San Rocco di Camogli – Pietre Strette – Via dei Tubi – San Rocco di Camogli

N.B. La Via dei Tubi è attualmente (2024) chiusa e inagibile.

Caratteristiche

Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 400 m circa
Tempo: 4 – 4.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Gennaio 2019

All’inizio del ‘900, sul versante meridionale del Monte di Portofino, venne realizzato un ardito acquedotto, che prelevava l’acqua dalle Sorgenti Caselle (nel vallone di San Fruttuoso) e la portava verso San Rocco e Camogli. Lungo l’acquedotto si svolge questo spettacolare itinerario, logicamente intitolato “Via dei Tubi”; un percorso davvero suggestivo, in più punti scavato direttamente tra le pareti rocciose del promontorio. Lungo il percorso si trovano tre gallerie (in origine quattro, ma la quarta è franata e il percorso è stato modificato di conseguenza) lunghe varie decine di metri, percorribili soltanto se si è dotati di pila frontale. I numerosi tratti esposti sono attrezzati con catene e con corde.
Si tratta quindi di un percorso adatto solo ad escursionisti esperti, con passo sicuro e assenza di vertigini, lievemente più impegnativo rispetto al “sentiero delle catene” che collega San Fruttuoso a Camogli. Il percorso è assolutamente consigliabile, sia per l’interesse storico e la curiosità del tipo di tracciato, sia per le bellissime viste che offre sulla baia di San Fruttuoso e su Cala dell’Oro.
Il sentiero non è di libera fruizione: può essere percorso solamente richiedendo l’autorizzazione all’Ente Parco di Portofino, oppure aggregandosi ad una delle numerose gite guidate che vi si organizzano. Qui lo propongo come parte di un percorso ad anello, che ho seguito durante l’escursione guidata a cui ho partecipato.

Accesso

a) In treno fino a Camogli, poi seguendo il segnavia “due pallini rossi” si sale a piedi a San Rocco di Camogli.
b) In automobile, si esce al casello autostradale di Recco, si scende a destra in paese e, alla rotonda, si svolta a sinistra salendo verso Ruta. Subito prima della galleria di Ruta, si svolta a destra lungo la diramazione che porta a San Rocco di Camogli (221 m).

Il paesino si trova su uno spallone che ad ovest precipita direttamente sul mare con falesie di calcari stratificati alternati a ripidi versanti boscosi. Tutto questo versante è interessato da lenti movimenti franosi, causati sia dalla natura della roccia, sia dalla continua opera di scalzamento operata dal mare:«Negli anni compresi tra il 1960 e il 1964 i dissesti hanno colpito anche gli insediamenti di San Rocco e di la Mortola, rendendo necessarie opere di consolidamento adatte ad assicurare al versante una maggiore stabilità. A tal fine è stata costruita, circa trenta metri al di sotto della strada pedonale, una robusta traversa in calcestruzzo con la funzione di sostenere al piede la massa dei terreni pericolanti, ed il pendio è stato ripristinato con file di gabbionate di sassi che ne regolano la pendenza.» (A. Girani, Guida al Monte di Portofino, pag. 67).

Itinerario

Si segue il segnavia “cerchio rosso vuoto” in via Galletti, una mulattiera scalinata che sale ripida su un panoramico costone passando accanto agli orti e alle villette della frazione omonima. Più in alto il sentiero piega a sinistra e taglia in lieve salita il boscoso versante nord del Monte di Portofino, sorpassando un altare dedicato al Sacro Cuore e toccando la Sorgente Corruggio. Con un traverso verso sinistra, si raggiunge Gaixella (o Sella Donzina; 408 m), dove si trova un importante crocevia.
Qui si incontra l’ampia mulattiera segnalata con un quadrato rosso, proveniente da Ruta e dall’albergo “Portofino Vetta”. La si segue a destra giungendo in breve ad un trivio, dove si trascurano i “tre pallini rossi” per il Monte di Portofino e il “punto e linea rossi” per la Sella Toca. Si gira a sinistra lungo la comoda mulattiera che percorre il versante nord-est del monte in lievissima salita e porta al valico delle Pietre Strette (464 m).

Importantissimo valico tra i due versanti del Monte di Portofino, crocevia di numerosissime mulattiere. Il nome del valico deriva dalla sua conformazione: è costituito da uno stretto passaggio tra grossi massi di conglomerato affioranti nel fitto bosco. Sul valico si trovano tavoli, panche e una fontanella.

