Grange Valle Stretta – Col des Méandes – Mont Thabor

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 1430 m circa
Dislivello in discesa: 40 m circa
Tempo: 3.45 – 4.30 ore
Ultima ricognizione: Settembre 2021

La via normale al Mont Thabor è un percorso molto suggestivo e frequentatissimo, sostanzialmente privo di difficoltà se si eccettua il notevole dislivello. Dapprima si sale per una comoda sterrata tra i boschi della Valle Stretta, sovrastata dall’imponente catena dei Re Magi, quindi si svolta a sinistra nell’ampio Vallon du Diner. Passati tra le curiose strutture rocciose del Grand Séru (Gran Serous) e del Grand Adret (Gran Adritto), una faticosa salita in un desolato deserto policromo porta alla panoramica vetta. Lungo il sentiero si incontrano numerose stazioni di una via crucis, che si fanno più frequenti nell’ultima parte della salita.

Accesso

Si esce dall’autostrada a Bardonecchia, si attraversa il paese e si prosegue alla volta di Melezet e del Colle della Scala. Presso il primo tornante della salita al colle, si abbandona la strada principale e si devia a destra addentrandosi in Valle Stretta. Poco prima di giungere alle Grange Valle Stretta, si trovano gli ampi parcheggi in cui lasciare la macchina (quota 1755).

Itinerario

Si continua a piedi lungo la stradina, che diventa sterrata e giunge ad un bivio, all’inizio del nucleo delle Grange Valle Stretta (1758 m); si va a destra, passando tra le case.

All’interno del gruppo di case, si trova il Rifugio Re Magi, gestito e dotato di 35 posti letto, con servizio di albergo-ristorante. Poco più in alto, raggiungibile con una deviazione a sinistra, si trova anche il Rifugio Terzo Alpini, aperto nel periodo estivo e contenente altri 34 posti letto, anch’esso con servizio di alberghetto.

​Usciti dalle grange, la sterrata effettua una brevissima discesa, poi taglia in dolce salita sul fianco destro idrografico della Valle Stretta, tra prati e boschetti, con bella vista sulle imponenti pareti dei Re Magi e sul massiccio dei Séru. Si passa accanto alle Granges Serre d’Aval (1790 m) e alla vicina cappelletta di San Bartolomeo; poco dopo si guada un torrentello, dove lo stradello si trasforma in largo sentiero. Con una ripida salita, si giunge su un dosso dove sorge una grangia isolata; qui si confluisce in un’altra strada sterrata, proveniente dal Rifugio Terzo Alpini.
Seguendola verso destra, si giunge in breve ad un bivio (quota 1835), dove si lascia a destra la diramazione per il Lac Vert e si sale a sinistra. La stradina prende quota dolcemente in un bellissimo lariceto, quindi giunge in una bella radura pianeggiante alla confluenza di due torrenti. Qui si trova un altro bivio (quota 1900 circa): si trascura la diramazione per il Col de la Vallée Étroite e si sale a sinistra lungo la stradina principale. Si sale con vari tornanti (possibili scorciatoie), uscendo dal bosco; lasciato a sinistra il sentiero per il Col du Vallon, si taglia in diagonale verso destra fino alla Maison des Chamois (2092 m).

Sul versante che sovrasta la Maison des Chamois si trovava una miniera di ferro, nota come Mine de Blanchet, attiva forse già dal basso Medioevo, e coltivata fino alla prima metà del XX secolo. La Maison des Chamois nacque nell’Ottocento, proprio per fare da dimora ai minatori che lavoravano nei pressi. Dopo la seconda guerra mondiale, la Valle Stretta passò alla Francia e la casa rimase abbandonata per alcuni decenni; tra gli anni ’50 e ’60, sotto l’impulso di Don Paolo Gariglio di Nichelino, venne recuperata e trasformata in rifugio ad uso dei campi parrocchiali.

