Vallombrosa – la Macinaia – Poggio della Risala – Secchieta – Vallombrosa
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 600 m circa
Tempo: 3.30 – 4.15 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Giugno 2019
Classico percorso ad anello, molto frequentato, che percorre i crinali che delimitano il vallone di Vallombrosa. Si cammina per lo più tra belle foreste, di conifere alle quote più basse, di faggio alle quote più alte; non mancano comunque tratti panoramici, da cui la vista spazia dal Monte Amiata ai Monti Sibillini. Unico neo: il tratto di crinale tra il Poggio della Risala e Secchieta, sebbene molto panoramico, è irrimediabilmente compromesso da ripetitori, case, stradine, ristoranti e quant’altro.
Accesso
Si esce al casello autostradale di Incisa-Reggello e si gira due volte a destra, seguendo le indicazioni per Reggello. Giunti a Prulli di Sopra, si svolta ancora a sinistra per Borgo a Cascia e Reggello; da qui si va a sinistra fino a Pietrapiana, da cui si sale a destra per Saltino e Vallombrosa (956 m).
L’enorme complesso dell’abbazia giace tra folti boschi di conifere, in un luogo fresco e ameno, e per questo molto frequentato. Fu fondata da San Giovanni Gualberto nel 1036: egli, analogamente a San Francesco qualche secolo dopo, abbandonò la ricca famiglia per dedicarsi alla vita in povertà, combattendo la simonia che ai tempi era diffusa all’interno della chiesa. In origine vi era un solo oratorio in legno, poi trasformato in una chiesa in pietra; nei secoli successivi gli edifici vennero man mano ampliati fino all’aspetto attuale. Nel 1713 all’originario monastero fu riconosciuto lo status di abbazia; nel 1950 papa Pio XII elevò la chiesa al rango di basilica minore. Nei dintorni dell’abbazia si trovano: un laghetto artificiale, un giardino botanico e l’arboreto sperimentale di proprietà della Forestale.
Itinerario
Si imbocca la strada asfaltata per Montemignaio e Secchieta, seguendola per alcune decine di metri, fino ad una curva verso sinistra. Qui si abbandona l’asfalto e si prende a destra un’ampia pista, a tratti acciottolata (segnavia CAI 11) che sale dritta nella maestosa foresta di conifere. Ad un crocevia si lascia a sinistra il segnavia 10a, quindi si prosegue dritti fino ad un secondo crocevia (quota 1100 circa).
A sinistra si diparte la pista forestale con segnavia 12, che conduce comunque alla Maciaia con comodo percorso nel bosco; si tratta di una variante raccomandabile nelle giornate estive più calde. Qui si descrive invece il sentiero 13, che effettua un percorso di pari lunghezza ma decisamente più panoramico.
Si continua dritti lungo una carrareccia, lasciando a sinistra una diramazione indicata da un fuorviante cartello in legno (che recita “al sentiero 13”; in realtà questo sentiero ricongiunge al 13 molto più in alto). In poche decine di metri si guadagna il contrafforte che delimita a ovest il vallone di Vallombrosa, in località Bocca del Lupo (1119 m). Qui si incontra il sentiero 13, proveniente da Saltino, e lo si segue verso sinistra, in ripida salita sull’ampio costone boscoso. Si giunge quindi sull’ampio spallone inclinato di Poggio a Novale (1206 m), in parte coltivato.
Da qui il panorama si apre verso ovest, sul tratto di Val d’Arno tra Montevarchi e Rignano, sui Monti del Chianti, sulle Colline Metallifere e sul lontano cono del Monte Amiata.
Si rimonta lo spallone, quindi si trascura la traccia che prosegue dritta lungo il crinale per tagliare in diagonale a destra. Giunti ad un altro bivio si va a sinistra in salita, contornando un’altra zona coltivata (località Poggio alle Ghirlande). Ritornati sul versante meridionale del costone, si contorna l’ampio dosso del Monte Cuccuruzzo, quindi si raggiunge la sella a monte, dove la pista sterrata termina (quota 1306). Si prosegue dritti lungo il crinale, all’interno di una bella faggeta, e in breve ci si ricongiunge con la pista forestale indicata dal segnavia 12. Con un ultimo tratto in dolce salita si raggiunge il rifugio in località la Macinaia (1317 m).
