Spinas – Margunin – Piz Ot
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 1431 m
Tempo: 4 – 4.40 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2024
Anche se è un po’ più breve rispetto alla salita da Samedan, la salita da Spinas al Piz Ot è meno frequentata, forse perchè il tratto iniziale del percorso è un po’ impervio e malandato. Raggiunto il crocevia di Margunin, le due vie si incontrano e proseguono in comune. Nella parte finale dell’itinerario si concentrano le maggiori difficoltà: una serie di cenge e gradini ottimamente attrezzati con catene e ringhiere.
Accesso
a) In treno fino alla stazione di Spinas.
b) In automobile fino a Samedan o a Bever, quindi in treno fino a Spinas.
c) In automobile fino a Bever, quindi a piedi lungo la stradina sterrata che percorre il tratto inferiore della Val Bever fino a Spinas (1816 m; 1-1.15 ore da Bever).
Spinas è una località della Val Bever, presso la quale la ferrovia che collega l’Engadina a Coira entra nell’Albulatunnel, la lunga galleria che passa sotto all’Albulapass. Può essere raggiunta in treno, a piedi, a cavallo o in bici, ma non con mezzi motorizzati privati. Accanto alla stazione ferroviaria si trova un frequentato albergo-ristorante.
Itinerario
Dalla stazione ferroviaria di Spinas si prende il breve vialetto che porta al ristorante. Si attraversa lo spazio aperto con i tavoli e si giunge ad un crocevia, dove si interseca la stradina sterrata proveniente da Bever. Si percorre la strada verso destra per pochi metri, quindi si imbocca a sinistra (sud) una diramazione che taglia attraverso il prato in direzione di un edificio isolato. Lasciando a sinistra l’edificio, si attraversa una recinzione del pascolo e si imbocca il sentiero segnalato per il Margunin.
Entrati nel bosco, si inizia subito a salire ripidi con varie svolte. Il sentiero si presenta piuttosto impervio e dissestato, a tratti un po’ disturbato dalla vegetazione invadente. Effettuati alcuni tornanti in una radura, si traversa a sinistra e si entra nella ripida parte inferiore della Valletta da Bever. Si rimonta il vallone sul fianco sinistro idrografico, quindi si guada il primo ramo del rio di fondovalle su una passerella in legno (quota 2120 circa). Poche decine di metri più avanti si guada anche il secondo ramo del corso d’acqua e si passa sul versante destro idrografico.
Il sentiero, qui poco evidente ma con abbondanti segnavia, prosegue nei pressi del corso d’acqua, mentre il bosco si dirada e lascia spazio ad arbusti e pascoli. Giunto ai piedi della ripida bastionata che interrompe il tratto inferiore della Valletta di Bever, il sentiero si sposta a sinistra. Si rimonta una ripida comba laterale, limitata da balze rocciose, fino all’ampia sella di Margunin (2426 m).
Sul ripiano erboso convergono vari sentieri. Oltre a quello appena percorso, arriva un altro sentiero proveniente da Samedan; sulla destra si diparte la diramazione che porta al Cho d’Valletta, mentre tutto a sinistra si trova il sentiero che sale al Piz Padella. La località prende il nome dal piccolo alpeggio situato poco a nord-est del crocevia.
Seguendo le indicazioni per il Piz Ot e per la Fuorcla Valletta, si prende a destra (sud-ovest) un sentiero che si innalza per pascoli cosparsi di massi. La salita porta nell’ampia parte superiore della Valletta da Bever, compresa tra il Piz Padella a sinistra, i torrioni di las Trais Fluors in fondo e il Piz Ot sulla destra (che comincia a comparire da dietro i suoi contrafforti secondari). Si guada il piccolo rio che percorre il vallone, quindi se ne rimonta il fondo in dolcissima salita. Poco prima di giungere presso un masso dove si trova un grande segnale in vernice bianco-azzurra per il Piz Ot, si trova un bivio non indicato (quota 2583). Qui si abbandona il sentiero segnalato per imboccare a destra una diramazione marcata da ometti di pietre.
Si tratta di una scorciatoia molto utile per chi sale da Samedan o da Spinas, perchè permette di evitare un lungo giro con saliscendi. Un tempo anche questa scorciatoia era segnalata, ma poi è stata dismessa a seguito di una frana che ne ha in parte sconvolto il tratto finale.
Attraversato un rio, il sentiero si innalza per una ripida china detritica, poi attraversa uno spallone pianeggiante, in bella vista dell’imponente Piz Ot. Appoggiando a destra, si attraversa l’area di sorgenti da cui nasce il rio (Funtauna Fraida; 2690 m circa), quindi si rimonta una spalla detritica. Il sentiero traversa quindi a sinistra, quasi in orizzontale, un ripido versante; alcuni tratti sono stati cancellati da una frana, ma seguendo gli ometti si procede abbastanza agevolmente tra grossi massi. Al termine del traverso, si incontra il sentiero della via normale al Piz Ot, indicato da segnavia bianco-azzurri (quota 2770 circa).
Si segue il sentiero in salita verso destra, con varie svolte prima per ripide ghiaie, poi su rocce montonate. Attraversato un ripiano, si attacca un massiccio costone roccioso, e lo si rimonta a zigzag per cengette, rampe e gradini (breve tratto esposto protetto da ringhiera). Al suo culmine (quota 3020), si percorre una spalla tondeggiante con ometti di pietre. Seguendo attentamente i numerosi segnavia, si passa per una pietraia di grossi blocchi, quindi si attacca il versante sommitale del Piz Ot.
Ci si inerpica con brevi tornanti su terreno ghiaioso, quindi si traversa a destra entrando nella parete terminale della montagna. Qui iniziano i tratti attrezzati con ringhiere e catene. Si percorre una cengia in dolce salita, poi si piega a sinistra e si effettuano numerose svolte tra rampe, gradini e canalini; l’esposizione non è mai troppo elevata, e tutti i passaggi pericolosi sono ben protetti. Quando la pendenza della parete diminuisce, il sentiero appoggia a sinistra e guadagna la cresta sud-est della montagna. Percorrendo l’aereo crestone, tra ghiaie e lastroni, si raggiunge in breve la croce di vetta del Piz Ot (3247 m).
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