Tintoria – Montecorone – Sasso di Sant’Andrea – Tintoria
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 300 m circa
Tempo: 2.30 – 3 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Marzo 2025
Il Sasso di Sant’Andrea sorge isolato nel ramo più alto della valle del Torrente Ghiaia di Monte Orsello. Meno noto rispetto ai vicini Sassi di Roccamalatina, ne condivide la natura geologica, anche se con forme meno spettacolari. Partendo dalla località Tintoria, presso Roccamalatina, si può effettuare un breve giro ad anello che permette di visitare il Sasso di Sant’Andrea e il grazioso borgo di Montecorone. L’anello è percorribile in mezza giornata. Lo si sconsiglia durante o subito dopo forti piogge in quanto alcune parti diventano eccessivamente fangose: in particolare la ripida salita verso Montecorone e il tratto nei pressi del guado sul Rio Grande.
Accesso
a) Usciti dall’autostrada a Modena Sud, si segue la SP623 attraverso Spilamberto e Vignola. Qui si gira a sinistra in direzione di Bologna, attraversando il Fiume Panaro, poi si svolta a destra (sempre SP623) per salire a Guiglia e Roccamalatina. Attraversato quest’ultimo paese, si giunge alla località Tintoria, dove si trova un trivio: si parcheggia a sinistra, accanto ad un capannone all’inizio di via Lamari.
b) Da Bologna si segue la via Nuova Bazzanese in direzione ovest, per uscire allo svincolo 14, per Bazzano e Castelfranco Emilia. Si va subito a destra (direzione Bazzano), poi, alla seconda rotonda, si gira a sinistra in direzione di Vignola. Superato Savignano sul Panaro, si prosegue a sinistra lungo la SP623 che sale a Guiglia e Roccamalatina. Attraversato quest’ultimo paese, si giunge alla località Tintoria, dove si trova un trivio: si parcheggia a sinistra, accanto ad un capannone all’inizio di via Lamari (522 m).
Itinerario
Si segue via Lamari fino al termine dell’asfalto, dove si trova un bivio. Lasciando a destra le case della località Valle, si imbocca la diramazione di sinistra (segnavia 9). La stradina sterrata scende dolcemente attraverso un boschetto e giunge alle poche case di Lamari (509 m). Qui ci si affaccia sulla valle del Rio Grande, e il Sasso di Sant’Andrea compare alla vista in fondo a destra. La stradina prosegue a mezza costa in dolce discesa, al limite tra il bosco che copre il versante a monte e i prati a sfalcio che scendono verso il fondovalle.
Entrati nel bosco si incontra la Sorgente dei Lamari, raggiungibile con una brevissima deviazione a destra. Si taglia in piano fino alla casa in località Lamari di Sotto (498 m), situata su un costone. Qui la strada termina, e si dipartono due carrarecce: si trascura quella di sinistra, da cui si arriverà al ritorno, per prendere quella di destra (segnavia 9a), che continua a mezza costa nel bosco. Ad un bivio si continua ancora a destra in piano, quindi si passa a monte di una casa isolata.
Scendendo a sinistra, si raggiunge il Fosso Porcia e lo si guada (quota 470 circa). Il sentiero sale brevemente a sinistra e giunge ad un bivio: andando a destra, si sale per una carrareccia piuttosto ripida, assai malagevole se il terreno è fangoso. Attraversato un prato, si guadagna un piccolo costone, da cui si prosegue più dolcemente fino ad un gruppo di case (località Doccia), situate ai piedi del colle dove sorge il borgo di Montecorone. Ci si congiunge con una strada sterrata e, seguendola verso destra, si giunge in breve ad un crocevia (555 m). Si piega a destra e, con una breve salita, si entra nel borgo di Montecorone; è consigliabile salire fino in cima, dove si trovano la chiesa di Santa Giustina e un punto panoramico (593 m).
Montecorone è un borgo di origine medievale, arroccato su un colle roccioso che si affaccia sulla valle del Rio Grande, dividendola nei due rami sorgentizi del Fosso Porcia e del Fosso della Bura. Nel 1277 esisteva già la chiesa di Santa Giustina, mentre nel 1279 viene citato un castello fortificato. Dalla terrazza panoramica la vista si spinge fino alla pianura, dove si notano la città di Modena e, se è limpido, le Alpi sullo sfondo.
Ritornati al crocevia di quota 555, si va dritti (est) lungo la sterrata indicata dal segnavia 9. Procedendo in dolce discesa, si attraversa un boschetto, quindi si passa accanto ad una casa (località la Bura). Attraversato il Fosso della Bura su un ponticello (530 m), la strada inizia a salire e piega a sinistra. Si giunge quindi ad un crocevia, situato nei pressi del costone che forma il Sasso di Sant’Andrea. Lasciata a sinistra la strada principale, si imbocca a destra una carrareccia che in breve sale alla selletta sovrastante (561 m).
Qui si trova un bivio: seguendo l’indicazione per il Sasso di Sant’Andrea, si abbandona temporaneamente la pista principale per prendere a sinistra un sentiero. Salendo nel bosco si guadagna il costone sovrastante. Si scavalca la cima vera e propria del Sasso di Sant’Andrea (585 m), coperta dal bosco, quindi si raggiunge il panoramico pancione roccioso che caratterizza il suo versante ovest.
Il Sasso di Sant’Andrea emerge sul versante destro idrografico del vallone del Fosso della Bura. Analogamente ai vicini Sassi di Roccamalatina, è costituito da arenarie grossolane appartenenti alla Formazione di Antognola, ben più resistenti all’erosione rispetto alle formazioni circostanti. Sul lato orientale, il Sasso si salda quasi direttamente al versante retrostante; verso ovest, si allunga con un tondeggiante testone sommitale, che a sud scende con placche rocciose inclinate, mentre verso nord con dirupi verticali. Dalle placche sommitali emergono alcune curiose strutture erosive a forma di fungo o di boccia. Verso ovest, il Sasso di Sant’Andrea precipita con la sua parete più impressionante, perfettamente verticale e alta circa 90 m. Dal dorso sommitale si ha un bel panorama sulla testata del vallone, con il borgo di Montecorone situato di fronte.
Ritornati indietro alla sella, si riprende la carrareccia verso sinistra (nord). Si taglia a mezza costa un versante coperto dalla boscaglia, con alcuni brevi saliscendi, poi si sbuca all’aperto e si sale fino ad un bivio. Piegando a sinistra, si raggiunge la località Ca’ di Toti (587 m), situata su un ampio e panoramico costone. Attraversato il gruppo di case, si procede in discesa lungo la sterrata principale per alcune decine di metri, poi si piega a destra lungo il sentiero segnalato.
Seguendo un ripido costone, si perde quota velocemente tra erba e arbusti; sulla destra, il versante è caratterizzato da suggestivi calanchi multicolori. Il sentiero piega poi a sinistra e la pendenza diminuisce. Entrati nel bosco, si svolta a destra: superato un tratto assai fangoso e malagevole, si guada il Rio Grande e si raggiunge il grosso rudere del Mulino Livia (441 m). Lasciata a destra una traccia con segnavia azzurri su sfondo bianco, si prosegue a sinistra lungo la pista con segnavia 9. Innalzandosi per un ripido costone boscoso e si ritorna alla casa di Lamari di Sotto (498 m). Da qui si piega a destra e, seguendo il percorso dell’andata, si ritorna a Tintoria.






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