Le opere militari e la base sotterranea del Monte Settepani
Le notizie storiche riportate nei paragrafi seguenti sono tratte dal libro Fortificazioni in Liguria, dal XVIII secolo alla Grande Guerra, di M. Minola, C. Arena e B. Ronco, pagg. 129-131 (ed. Ligurpress, 2009).
Il Monte Settepani (1388 m) è una montagna isolata e dominante, distante da importanti centri abitati, dalla morfologia piuttosto complessa; all’occorrenza un luogo ideale per ospitare postazioni militari. La storia militare di questa montagna inizia alla fine del XVIII secolo, quando il Colle del Melogno acquista una certa importanza strategica nell’ambito delle battaglie tra austriaci e francesi. In quegli anni, sul Settepani si trovavano alcune trincee, utilizzate per sorvegliare dall’alto le fortificazioni presenti sul valico.
Tra il 1883 e il 1895 il sistema difensivo del Melogno viene potenziato, con la costruzione del Forte Centrale sul valico, del Forte Tortagna e della Batteria Merizzo sulle cime omonime. Sulla spalla sud-orientale del Monte Settepani, a quota 1349, viene realizzato il Forte Settepani, che più tardi diventerà sede di una base dell’Aeronautica italiana. Ad oggi, il Forte Settepani è l’unica fortificazione della zona ancora presidiata e inaccessibile.
L’opera militare più affascinante, e di cui più si è parlato negli ultimi tempi, è però la misteriosa struttura sotterranea che si trova al di sotto della vetta della montagna. Le voci riguardanti la presenza di una base sotterranea sulle montagne intorno a Finale Ligure iniziano a diffondersi a cavallo tra gli anni ’50 e gli anni ’60: in quei tempi, alla vigilia della Guerra Fredda, venne realizzata la base NATO sulla cima di Pian dei Corsi, a circa 6 km in linea d’aria dal Settepani. Si parlava di sotterranei, di camion che sparivano nelle viscere della montagna, di depositi di missili nucleari… La presenza di militari americani e italiani, lo svolgimento di operazioni in gran segreto e le numerose aree inaccessibili ai civili contribuivano all’aura di mistero che avvolgeva queste montagne.
Quando la base NATO viene dismessa, nel 1992, le prime ricerche per trovare la base sotterranea si concentrano su Pian dei Corsi. Si credeva erroneamente che i sotterranei fossero un’appendice di questa base. Solo nei primi anni del nuovo millennio, alcuni escursionisti trovano per caso un ingresso misterioso poco sotto alla cima del Settepani. Nel 2013 vi entrano alcuni appassionati del Gruppo Speleologico Savonese, che finalmente trovano e rilevano le gallerie. I sotterranei hanno uno sviluppo totale di varie centinaia di metri, e vi si trovano anche ambienti molto ampi: la sala più grande si estende per circa 200 mq.
Rimane da capire a cosa servisse quel dedalo di gallerie. In base a ricerche d’archivio e interviste a ex-militari in qualche modo coinvolti, si è ricostruita almeno in parte la sua storia. La base sotterranea venne realizzata tra il 1952 e il 1957, e doveva fungere da centro operativo dell’Aeronautica Militare italiana. Per vari motivi, non ultimo il mutare delle tecnologie e delle armi nucleari a cavallo tra anni ’50 e ’60, la base non venne mai completata; l’unica sede dell’Aeronautica rimase in superficie, presso il Forte Settepani. Quindi cadrebbero tutte quelle ipotesi che la vedevano come bunker antiatomico, o come deposito di missili e testate nucleari.
La notizia della scoperta arrivò anche in TV, attraverso qualche servizio al TGR della Liguria e alla trasmissione RAI “Voyager”. Poco tempo dopo il rilievo degli speleologi, tutti gli accessi vennero murati.
Per ulteriori notizie sulla base sotterranea, consiglio di leggere questo articolo sul sito del Gruppo Speleologico Savonese.
In queste foto, le due strutture in cemento che si trovano sulla vetta del Monte Settepani, accanto al radar meteorologico di Arpal. Oggi sono murate, ma un tempo costituivano accessi a pozzo, profondi una cinquantina di metri, per la sottostante base sotterranea.