Borghetto di Vara – la Cappelletta – Casale – Pignone

Caratteristiche

Difficoltà: T/E
Dislivello in salita: 250 m circa
Dislivello in discesa: 180 m circa
Tempo: 2.15 – 2.30 ore
Ultima ricognizione: Maggio 2023

Si tratta di un percorso di collegamento tra due dei principali centri della bassa Val di Vara. Nonostante le quote modeste, si cammina in ambienti assai solitari, incontrando miniere, grotte, doline, piccoli paesi e case rurali.

Accesso

a) In corriera (www.atcesercizio.it) fino a Borghetto di Vara.
b) Usciti dall’autostrada Genova-Livorno al casello di Brugnato-Borghetto Vara, si gira a sinistra per Borghetto di Vara (103 m).

Borghetto sorse intorno al XIII secolo per volere dei Genovesi, nel luogo dove era già presente una mansio (stazione di posta) di epoca romana. Il luogo era di grande importanza strategica, in quanto crocevia tra la via Aurelia, che collegava Luni a Genova, e la via de Pontremolo, che portava da Lévanto a Pontrémoli. Nel borgo si trovava un hospitale, cioè un punto di sosta e di ristoro, dedicato a Santa Maria Maddalena. Il centro storico fu gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale. Più recentemente, Borghetto di Vara è stato uno dei luoghi più colpiti dall’alluvione del 2011.

Itinerario

Davanti all’albergo Belvedere a Borghetto di Vara, si imbocca via Ripalta, poi si gira subito a destra in via Redarena (segnavia 550). La stradina asfaltata taglia in piano passando accanto ad alcune villette, poi diventa sterrata e si addentra nella solitaria valle del Torrente Redarena. Dopo un primo guado, si attraversa il Canale del Ginepro e si passa accanto ad un rudere. Si attraversa il corso d’acqua altre due volte, poi si lascia a destra una diramazione sbarrata. Superato il quarto guado, si giunge ad un bivio poco evidente (quota 185).

Sulla destra si diparte la diramazione per la Miniera di Cerchiara. Purtroppo, a pochi metri dal bivio, la pista è interrotta a causa del crollo di un ponte, che obbliga ad un passaggio assai pericoloso, esposto sul torrente sottostante, oppure ad uno scomodo aggiramento tra rovi invadenti. Dopo alcune decine di metri si guada il Torrente Redarena e si giunge ad un bivio: si va a sinistra, su una traccia un po’ infrascata che entra nell’area mineraria. Presso alcuni edifici in rovina, si lascia a sinistra un suggestivo ponte. Si prosegue dritti e in breve si raggiungono gli ingressi di alcune gallerie; altre gallerie sono situate nei pressi delle due sponde del torrente.
La Miniera di Cerchiara è stata la più grande miniera di manganese della Val di Vara, coltivata tra il 1790 e il 1947. Il giacimento si trova all’interno di un affioramento di diaspri, e si estende sulle due sponde del Torrente Redarena, quasi al livello del corso d’acqua. L’attività mineraria non fu mai particolarmente redditizia, anche perché il tenore in minerale utile non era altissimo. Al contrario, questi diaspri hanno un tenore piuttosto elevato in quarzo, la cui polvere poneva gravi problemi per la salute dei minatori: a causa dei numerosi casi di silicosi, il luogo era noto anche come Minea du Rantegu, cioè del “rantolo”.

La sterrata principale sale a sinistra, allontanandosi dal Torrente Redarena. Effettuate alcune curve, il fondo diventa asfaltato e si giunge alla località Cappelletta (268 m), sullo spartiacque tra la valle del Redarena e la valle di Casale. Si gira a sinistra e, scendendo su una rotabile a tratti cementata, si giunge sul fondovalle del Torrente Casale. Il paese di Casale (178 m; 1.40-2 ore da Borghetto di Vara) è raggiungibile con una breve deviazione a destra.

Lasciando a destra il paese, si attraversa il torrente su un ponte, poi si sale in breve alla strada provinciale che collega Borghetto di Vara a Pignone. Si segue la provinciale verso sinistra per circa 400 metri, poi, presso una casa isolata, si imbocca a sinistra un sentiero (segnavia 553) che taglia in piano. Si entra nel bosco e si passa a monte di alcune piccole gole rocciose, quindi si sale in breve all’Inghiottitoio di Sant’Antonio, circondato da un recinto in legno.

L’inghiottitoio, una delle tante manifestazioni carsiche della zona, si apre sul fondo di una piccola dolina invasa dalla vegetazione.

Poco più in alto si lascia a sinistra una diramazione per Battipagliano e si raggiunge la Foce di Sant’Antonio (230 m), dove si ritrova la strada provinciale.

Nei pressi si aprono le due Grotte di Sant’Antonio, sfruttate in passato per l’estrazione di onice, cioè alabastro calcareo. La cappelletta di Sant’Antonio, che dà il nome alla località, si trova a poche decine di metri di distanza, lungo la stradina per Battipagliano.

Attraversata la strada, si effettua una breve salita e si giunge ad un bivio. Si va a sinistra in discesa, passando sotto ad un elettrodotto, quindi si percorre il fianco sud-ovest della Dolina di Pignone.

Si tratta di una tipica dolina “a ciotola”, tra le più grandi della Liguria: ha un diametro di circa 200 metri ed è profonda svariate decine di metri. Per miracolo, è sfuggita ad un progetto che prevedeva di trasformarla in una discarica di rifiuti urbani.

Valicato il crinale che chiude la dolina a sud (quota 217), il sentiero scende ripido fino alle prime case di Pignone: proseguendo su asfalto, in breve si raggiunge la piazza centrale del paese (175 m, 40-50 minuti da Casale).

Da Pignone è possibile riprendere la corriera solamente nei giorni feriali. Nei festivi, se non si vuole ripercorrere l’itinerario a ritroso, bisogna organizzarsi con due macchine.

La sterrata nella valle del Torrente Redarena
La sterrata nella valle del Torrente Redarena (25 maggio 2023)
Uno degli ingressi della Miniera di Cerchiara
Uno degli ingressi della Miniera di Cerchiara (25 maggio 2023)
La dolina di Pignone
La dolina di Pignone (20 gennaio 2022)
Una caratteristica porta a Pignone
Una caratteristica porta a Pignone (20 gennaio 2022)

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