Difficoltà: E
Dislivello in salita: 300 m circa
Tempo: 2.30 – 3 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Marzo 2025

Percorso ad anello relativamente breve, che costituisce uno dei modi più comodi per salire sul Monte Valestra. La salita, piuttosto ripida, si svolge per il boscoso contrafforte nord. La discesa invece segue la lunga cresta sud-ovest, passando per il grazioso oratorio di Santa Maria Maddalena. Si passa poi sul versante meridionale e, tagliando ai piedi delle pareti rocciose, si ritorna a Valestra.

a) Usciti dall’autostrada a Modena Nord, si segue la superstrada per Sassuolo. Giunti al suo termine, alla rotonda, si gira a destra lungo la SP467 in direzione di Reggio Emilia. Si supera il ponte sul Fiume Secchia, quindi si svolta a sinistra lungo la strada per il Passo delle Radici, che ne risale la valle. Poco oltre Roteglia, si gira a destra lungo la diramazione per Baiso, da cui si gira a sinistra e poi ancora a sinistra per Valestra.
b) Da Reggio Emilia ci si porta a Scandiano, da cui si imbocca la SP7 che risale la valle del Torrente Tresinaro. Superato Viano, si svolta a sinistra per salire a Baiso, da cui si gira a destra e poi ancora a sinistra per raggiungere Valestra (687 m).

Il paese è situato su una sella erbosa pianeggiante, che separa il Monte Valestra dal poco appariscente Monte Falò. La differenza di morfologia dei due monti è evidente, ed è dovuta a ragioni geologiche: il Monte Valestra è costituito da arenarie calcaree della successione Epiligure, molto resistenti all’erosione, che affiorano con imponenti pareti rocciose; invece, il Monte Falò è costituito da flysch marnosi molto teneri, e di conseguenza ha forme molto dolci ed arrotondate.

Da Valestra si percorre a piedi la strada provinciale per Baiso, che passa accanto alla chiesa e poi sale con un tornante. Dopo un tratto pianeggiante, si abbandona la provinciale per salire a sinistra lungo via Piane (segnavia CAI 618). La breve stradina asfaltata sale alla sovrastante località Piane (725 m), dove si biforca: si va a destra su una sterrata, e poi ancora a destra lungo una pista (via Passo della Regina) che taglia in piano fiancheggiando un recinto.
Entrati nel bosco, la pista si innalza ripida in diagonale fino a raggiungere il dorso nord-est del Monte Valestra, dove si trova un crocevia (quota 805). Sulla sinistra si dirama una scorciatoia che rimonta direttamente il dorso della montagna. Il percorso segnalato, invece, doppia il contrafforte e passa sul versante della Val Tresinaro. Si lascia a destra una diramazione che scende, quindi si sale dolcemente fino ad un bivio, dove si incontra il segnavia 618h proveniente da Ronteruolo. Seguendo sempre il segnavia 618, si piega decisamente a sinistra e, con un tratto ripido, si ritorna sul dorso del contrafforte, dove ci si ricongiunge con la scorciatoia.
Il sentiero svolta a destra e rimonta il contrafforte boscoso, poi, giunto ai piedi di alcuni affioramenti rocciosi, ritorna sul versante del Tresinaro. In breve, si giunge ad un altro bivio: si lascia a destra il sentiero principale, che porta direttamente all’oratorio di Santa Maria Maddalena evitando la vetta del Monte Valestra, e si piega a sinistra. Seguendo un sentierino che sale a tornanti, si guadagna in breve la cima del Monte Valestra (935 m; 1.10-1.20 ore da Valestra), costituita da una piccola radura con una grande croce metallica.

Attraversata la radura, si riprende il sentiero che scende lungo la cresta sud-ovest della montagna. In breve si giunge al Buco del Diavolo (detto anche Grotta della Mano d’Oro, o Grotta di Santa Maria Maddalena), dove si ritrova la pista principale abbandonata in precedenza.

La grotta si apre a destra del sentiero, sul fondo di una piccola conca assai umida circondata da una recinzione. Si può scendere fino all’ingresso della grotta, ma la visita all’interno è riservata a speleologi esperti. La grotta è di origine tettonica: si sviluppa lungo grandi fratture dell’ammasso roccioso, ed è quasi priva di fenomeni carsici in senso stretto.
Secondo la leggenda, vi si nasconderebbe un inestimabile tesoro, qui lasciato dal brigante Balista in tempi lontani. Questa leggenda si intreccia ad un’altra storia popolare, che racconterebbe l’origine della ricca famiglia dei Manodori. Infatti, una mano d’oro, appartenente al tesoro del brigante, fu ritrovata da un carbonaio che si rifugiò nella grotta. Tornato a valle, il carbonaio condivise la scoperta con i suoi fratelli; insieme decisero di venderla, guadagnando grande ricchezza, e da lì in poi si fecero chiamare Manodori in onore al ritrovamento.

