Farfanosa – Villa Cella – Passo delle Rocche – Pietre Marce – Farfanosa

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: Variante “a”: 460 m circa. Variante “b”: 730 m circa
Tempo: Variante “a”: 3.30 – 4 ore. Variante “b”: 4.15 – 4.45 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Luglio 2018

Questo interessante percorso ad anello, decisamente poco frequentato, si sviluppa intorno al vallone del Fossato di Villacella, affluente di destra del Torrente Áveto. La salita porta al grazioso e antico paese di Villa Cella, nascosto tra le pieghe di questa valle e posto lungo un’antichissima via di comunicazione tra la Riviera Ligure e il Piacentino. Da Villa Cella si hanno due possibilità per raggiungere il Passo delle Rocche: si può seguire un percorso diretto, oppure effettuare un giro più lungo che tocca il Passo delle Lame. Il ritorno a Farfanosa avviene invece per un percorso segnalato ma fuori sentiero, che richiede una certa attenzione per non smarrire i segnavia.

Accesso

a) In corriera dalla stazione ferroviaria di Chiavari (autolinee ATP).
b) In automobile da Chiavari (attraverso la Forcella) o da Genova (attraverso la Val Fontanabuona e il Passo della Scoglina) ci si porta in Val d’Áveto. Proseguendo in direzione di Rezzoaglio si supera Cabanne e si giunge a Farfanosa.
c) Da Piacenza ci si porta a Bobbio e quindi a Marsaglia, da cui si imbocca la diramazione che risale la Val d’Áveto. Superato Rezzoaglio si prosegue lungo la strada di fondovalle fino a Farfanosa. C’è possibilità di parcheggio presso il grosso masso detto Farfablocco, poco a valle del paese sul lato della strada che guarda il torrente (806 m).

Itinerario

Dal parcheggio del Farfablocco si segue la strada statale in direzione delle case di Farfanosa per una cinquantina di metri, quindi si trova sulla sinistra l’imbocco della pista sterrata con segnavia “tre pallini gialli”. Ad una biforcazione si va a sinistra, attraversando un boschetto di abeti e passando sotto ad un elettrodotto. Sorpassato un piccolo rio si descrive un’ampia curva verso destra, entrando nel bosco, quindi si giunge ad un bivio (quota 927). Si piega a sinistra, lungo una pista che taglia in piano e in lieve discesa, varcando il piccolo intaglio roccioso che immette nella valle del Fossato di Villacella.
Presto la pista si trasforma in sentiero, piuttosto dissestato e scomodo, che taglia lungamente in lieve discesa fino al guado sul Fossato di Villacella (quota 900 circa). Si continua sul versante opposto seguendo una bella mulattiera acciottolata, costeggiata da muri a secco; la mulattiera prende quota con alcuni tornanti, passando accanto al rudere di un seccatoio. Un ultimo tratto un po’ infrascato e poco evidente porta su una stradina asfaltata presso il primo nucleo di Villa Cella (1020 m circa).

La località di Villacella è nota fin dal Medioevo, ed è citata già in un documento del 1103: qui fu costruito un monastero, in modo da offrire assistenza ai viandanti che percorrevano l’antica via di comunicazione tra Borzonasca e Rezzoaglio per il Passo delle Rocche. Il nome “Cella” venne assegnato al convento in modo da rimarcarne l’origine benedettina. Con il passare degli anni l’asse viario si spostò dal Passo delle Rocche al più comodo Passo del Bozale, che dava diretto accesso a Cabanne, e quindi l’importanza di Villa Cella venne meno. Ad oggi del monastero rimangono pochi ruderi, incorporati nel mulino diroccato che si trova accanto alla chiesa. Secondo la tradizione furono i monaci di Villa Cella ad evangelizzare la Val d’Áveto e a bonificare la Piana di Cabanne, che precedentemente era un malsano acquitrino.

Si attraversa la strada e, salendo tra le case, si incontra il Sentiero della Resistenza (segnavia: cerchio giallo pieno) proveniente da Rezzoaglio. Seguendolo verso destra si ritorna sull’asfalto e lo si segue fino al secondo nucleo del paese; tagliando per una viuzza tra le case si giunge ad un bivio sotto l’antica chiesa (quota 1025). Qui si presentano due possibilità:

a) Si imbocca a destra la mulattiera con segnavia “cerchio giallo pieno”, che taglia in lieve discesa nella boscaglia. Si attraversa il Fossato Grande mediante una passerella in legno, quindi si effettua una breve salita. Un tratto poco pendente in una macchia di conifere porta a transitare sul ciglio di una piccola bastionata rocciosa, che offre un bel panorama sulla valle di Villa Cella. Si entra ora nella faggeta e, guadato il Rio Cuneo del Liscio, ci si porta sul Rio delle Rocche e se ne rimonta l’alveo per alcune decine di metri. Il sentiero segnalato si sposta poi sul lato sinistro idrografico e costeggia lungamente il torrentello, toccandone di tanto in tanto l’alveo. Attraversato un piccolo affluente si giunge alla testata della valletta, quindi, con una breve salita, si guadagna il Passo delle Rocche.

b) Si prende a sinistra la mulattiera acciottolata con segnavia “tre pallini gialli”, che sale con due curve passando accanto alla chiesa ed infilandosi nella boscaglia. Sorpassata una fonte posta ai piedi di una fascia rocciosa, si trova un bivio dove bisogna imboccare la diramazione di destra. Il sentiero taglia lungamente nel bosco con brevi saliscendi, attraversando alcune vallecole; guadato il Fossato Grande, che scorre in un avvallamento più inciso, si sale fino a guadagnare un piccolo costone.
Si piega a sinistra e si sale decisamente nella faggeta, quindi ci si porta a guadare un altro piccolo rio. Salendo ancora i faggi vengono man mano sostituiti dai pini; si guada un ultimo rio, che scorre in un ameno ambiente aperto, poi si sale ancora tra pini e rocce affioranti fino a congiungersi con l’Alta Via dei Monti Liguri (quota 1280 circa). Seguendola verso destra si giunge in pochi minuti all’ampio pianoro del Passo delle Lame (1303 m).