Si gira inizialmente a destra, ma subito dopo si piega a sinistra, imboccando la bella mulattiera acciottolata per San Fruttuoso. Si scende con una prima serie di tornanti nel bosco, poi si attraversa il piccolo Fosso di San Fruttuoso, in questo tratto di solito in secca. Scendendo sul lato opposto del vallone, si raggiunge la Sorgente Caselle (314 m), dove si trova un bivio.

In questa zona si trovano numerose sorgenti perenni, che vanno ad alimentare il tratto inferiore del vallone di San Fruttuoso. 

Si lascia a sinistra il sentiero principale, che scende a San Fruttuoso, per imboccare a destra la traccia pianeggiante della Via dei Tubi, non segnalata e priva di indicazioni. Dopo un tratto comodo, si giunge su un costoncino dove il sentiero sembra terminare. Seguendo il tubo, si continua in piano sulla destra, percorrendo i primi tratti scavati nella roccia e protetti con catene; il sentiero alterna tratti nel bosco a punti panoramici su San Fruttuoso e sulla baia. Attraversato un valloncello, si percorre la prima galleria, la più lunga, spesso allagata (ma camminando sul tubo non ci si bagna); si oltrepassa in questo modo il costone della Buca dei Corvi, e si sbuca nel vallone di Cala dell’Oro.
Tagliando in piano in ambiente spettacolare, si giunge presso un primo sifone, dove il sentiero sembra perdersi; ci si abbassa a sinistra per facili lastroni inclinati (ometti di pietre) e poi si ritorna a destra con sentiero agevole. Si riprende quota con alcune svolte e si riprende il tracciato pianeggiante, che porta all’imbocco della seconda galleria. Al suo termine si sorpassa un cancelletto e ci si ritrova in grande esposizione su un ramo laterale del Vallone di Cala dell’Oro; si taglia sulla destra (catene) giungendo al secondo sifone, che costituisce il passaggio più impegnativo dell’itinerario.
Si scende per balzette rocciose, quindi si attraversa in piano una parete rocciosa con un passaggio molto esposto (ci si può tenere anche al tubo, oltre che alla catena). Un breve tratto di sentiero porta a risalire una scala metallica, oltre la quale si supera un muretto verticale giungendo al termine del sifone. Con un passaggio un po’ scomodo e esposto si attraversa un impluvio scavato nella roccia (corda), quindi si riprende il sentiero, ora più comodo, che porta all’imbocco della terza e ultima galleria.

Sulla sinistra si diparte una diramazione poco evidente, che porta nei pressi della rocciosa vetta del Monte Campana. La vetta si può raggiungere superando le non troppo facili rocce sommitali; più facilmente invece ci si può portare presso alcuni bunker, in splendida posizione panoramica a picco sul mare. Dal Monte Campana, un sentierino non segnalato sale fino al Semaforo Nuovo.

Si percorre la galleria, che nel finale ha il soffitto piuttosto basso e costringe a gattonare; al suo termine, appaiono alla vista Punta Chiappa e il Golfo Paradiso. Si superano gli ultimi tratti scavati nella roccia e attrezzati, poi si percorre un muretto e si imbocca un comodo sentiero che scende in diagonale. Con alcune svolte tra gli arbusti, ci si congiunge con il percorso segnalato con due pallini rossi, proveniente da San Fruttuoso. Seguendolo verso destra, si giunge in breve alle Batterie (245 m).

Accanto ai ruderi delle vecchie postazioni militari che danno il nome alla località, si trova un piccolo rifugio-bar mantenuto e gestito dall’ente parco.

Oltre le Batterie il sentiero si fa molto più largo e agevole: prosegue con brevi saliscendi sul ripido versante occidentale del promontorio, spesso e volentieri affiancato da robuste ringhiere metalliche. Giunti ad un bivio in località Fornelli (227 m) si riceve da destra il segnavia “due triangoli rossi vuoti”, proveniente dalla Sella Toca. Si supera la Sorgente Vegia, poi si entra nel piccolo abitato di Mórtola, dove la mulattiera si trasforma in stradina. Sorpassato anche l’abitato di Poggio, la stradina riporta a San Rocco.

Tratti scavati nella roccia lungo la Via dei Tubi
Tratti scavati nella roccia lungo la Via dei Tubi (25 gennaio 2019)
Piccole stalattiti nella prima galleria
Piccole stalattiti nella prima galleria (25 gennaio 2019)
Passaggio esposto presso il secondo sifone
Passaggio esposto presso il secondo sifone (25 gennaio 2019)
Cala dell'Oro e la Torretta viste dalla Via dei Tubi
Cala dell’Oro e la Torretta viste dalla Via dei Tubi (25 gennaio 2019)
Le case di Mòrtola
Le case di Mòrtola (25 gennaio 2019)

Escursioni sul Promontorio di Portofino
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