisogna superare per salire da Acquafredda al Monte Coccovello.
Si segue la traccia del percorso E12 verso destra (rari segnavia bianco-rossi, fettucce, segni rossi), tagliando in piano tra pascoli cosparsi di arbusti e massi. Si superano alcune sorgenti, una delle quali è incanalata in un abbeveratoio (Fonte Spina), quindi si scende brevemente ad un’ampia sella in località Serra della Croce (688 m). Rimontando un ampio costone sassoso, si raggiunge un’evidente palina. Si lascia a sinistra una deviazione per Medichetta e si prosegue ancora per alcune decine di metri lungo il costone. Prima che questo diventi più ripido, si taglia a sinistra a mezza costa e si entra nel bosco di lecci. Le tracce si fanno più evidenti, e tagliano il versante nord del Monte Frascosa fino al Passo della Portella (772 m).
Si abbandona l’E12, diretto a Maratea, per proseguire lungo il crinale (segnavia rossi e bianco-rossi). Il sentierino taglia poi a sinistra e tende a perdersi tra lembi di bosco e radure arbustive. Si piega a destra lungo la massima pendenza e si entra nel bosco di latifoglie. Da qui il percorso è assai confuso e malsegnalato; a tratti taglia a mezza costa, a tratti si inerpica per la massima pendenza, intersecando una miriade di tracce di animali. Se si perdesse la traccia, conviene salire lungo la massima pendenza fino al crinale e rimontare direttamente il filo di cresta.
In ogni modo, si sbuca all’aperto all’inizio dell’ondulato crinale che conduce alla Serra del Tuono, ben riconoscibile per via dei ripetitori. Si può seguire il panoramicissimo filo del crinale, tra erba e rocce affioranti, oppure tagliare più in basso sul lato sinistro per tracce di bestiame. In ogni caso, alla fine si riguadagna il costone e si sale sulla cima della Serra del Tuono (1176 m). Si scende poi a destra per la stradetta di accesso ai ripetitori, che effettua un semicerchio sul versante meridionale della cima. Quando la strada oltrepassa un intaglio sul crinale la si abbandona: si devia a destra lungo un sentiero che, scendendo dolcemente tra erba e sassi, conduce alla selletta dell’Aria Antica (1120 m circa). Da qui si incontra la via normale al Monte Coccovello e la si segue fino in vetta (difficoltà: EE; 2.30-2.50 ore dal bivio di quota 680 circa).

Si segue il percorso E12 verso sinistra; le tracce sono pochissimo evidenti e mal segnalate, ma procedono più o meno parallelamente ad una vecchia recinzione del pascolo. Contornato il dolce rilievo del Monte Spina, si giunge ad una piatta sella sul crinale (677 m). Qui si lascia a sinistra una diramazione segnalata con fettucce di nastro e si continua a destra lungo lo spartiacque. Entrati nella boscaglia, il sentiero inizia a salire, e in breve conduce nei pressi della vetta del Monte Palladino (712 m).

La cima può essere raggiunta con una brevissima deviazione a sinistra. È costituita da un ammasso di rocce calcaree rotte e carsificate, ed è attraversata dalla recinzione che, a grandi linee, stiamo seguendo. Offre un bel panorama comprendente il Monte Coccovello, la Serralunga, Sapri e il Golfo di Policastro.

Lasciata a sinistra la cima del Monte Palladino, si prosegue su terreno aperto, tra erba, rocce rotte e radi lecci, in direzione sud-ovest. Dopo alcune centinaia di metri, scesi sotto quota 650, i segnavia curvano gradualmente verso destra. Si attraversa una vallecola coperta da un lembo di lecceta, quindi si prosegue a mezza costa in piano per alcune decine di metri. Rientrati nel bosco, si piega a sinistra, percorrendo una sorta di costoncino pianeggiante, e poi scendendo per un versante più ripido. Con alcune svolte si raggiunge un bivio (quota 560 circa).
Da qui in avanti il percorso si fa più evidente. Si prende a sinistra un buon sentiero che attraversa un inciso valloncello, poi piega a destra in dolce salita. Presto si ricomincia a scendere dolcemente, con un lunghissimo diagonale nel folto bosco di lecci. Attraversati due piccoli impluvi si incontra un bivio, dove si va a sinistra (indicazione per Sapri scritta su una roccia). Più avanti, si lascia a sinistra una diramazione per il Monte Ceraso e si raggiunge la Fontana del Lauro (446 m).

La sorgente, spesso ridotta a stillicidio in periodi di siccità, è caratterizzata da una struttura monumentale di origine cinquecentesca. Nei pressi sorge un esemplare monumentale di pioppo nero.

Si continua dritti lungo la buona mulattiera, che continua a scendere dolcemente a mezza costa nel bosco. Dopo circa 1 km si sbuca all’aperto in una piccola zona di calanchi rossastri. Si scende a destra in un solco d’erosione un po’ malagevole, quindi si riprende a sinistra il sentiero che taglia a mezza costa. Procedendo in dolcissima salita, si raggiunge il contrafforte nord-ovest del Monte Ceraso (quota 330 circa), dove si lascia a sinistra un’altra diramazione che porta alla vetta. Il sentiero doppia il contrafforte e prosegue in discesa diagonale verso sud-ovest nella macchia arbustiva. Ad un bivio si va a destra e si supera un tratto ripido, poi si ritorna a sinistra in traverso. Si giunge quindi ai ruderi dell’Orto delle Canne (180 m).

Questa località è stata frequentata a più riprese fin dall’Età del Bronzo, grazie alla presenza di una sorgente. Vi si possono osservare alcune vasche di epoca romana, e i ruderi di capanne utilizzate anche in epoche successive da agricoltori e pastori. Nel 1818 vi sorse una stazione telegrafica.

Si piega a destra scendendo ancora in diagonale, in direzione dell’ormai visibile baia di Sapri. Lasciata a sinistra la diramazione che scende alla Torre di Capobianco, si continua lungamente a mezza costa.

Dopo alcune centinaia di metri, si incontra la lapide del “Sentiero della Legalità”, in ricordo di Angelo Pescatore, ex sindaco di Sapri ucciso in un agguato nel 2010.

Il lungo traverso porta infine su una strada sterrata, che va seguita verso sinistra in discesa. In breve ci si congiunge con la strada statale che collega Acquafredda a Sapri, all’altezza del porto di quest’ultima (quota 16). La si segue verso destra e, dopo 800 metri, attraversato il ponte sul Torrente Brizzi, si entra in Sapri. Per raggiungere la stazione ferroviaria si può percorrere il bellissimo lungomare per circa 400 metri, quindi deviare a destra in via Cagliari. Un’ultima brevissima salita porta alla stazione (9 m), dove passano i treni per Salerno, Maratea e Paola.

Panorama su Acquafredda
Panorama su Acquafredda (28 settembre 2024)
Un tratto di mulattiera con muretti a secco
Un tratto di mulattiera con muretti a secco (28 settembre 2024)
La Serra del Tuono (a destra) e il Monte Coccovello
La Serra del Tuono (a destra) e il Monte Coccovello (28 settembre 2024)
Panorama dal Monte Palladino verso il Golfo di Policastro e il Monte Bulgheria
Panorama dal Monte Palladino verso il Golfo di Policastro e il Monte Bulgheria (28 settembre 2024)
La Fontana del Lauro
La Fontana del Lauro (28 settembre 2024)
L'ultimo tratto di sentiero verso Sapri
L’ultimo tratto di sentiero verso Sapri (28 settembre 2024)

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