Passo dello Zovallo – Monte Nero – Monte Bue – Lago Nero – Passo dello Zovallo
Caratteristiche
Difficoltà: EE la salita, E la discesa
Dislivello in salita: 600 m circa
Tempo: 3.45 – 4.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Luglio 2020
Si tratta di uno dei percorsi più belli dell’intero Appennino Settentrionale. In salita si segue integralmente la cresta tra il Passo dello Zovallo e il Monte Bue, scavalcando la cima del Monte Nero e percorrendo il dirupato crinale della Costazza. Dal punto di vista botanico questa cresta è molto interessante, perchè costituisce una delle pochissime stazioni autoctone di pino mugo dell’intero Appennino. La salita al Monte Nero non presenta particolari difficoltà; lungo la Costazza invece si incontrano tratti esposti e passaggi su roccia, alcuni dei quali attrezzati con cavo metallico. Il percorso di discesa contorna il Monte Nero a settentrione, passando per il bellissimo Lago Nero e per altre interessanti zone umide.
Accesso
a) Da Genova (attraverso la galleria di Ferriere e il Passo della Scoglina) o Chiavari (attraverso il Passo della Forcella) si raggiunge la val d’Áveto. Poco a valle di Rezzoaglio si trova a destra la deviazione per Santo Stefano d’Áveto da cui si sale al Passo del Tomarlo. Proseguendo in direzione di Ferriere di Piacenza, si lascia a destra la diramazione che scende in Val Ceno e si raggiunge il Passo dello Zovallo.
b) Dal casello di Borgotaro si risale la val Taro fino a Bedonia da cui si gira a destra scavalcando il Passo di Montevacà che immette in val Ceno. La si risale a sinistra sorpassando Anzola e salendo alla SS654 che si segue a destra fino al Passo dello Zovallo.
c) Da Piacenza si risale integralmente la val Nure (SP654), sorpassando Ferriere di Piacenza e salendo fino al Passo dello Zovallo (1409 m).
Si tratta di un’ampia sella posta tra i monti Nero e Ràgola, intagliata in rocce sedimentarie più tenere rispetto agli ammassi ofiolitici dei monti circostanti. È attraversata dalla strada che collega la Val Nure alla Val Ceno e alla Val d’Áveto (SP654). La detta rotabile, tuttavia, non scende subito, ma traversa in quota fino quasi al vicino Passo del Tomarlo (che costituisce il collegamento con la Val d’Áveto), da cui si sdoppia e inizia a perdere dislivello verso le due valli.
Salita
Sul lato sud-occidentale del valico, si imbocca un’ampia mulattiera (segnavia CAI 001) che entra nel bosco e, superata una sbarra, prosegue quasi in piano tra i faggi. Con una breve salita si giunge ad un bivio (quota 1475); si lascia a destra il segnavia 001, diretto al Lago Nero (lo si seguirà al ritorno), e si gira a sinistra seguendo il segnavia 003. Si prende quota con alcuni tornanti, poi si contornano due gobbe con percorso quasi pianeggiante. Giunti ad un bivio si abbandona la traccia principale per girare a destra lungo un sentierino piuttosto ripido.
Man mano che si sale i faggi vengono gradualmente sostituiti dai pini mughi; si effettuano alcune svolte, poi si taglia a destra sorpassando alcune roccette. Giunti sul crinale spartiacque tra Nure e Ceno, si trova un bivio (quota 1730 circa). Si lascia a sinistra il segnavia 821a, che conduce alla Tana di Monte Nero e si prosegue in piano tra rocce e pini contorti. Con una breve salita, si guadagna la cima del Monte Nero (1752 m; 1 – 1.15 ore dal Passo dello Zovallo), dove si trova una grande croce.
