Miniere dell’Argento Vivo

Tra le attrattive turistiche del paese di Levigliani (ed è conveniente accoppiarle alla visita dell’Antro del Corchia, con lo stesso biglietto), ci sono le Miniere dell’Argento Vivo, ormai dismesse, poste sulla riva sinistra idrografica del Canale delle Volte. Queste miniere sono di origine antichissima: sono citate già in un documento del 1153, facente parte degli Atti del Comune di Pisa. L’attività, con alti e bassi, è proseguita per secoli e si è fermata solo nel 1970, perchè era venuto meno il vantaggio economico nello sfruttare il giacimento.
Nelle miniere di Levigliani si estraeva il mercurio, detto argento vivo per il suo colore argenteo e per la sua caratteristica di presentarsi liquido a temperatura e pressione ambiente. I minerali di mercurio (soprattutto cinabro, ma anche metacinabro e sfalerite) si trovano all’interno di filoni di quarzo; questi filoni sono incassati nelle rocce metamorfiche del basamento ercinico apuano (filladi con associate metabasiti), e sono concordanti con la direzione principale di scistosità di queste rocce. Le miniere sono note per la presenza di minerali di mercurio molto rari, quali leviglianite, calomelano e grumiplucite; l’unicità di questi giacimenti è però la presenza di mercurio nativo, visibile in piccole goccioline argentee che sembrano proprio “trasudare” dalla roccia.
La visita si svolge in due gallerie orizzontali, scavate con l’esplosivo nel XIX secolo; queste gallerie vanno ad intercettare gallerie più antiche, dette discenderie perchè scavate in forte pendenza, seguendo l’andamento dei filoni principali. Nella galleria superiore sono ancora presenti rotaie e carrelli, che agevolavano il lavoro dei minatori e il trasporto del materiale estratto. Uno stop intermedio si fa anche presso la vecchia fornace in cui i minerali di mercurio venivano cotti per estrarre il prezioso metallo.

Galleria semi-allagata
Antichi macchinari presso la fornace
Venetta di quarzo con cinabro

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