Rifugio Val Serenaia – Rifugio Orto di Donna – Finestra del Grondílice – Monte Grondílice
Caratteristiche
Difficoltà: E fino alla Finestra del Grondílice, poi EE
Dislivello in salita: 750 m circa
Tempo: 2.15 – 2.45 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2017
La Val Serenaia, percorsa dal Fiume Serchio di Gramolazzo e modellata da un antico ghiacciaio, è tra i luoghi più belli e selvaggi delle Apuane (peccato per la solita presenza invadente delle cave…). È circondata da una cerchia di montagne impervie e spettacolari: il Pizzo d’Uccello, il Monte Pisanino, il Monte Cavallo e il Monte Grondílice sono le vette principali. La via più breve per salire quest’ultima montagna parte proprio dalla Val Serenaia: si percorrono bei sentieri che salgono ripidi nella faggeta, arrivando fino allo stretto valico della Finestra del Grondílice. Da qui parte la breve “via normale” alla vetta, adatta solo ad escursionisti esperti per la presenza di passaggi su roccia e terreno sdrucciolevole.
Accesso: a) Si esce al casello autostradale di Aulla e si seguono le indicazioni per la Foce dei Carpinelli. Giunti a Cásola di Lunigiana si svolta a destra per Pieve San Lorenzo e Minucciano. Poco dopo, lasciata a destra la diramazione per Ugliancaldo, si giunge ad un crocevia; si gira prima a destra e subito dopo a sinistra, per entrare in Val Serenaia. Si prosegue quindi fino al rifugio omonimo.
b) Dal casello autostradale di Lucca si segue la SS12, che entra in Garfagnana. Risalito il primo tratto di valle, si lascia a destra la statale che sale al Passo dell’Abetone per prendere la SR445, che prosegue lungo il solco vallivo principale. Poco dopo Piazza al Serchio si trova a sinistra la deviazione per Gramolazzo; si supera il paese, quindi si svolta a sinistra lungo la rotabile che porta al Rifugio Val Serenaia (1060 m).
Il rifugio, posto in un bel ripiano erboso, è aperto con servizio di alberghetto da giugno a settembre e nei week-end; conta di 30 posti letto, e poco più a monte si trova l’omonimo campeggio. Nel pianoro boscoso subito a monte del rifugio, accanto all’imbocco del sentiero per la Foce di Cardeto, è stato attrezzato un breve percorso per ipovedenti, con pannelli esplicativi scritti sia in alfabeto standard, sia in braille.
Itinerario
Trascurando le indicazioni per la Foce di Cardeto, si continua lungo la strada asfaltata, che effettua una stretta curva verso destra e inizia a salire in diagonale verso il vicino Rifugio Donegani. Dopo circa 300 metri si trova a sinistra l’imbocco del segnavia 180 per il Rifugio Orto di Donna (scritta in vernice e segnali); risalita una breve lastronata inclinata si trova un sentierino che taglia nel prato. La traccia si sviluppa a poca distanza dalle cave che caratterizzano il lato sinistro idrografico del vallone, e offre una bella vista sul Monte Pisanino; si va quindi a confluire in una vecchia marmifera, che si segue per qualche metro prima di riprendere il sentiero segnalato, ora in una bella faggeta.
Attraversata una piccola radura, si continua nel bosco alternando tratti dolci a tratti più ripidi, fino ad un bivio (quota 1280 circa). Si lascia a sinistra un raccordo per il sentiero 178 e si continua lungo il sentiero principale, che sale dolcemente costeggiando un piccolo rio. Superata un’altra radura, si giunge nei pressi di un grande ravaneto, che scende dalle sovrastanti cave; il sentiero inizia a salire molto ripido nel bosco sulla sinistra del ravaneto. Con alcuni tratti scalinati, la traccia porta al Rifugio Orto di Donna (1495 m).
Il rifugio, aperto da giugno a settembre, conta di 46 posti letto; è stato ricavato dalla ristrutturazione di un vecchio edificio legato alla vicina cava 27, la più alta della valle. È molto frequentato come punto di appoggio per traversate nelle Apuane e per salite ai circostanti monti Grondìlice, Cavallo, Contrario e Pisanino.
Si attraversa il piazzale della marmifera che giunge al rifugio e si va a imboccare il sentiero con segnavia 179 e 186, che si addentra nella faggeta. In poche decine di metri si giunge al bivio dove i due segnavia si separano; si trascura il 179, che guida alla Foce di Giovo, e si prosegue lungo il 186, che sale ripido nel bosco di piccoli faggi. Giunti alla base delle rocce della Forbice il bosco si dirada e il sentiero esce all’aperto; si supera un brevissimo tratto su pietraia, poi si sale ripidamente sul buon sentiero tra erba e ghiaie fino all’angusto valico della Finestra del Grondílice (1744 m).
Stretto valico roccioso, posto tra la vetta principale del Monte Grondìlice (che da qui assume un aspetto assai arcigno) e la guglia della Forbice, sua anticima sud-orientale. Il valico collega la Val Serenaia alla zona di Foce Rasori, quindi a Vinca o alla valle del Frigido.
Da qui, sulla destra (segnale con scritto “vetta”), ha inizio la via normale al Monte Grondílice, segnalata con frecce nere e puntini rossi. Si imbocca un sentierino che taglia con qualche saliscendi il versante che dà su Foce Rasori, su terreno molto ripido e ghiaioso. Si gira quindi a destra, salendo per facili rocce – fare molta attenzione a non scaricare sassi – e tracce di sentiero; si abbandona quindi il sentierino che taglia dritto per arrampicarsi a sinistra su un muretto di roccia buona e ben appigliata (I+; passaggio chiave, 5 m). Al di sopra di questo passaggio si continua su terreno facile fino alla vicina vetta del Monte Grondílice (1808 m), sormontata da un grande ometto di pietre.
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