Il rifugetto in pietra è dismesso, ma nei pressi si trova un’area picnic con tavoli e panche. Da qui la strada sterrata principale gira a sinistra, salendo in diagonale fino a Secchieta; qui si propone un giro un po’ più lungo ma più suggestivo, passando per la Capanna delle Guardie e il Poggio della Risala.
Si piega a destra, lungo una strada sterrata che scende dolcemente verso sud-est. Presso un tornante la si abbandona, per prendere a sinistra il sentiero 14. La bella mulattiera taglia con continui saliscendi l’articolato versante sud del Poggio della Risala, attraversando alcuni ripidi valloncelli; si alternano tratti all’interno di belle faggete a tratti aperti, in cui il sentiero corre su lastroni rocciosi. Si inizia a salire più costantemente e si giunge su un panoramico dosso con rocce affioranti e pannello esplicativo; pochi metri più avanti si trova la Capanna delle Guardie (1342 m).
Si tratta di un bellissimo rifugetto in pietra, immerso nel bosco di faggi. È dotato di 9 posti letto; per il pernottamento bisogna comunicare la presenza all’Ufficio Ambiente di Reggello.
Presso il dosso panoramico si gira a sinistra, imboccando un sentiero segnalato ma non indicato dai cartelli escursionistici. Il sentiero inizia a salire decisamente, rimontando un costone boscoso poco marcato. Più in alto si taglia a destra in diagonale, quindi si sale molto ripidamente a sinistra e si raggiunge una stradetta sterrata presso un’area picnic. La si segue verso destra e in breve si sbuca sul crinale del Pratomagno, presso la sella che separa le due cime del Poggio della Risala (quota 1457). Si piega a destra seguendo la sterrata di crinale, quindi si devia ancora a destra lungo la breve diramazione che porta alla cima del Poggio della Risala (1490 m; 1.45 – 2.15 ore da Vallombrosa), sormontata da un grande ripetitore.
Si ritorna alla sella di quota 1457, e si prosegue verso nord-ovest (segnavia 00); la strada sterrata entra nel bosco e contorna ad est la cima occidentale del Poggio della Risala. Usciti dal bosco, si superano alcune case isolate e ci si congiunge alla “strada panoramica” del Pratomagno. Si continua su asfalto verso nord, in lieve discesa, fino a raggiungere la località Secchieta (1422 m), presso il bar-ristorante Giuntini. Qui si abbandona l’asfalto e si gira a sinistra, imboccando un sentiero indicato da un cartello in legno per Vallombrosa (segnavia 9). Scendendo in diagonale, si passa accanto ad una piccola pietraia e si prosegue in una bellissima faggeta. Ad un bivio si gira a sinistra, scendendo più direttamente, con percorso a tratti ripido; più in basso la faggeta lascia spazio al bosco di conifere.
Si supera un tratto un po’ malagevole, prima a causa di acque ruscellanti, poi a causa di qualche tronco caduto. Ad un bivio si piega a sinistra (segnavia 10b), attraversando il Fosso dei Bruciati su una passerella in legno (quota 1100 circa). Poco più avanti si incontra un’ampia pista acciottolata, che si segue in discesa; presso un bivio si gira a destra e si sbuca sulla stradina asfaltata che collega Vallombrosa a Secchieta (quota 1025). La si attraversa e si prosegue sulla mulattiera segnalata nel bosco; poco più avanti si gira a destra e poi a sinistra, passando tra i primi edifici di Vallombrosa. Si costeggiano gli arboreti sperimentali, quindi si giunge sul fianco sud-occidentale dell’abbazia. Costeggiandolo, si ritorna al punto di partenza dell’escursione.
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