Sul valico si trovano la piccola Cappella delle Lame e il Rifugio Monte degli Abeti: esso è di proprietà del Corpo Forestale dello Stato, ma è in concessione alla sottosezione del CAI di Rapallo. È dotato di 9 posti letto, tavoli, panche e cucina con stoviglie. Generalmente è chiuso: per le chiavi bisogna rivolgersi al CAI di Rapallo (tel. 0185.57862), all’albergo “Lago delle Lame” (tel. 0185.870036) o al posto tappa AVML di Cabanne (tel. 0185.86829). Il toponimo “lama” secondo Gaetano Ferro significa vallecola. Da qui, in circa 2 ore di cammino, si può raggiungere la vetta del Monte Aiona.

Ritornati al bivio di quota 1280 circa si continua a scendere lungo l’AVML, che taglia tra pini, erba e rocce affioranti. Sorpassato un tratto aperto che offre vasti panorami sulle Valli Sturla e Áveto, si rientra nella pineta e si prosegue fino al Passo delle Rocche (o Passo della Bisinella; 1107 m).

Si tratta di una poco marcata insellatura posta sullo spartiacque principale appenninico. È attraversata dall’antica mulattiera che saliva da Borzonasca per poi entrare in Val d’Áveto e condurre a Villa Cella e a Rezzoaglio: questa mulattiera era parte di uno dei principali percorsi di collegamento tra la Riviera Ligure e il Piacentino.

Si continua lungo l’AVML, che riprende a salire dolcemente lungo lo spartiacque principale, e si raggiunge un bivio (quota 1134). Qui si svolta a destra lungo il sentiero per Cabanne, segnalato con un cerchio giallo sbarrato e con tacche bianco-rosse.

Tutta la discesa verso Cabanne e Farfanosa si svolge per tracce pochissimo evidenti, con segnavia spesso poco visibili e cambi di direzione repentini e poco intuitivi. Bisogna quindi prestare la massima attenzione per non perdere i segnavia: in caso contrario si rischia di finire in tratti di versante sporchi, invasi da rovi e arbusti, da cui uscire è difficile e decisamente spiacevole.

Si rimonta la faggeta in lieve salita, lasciando poi a destra la cima poco marcata del Monte Fascia, quindi si taglia un versante invaso dalle felci. Riguadagnato il dorso boscoso, si aggirano alcune gobbe, quindi si scende dolcemente fino ad una selletta; con una breve salita si giunge in breve sullo schienone delle Pietre Marce (1178 m).

Si tratta di un largo dorso di scure rocce peridotitiche, che offre un bel panorama sul Monte degli Abeti, sull’alta Val d’Áveto e sulla zona del Castello del Fante e della Rocca Bruna.

Rientrati nel bosco si piega bruscamente a sinistra senza sentiero, perdendo quota lungo la massima pendenza per alcune decine di metri, poi si piega ancora a sinistra (attenzione!) andando ad attraversare un altro tratto aperto tra pini e rocce affioranti. Ci si sposta gradualmente a destra rientrando nella faggeta, quindi, con un’altra curva verso sinistra, si va a confluire in un sentierino; la traccia aggira un impluvio, quindi si immette in una stradina sterrata, che si percorre verso destra in discesa.
Più avanti si abbandona la sterrata per girare nuovamente a sinistra tra gli alberi; raggiunto un sentiero, si va ad attraversare un piccolo rio (gli alberi caduti rendono questo tratto un po’ scomodo), quindi si passa accanto ad un prefabbricato in lamiera e si incontra un’altra sterrata. Si rimonta la stradina verso destra in discesa e, senza più deviazioni, si prosegue lungamente fino a raggiungere la SS586 tra Cabanne e Farfanosa (quota 811). Seguendola verso destra si attraversa il paesino di Farfanosa e si ritorna al parcheggio presso il Farfablocco.

Il caratteristico campanile di Villa Cella
Il caratteristico campanile di Villa Cella (24 luglio 2018)
Il Castello del Fante, il Gifarco e la Rocca dei Cani visti dal sentiero per il Passo delle Lame
Il Castello del Fante, il Gifarco e la Rocca dei Cani visti dal sentiero per il Passo delle Lame (24 luglio 2018)
Il Rifugio Monte degli Abeti al Passo delle Lame
Il Rifugio Monte degli Abeti al Passo delle Lame (24 luglio 2018)
Il Monte degli Abeti visto dalle Pietre Marce
Il Monte degli Abeti visto dalle Pietre Marce (24 luglio 2018)
Panorama sulla Piana di Cabanne dai pressi delle Pietre Marce
Panorama sulla Piana di Cabanne dai pressi delle Pietre Marce (24 luglio 2018)

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