Si lascia a destra la breve diramazione che conduce alla casa, e si contorna a monte l’edificio. Lo stradello prosegue poi in piano, fino ad un bivio presso l’imbocco di un vallone sospeso; si gira a sinistra e si rimonta il valloncello sul lato destro idrografico, tra prati e radi larici. Più in alto si confluisce in una carrareccia, che taglia in piano fino alla vastissima conca erbosa del Prat du Plan (2208 m), dove si trova un altro bivio.

Qui compaiono alla vista: la curiosa struttura rocciosa del Grand Adret, il lungo crinale scuro del Rocher de la Grande Tempête e il tondeggiante Mont Thabor.

Si trascura la diramazione per il Lac Lavoir e si gira a destra, attraversando un torrente su una passerella in legno. L’ampio sentiero si innalza con alcune svolte su un aperto pendio erboso, dirigendosi verso la bastionata dolomitica del Grand Séru. Giunti in un piccolo avvallamento, lo si percorre sul lato sinistro idrografico attraversando una piccola pietraia, poi si guada il rio che lo percorre. Si supera una spalla e ci si immette nel Vallon du Diner, l’ampio avvallamento prativo situato tra il Grand Adret e il Grand Séru, e chiuso alla testata dal Mont Thabor.
Si attraversa un ripiano, poi si riprende a salire decisamente e si giunge ad un bivio (quota 2602); si va a destra, salendo in direzione dell’ampio crinale di erba e massi che collega il Grand Séru al Mont Thabor. Poco prima di giungervi, si gira leggermente a sinistra e si sale al bivio del Col des Méandes​ (2719 m), posto sul ciglio di una conca erbosa pianeggiante.

La diramazione di destra percorre l’ampio costone in direzione del Grand Séru, poi si abbassa con numerose svolte per un ripido pendio di erba e massi e porta al bellissimo Lac Peyron (2445 m). Da qui svoltando a destra si può scendere sul fondo del Vallon de Tavernette, incontrando l’ampio sentiero che riporta alle Grange Valle Stretta.

Si gira a sinistra e si scende in breve sul fondo della conca; la si attraversa, poi si riprende a salire su un pendio di erba e ghiaie. Con altri tornanti scavati nella roccia, il sentiero rimonta agevolmente una piccola balza; un breve tratto franato è superato da una passerella metallica. Giunti sul costoncino sovrastante, si piega a destra e se ne risale il filo, alternando tratti dolci e rampe ripide; in questo tratto si incontrano numerose stazioni della via crucis che sale al Thabor.
Quando il costoncino si esaurisce nel pendio sommitale si piega a destra, tagliando in diagonale per ghiaie giallastre (neve fino a stagione avanzata). Giunti all’ampia sella terrosa ai piedi della cupola sommitale (quota 3062), si incontra il sentiero segnalato proveniente dal Col de la Chapelle. Proseguendo dritti, ci si inerpica con vari tornanti sul pendio terminale fino alla cappelletta posta poco sotto alla cima. Salendo gli ultimi metri, si guadagna infine la vetta del Mont Thabor (3178 m).

Le Grange Valle Stretta; sullo sfondo la Punta Charrà
Le Grange Valle Stretta; sullo sfondo la Punta Charrà (12 settembre 2021)
La Maison des Chamois, sovrastata dalla Rocca Bernauda e dalla Punta Baldassarre
La Maison des Chamois, sovrastata dalla Rocca Bernauda e dalla Punta Baldassarre (12 settembre 2021)
La maestosa parete del Grand Séru
La maestosa parete del Grand Séru (12 settembre 2021)
Il Mont Thabor visto dai pressi del Col des Méandes
Il Mont Thabor visto dai pressi del Col des Méandes (12 settembre 2021)
Panorama verso sud-ovest dal Mont Thabor
Panorama verso sud-ovest dal Mont Thabor (12 settembre 2021)
Il Pic du Thabor e la valle della Maurienne dal Mont Thabor
Il Pic du Thabor e la valle della Maurienne dal Mont Thabor (12 settembre 2021)

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