Lasciata a destra la grotta, una breve salita conduce all’Oratorio di Santa Maria Maddalena (926 m), situato su un dosso erboso.

L’oratorio risale al XVII secolo; tuttavia, fu edificato sui resti di un precedente romitorio di cui si hanno notizie fin dal Trecento.

Si prosegue dritti lungo il sentiero che percorre il crinale, mantenendosi vicino al ciglio delle balze che precipitano verso la Val Secchia. Una breve deviazione a sinistra, indicata da un cartello, conduce ad un aereo punto panoramico sul paese di Valestra; altri punti panoramici si trovano poco lontano. Scendendo tra alberelli e rocce affioranti, il sentiero si congiunge con una pista più larga. Poco più avanti, si riceve da destra un’altra carrareccia; si continua a sinistra in discesa, poi si taglia in piano. Aggirato un dosso, si scende brevemente, poi si contorna a nord la gobba su cui sorge l’Oratorio di San Michele.

L’Oratorio di San Michele (804 m), raggiungibile con una breve deviazione a sinistra, sorge su un piccolo dosso. Risale al XII secolo, ed è stato restaurato nel 1999. Accanto, si trovano tavoli e panche per il picnic. La prima domenica d’agosto vi si celebra una festa con messa in onore di San Michele.
Circa 200 metri a ovest dell’oratorio, nei pressi del crinale, si trova un importante sito archeologico, in cui sono stati ritrovati i resti di un villaggio preromano. Questo villaggio potrebbe corrispondere con la località che i Romani chiamavano mons Balista, da cui deriverebbe anche il toponimo del Monte Valestra. Nei pressi del sito archeologico si trovano gli ingressi di tre grotte: la Grotta di San Michele, la Grotta delle Stalattiti e la Grotta Fernando Malavolti. Essendo a sviluppo prevalentemente verticale, con pozzi e strettoie, la visita di queste grotte è riservata a speleologi esperti.

Lasciato a sinistra l’oratorio, la pista prosegue sul versante nord del contrafforte, aggirando alcuni dossi. Scendendo in diagonale si giunge ad un bivio: si lascia a destra il sentiero che prosegue alla volta del Castello di Carpineti, per continuare dritti lungo la sterrata (segnavia 618a). In poche decine di metri si è all’intaglio roccioso del Passo della Regina (780 m circa), che permette di passare sul versante meridionale del contrafforte.
Attraversato l’intaglio, la pista piega a sinistra e scende in diagonale in direzione sud-est, passando alla base di tormentate pareti rocciose. La discesa termina nei pressi della strada asfaltata che collega Valestra a Carpineti (quota 700 circa). Si lascia a destra il breve raccordo che guida alla strada asfaltata e si continua a sinistra lungo la carrareccia segnalata. Dopo un tratto in dolce salita, si riprende a scendere, poi si taglia alla base della grande parete sud-est del Monte Valestra.
Sbucati in una radura (670 m), si lascia a destra una diramazione che conduce al vicino paese di Montelago, per proseguire dritti lungo una sterrata in dolce salita (via Verabolense). Si attraversa un lembo di bosco, quindi si giunge in vista del paese di Valestra. L’ultimo tratto di carrareccia è interrotto da una frana, che si può attraversare senza difficoltà, oppure aggirare dall’alto per prati. Si passa poi per il centro storico di Valestra e, infine, si sbuca sulla strada provinciale di fronte alla chiesa, vicino ai parcheggi da cui si era partiti (1.20-1.30 ore dal Monte Valestra).

La chiesetta di Valestra
La chiesetta di Valestra (2 marzo 2025)
La croce di vetta del Monte Valestra
La croce di vetta del Monte Valestra (2 marzo 2025)
L'Oratorio di Santa Maria Maddalena
L’Oratorio di Santa Maria Maddalena (2 marzo 2025)
L'intaglio roccioso del Passo della Regina
L’intaglio roccioso del Passo della Regina (2 marzo 2025)
Alla base della parete sud-est del Monte Valestra
Alla base della parete sud-est del Monte Valestra (2 marzo 2025)

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