MONTE CASTELLARO – 945 m
MONTE DRAGNONE – 1007 m
Settore: Appennino Ligure
Gruppo: Appennino Spezzino
Descrizione
Si tratta delle due vette più caratteristiche del contrafforte tra la Val di Vara e la Val di Magra. Non sorgono sullo spartiacque tra le due valli, ma spostati verso la Val di Vara, dividendo le vallette degli affluenti Gravegnola e Mangia. Sono le culminazioni di un piccolo affioramento di rocce peridotitiche, che affiorano con selvaggi dirupi, pareti rocciose e vasti ghiaioni.
Il Monte Castellaro (945 m) è una montagna piccola e arcigna. A sud scende abbastanza dolcemente, con praterie cosparse di rocce scure, mentre verso nord rivolge selvaggi canaloni e costoloni rocciosi. Sulla vetta si trova il basamento di un’antichissima fortificazione (da cui il monte prende il nome). Scavi archeologici hanno riportato alla luce importanti reperti, tra cui i resti di capanne quadrangolari e circolari di un insediamento degli antichi Liguri, risalente addirittura all’età del Bronzo. Alcuni pannelli esplicativi lungo il sentiero d’accesso e sulla vetta aiutano ad identificare meglio questi resti.
Subito a sud-ovest si eleva il Monte Dragnone (1007 m), che è molto più appariscente ed individuato. È una montagna praticamente inconfondibile, per vari motivi: per prima cosa la sua singolare forma di cupolone regolarissimo, sguarato a nord e a sud-est da due gigantesche paleofrane, che hanno messo a nudo scure pareti rocciose; in secondo luogo per il rimboschimento di pini che ne copre gli altri versanti; infine per la bella chiesetta che è posta sull’ampia vetta erbosa. Il Monte Dragnone era luogo di culto già ai tempi dei Liguri Apuani (pare fin dal IV secolo a.C.); la chiesetta invece fu costruita nel medioevo, da monaci benedettini in fuga da Luni.
Secondo una leggenda, le pietre per la costruzione che erano state temporaneamente depositate a metà della salita, miracolosamente arrivarono da sole in cima alla montagna; il diavolo, arrabbiato perchè la chiesetta stava prendendo forma, avrebbe tirato una zampata su una roccia, dove l’impronta sarebbe visibile ancora adesso (questa roccia si chiama appunto Zampa du Diavu). La chiesetta venne poi ricostruita nel 1863, anno in cui assunse le forme attuali.
Il Dragnone è un punto panoramico di prim’ordine, sulla Val di Vara fino al Mar Ligure, sull’Appennino Ligure con i monti Porcile, Zatta e Gottero, sulla vicina costiera del Monte Civolaro, oltre la quale spuntano le alte vette del crinale Tosco-Emiliano (monti Bràiola, Marmagna, Aquila e Matto). In lontananza sono ben visibili anche le Alpi Apuane, con i monti Sagro e Pisanino e con la slanciata sagoma del Pizzo d’Uccello.
Il Monte Castellaro (945 m) è una montagna piccola e arcigna. A sud scende abbastanza dolcemente, con praterie cosparse di rocce scure, mentre verso nord rivolge selvaggi canaloni e costoloni rocciosi. Sulla vetta si trova il basamento di un’antichissima fortificazione (da cui il monte prende il nome). Scavi archeologici hanno riportato alla luce importanti reperti, tra cui i resti di capanne quadrangolari e circolari di un insediamento degli antichi Liguri, risalente addirittura all’età del Bronzo. Alcuni pannelli esplicativi lungo il sentiero d’accesso e sulla vetta aiutano ad identificare meglio questi resti.
Subito a sud-ovest si eleva il Monte Dragnone (1007 m), che è molto più appariscente ed individuato. È una montagna praticamente inconfondibile, per vari motivi: per prima cosa la sua singolare forma di cupolone regolarissimo, sguarato a nord e a sud-est da due gigantesche paleofrane, che hanno messo a nudo scure pareti rocciose; in secondo luogo per il rimboschimento di pini che ne copre gli altri versanti; infine per la bella chiesetta che è posta sull’ampia vetta erbosa. Il Monte Dragnone era luogo di culto già ai tempi dei Liguri Apuani (pare fin dal IV secolo a.C.); la chiesetta invece fu costruita nel medioevo, da monaci benedettini in fuga da Luni.
Secondo una leggenda, le pietre per la costruzione che erano state temporaneamente depositate a metà della salita, miracolosamente arrivarono da sole in cima alla montagna; il diavolo, arrabbiato perchè la chiesetta stava prendendo forma, avrebbe tirato una zampata su una roccia, dove l’impronta sarebbe visibile ancora adesso (questa roccia si chiama appunto Zampa du Diavu). La chiesetta venne poi ricostruita nel 1863, anno in cui assunse le forme attuali.
Il Dragnone è un punto panoramico di prim’ordine, sulla Val di Vara fino al Mar Ligure, sull’Appennino Ligure con i monti Porcile, Zatta e Gottero, sulla vicina costiera del Monte Civolaro, oltre la quale spuntano le alte vette del crinale Tosco-Emiliano (monti Bràiola, Marmagna, Aquila e Matto). In lontananza sono ben visibili anche le Alpi Apuane, con i monti Sagro e Pisanino e con la slanciata sagoma del Pizzo d’Uccello.
Vie d’accesso

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