Passo dello Stelvio – Cima Garibaldi – Punta Rosa
Caratteristiche
Difficoltà: E/EE
Dislivello in salita: 300 m circa
Tempo: 1.15 – 1.30 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2013
Breve escursione in alta quota, molto interessante per il panorama e per la possibilità di avvistare rapaci come l’aquila reale e il gipeto. La camminata fino alla Cima Garibaldi è brevissima e adatta a tutti, mentre la salita alla Punta Rosa è più impegnativa, e richiede passo fermo e assenza di vertigini.
Accesso
a) Per chi proviene dalla Lombardia: si risale la Valtellina fino a Bormio, dove si imbocca a destra la strada che, con numerosissimi tornanti, sale al Passo dello Stelvio.
b) Per chi proviene dal Trentino o dall’Alto Adige: da Merano si sale ancora lungo la Val Venosta fino a Prato allo Stelvio. Qui si prende a sinistra la diramazione per il Passo dello Stelvio (2758 m).
Si tratta del valico stradale (raggiunto da strade asfaltate) più alto d’Italia, e il secondo in Europa dopo il Col de l’Iseran. È un’ampia depressione tra il piccolo massiccio della Punta Rosa e il Monte Scorluzzo, che è l’ultimo contrafforte del gruppo dell’Ortles. La strada che lo attraversa è stata aperta (dopo un incredibile lavoro di soli tre anni) nel 1825.
Itinerario
Si segue il segnavia 20, che inizia poche decine di metri sotto al punto di valico, sul versante di Bormio. Si imbocca un’ampia mulattiera che sale decisamente con alcuni tornanti, portandosi sul ripido contrafforte di rocce rotte che, oltre un’edicola sacra, conduce alla Cima Garibaldi (2838 m), dove sorge l’omonimo rifugio.
La Cima Garibaldi (Dreisprachenspitze in tedesco e Piz da las Trais Linguas in romancio) è un dosso poco appariscente del massiccio di Punta Rosa, ma è un importantissimo punto nodale tra le valli del Bràulio, di Trafoi e Muraunza. Il frequentatissimo rifugio sulla vetta è aperto con funzione di alberghetto da giugno a settembre.
Si scende brevemente alla piatta selletta a monte, da cui un ampio sentiero porta ad attraversare il successivo altopiano, dove si trovano resti di opere militari. Giunti ai piedi di un dosso si trova un bivio; si va a sinistra, scavalcando il dosso, poi si aggira la gobba successiva sul versante ovest, attraversando un ripido pendio ghiaioso. Si scende quindi in diagonale raggiungendo la stretta selletta ai piedi della Punta Rosa (quota 2843). Il sentiero segnalato risale molto ripidamente il contrafforte sovrastante per poche decine di metri, poi piega a destra e si porta sul versante est della montagna. Si attraversa il ripido pendio di ghiaia e rocce rotte facendo attenzione ad alcuni brevi passaggi esposti su roccette, poi, con una ripida rampa in diagonale, ci si porta alla Sella da Piz Cotschen (2925 m), posta sull’ampia cresta est della Punta Rosa.
Si piega a sinistra e si risale il panoramico costolone detritico, man mano più ripido, con alcune svolte, sbucando infine sulla cresta sommitale della montagna, formata da rocce rotte. La si percorre per una decina di metri, poi si aggira sulla destra un’anticima con un passaggio esposto. Si supera un caratteristico intaglio con masso incastrato e, con un’ultima breve salita, si raggiunge la cima della Punta Rosa (o Piz Cotschen; 3026 m), segnalata da vari ometti di pietre.
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