Il sentierino prosegue in cresta per alcune decine di metri, poi si sposta sul versante affacciato sul Lago Nero e perde quota con due tornanti. Con un traverso in piano si giunge su un terrazzino roccioso, dove si svolta a destra per scendere una paretina di una decina di metri attrezzata con cavo metallico. Tagliando alla base di curiosi roccioni nerastri, si ritorna sul crinale in corrispondenza di una selletta. Il sentierino si tiene ora nei pressi del filo di cresta e, con bruschi saliscendi tra pini e roccette, scavalca le prime due cime della Costazza, quotate rispettivamente 1732 m e 1728 m.
Si scende ripidamente con stretti tornanti, interrotti da alcuni facili gradini rocciosi, quindi ci si porta ad un’ampia insellatura cosparsa di massi (quota 1679). Con percorso più agevole, si scavalca la terza e ultima cima della Costazza (1710 m), quindi si scende tra erba, rocce e radi abeti bianchi fino al crocevia del Prato della Madonna (1677 m).
Si tratta dell’ampia sella, crocevia di sentieri, che divide il Monte Nero dal Monte Bue.
Si prosegue dritti (segnavia 001) salendo lungo un’ampia mulattiera che attraversa un boschetto di faggi; usciti all’aperto si trascurano i segnavia che tagliano verso destra e si sale dritti per prati fino alla vicina vetta del Monte Bue (1781 m; 2 – 2.30 ore dal Passo dello Zovallo).
Discesa
Si ritorna in breve al Prato della Madonna, da cui si scende verso sinistra seguendo il segnavia 001. Si rientra nel bosco di faggi e si effettuano alcune svolte su sentiero sconnesso, quindi si riceve da sinistra il segnavia 011 proveniente dalla Fontana Gelata. Svoltando a destra, si raggiunge in breve l’area picnic sulla sponda occidentale del Lago Nero (1541 m).
Il Lago Nero è un bellissimo laghetto di probabile origine glaciale, posto ai piedi del versante nord-ovest del Monte Nero; si estende per 14000 mq, ma è ben poco profondo (circa 3 m al centro). L’alimentazione è data, oltre che da un esiguo ruscelletto stagionale, anche da alcune sorgenti sublacustri che si trovano nella zona più profonda del lago, e da altre sorgenti che si trovano lungo le rive. L’emissario invece prende origine dalla sponda nord-orientale e presto si perde nel detrito; le acque comunque alimentano la sottostante torbiera delle Buche.
Il sentiero costeggia lo specchio d’acqua, poi si infila nel bosco di pini mughi e ne attraversa l’emissario. Si scende quindi lungo una malagevole traccia sassosa, che riattraversa il piccolo rio e passa velocemente dal mugheto alla faggeta. Si sbuca poi nell’ampia conca umida delle Buche (1477 m).
L’ampia torbiera che occupa la conca, e che ancora adesso presenta numerose zone paludose, si è originata a causa dell’interramento di un antico lago di origine glaciale. Nei dintorni si trovano altre torbiere e stagni più piccoli.
Rientrati nel bosco, si riceve da sinistra un secondo sentiero proveniente dalla Fontana Gelata e si giunge ad un bivio. Si trascura il sentiero 005, che scende all’Albergo Lago Nero e a Selva, per continuare a destra lungo il sentiero 001, che taglia nella faggeta passando accanto alla Moglia Rossa (1458 m).
Si tratta di un minuscolo stagno temporaneo, che in primavera e in autunno raccoglie alcuni decimetri d’acqua. Il termine “moglia”, diffuso nell’Appennino Ligure, indica i terreni “molli”, fangosi, che caratterizzano queste zone umide.
Si lascia a sinistra un’altra diramazione per l’Albergo Lago Nero e si continua in dolce discesa nel bosco. Il fondo della mulattiera è a tratti selciato, per impedire che le numerose sorgenti della zona rendano il fondo fangoso. Si attraversa un piccolo rio sul fondo del circo glaciale detto Buca di Monte Nero, dove cresce una macchia di pini mughi. Risalendo poi brevemente, si ritorna al bivio di quota 1475, già incontrato all’andata. Si svolta a sinistra e, seguendo il sentiero percorso anche all’andata, si torna in pochi minuti al Passo dello Zovallo.
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