Val Sestaione – Lago Nero – Alpe Tre Potenze – Foce di Campolino – Val Sestaione
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 690 m circa
Tempo: 4 – 5 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2019
Suggestivo giro ad anello che contorna l’alta Val Sestaione, tributaria della toscana Val di Lima. La salita si svolge lungo un sentiero frequentatissimo, che dà accesso al grazioso Lago Nero e all’omonimo rifugio. Il ritorno si svolge invece su sentieri meno conosciuti, alla ricerca dei luoghi più solitari del vallone; sono inoltre possibili interessanti deviazioni sul panoramico Poggio alle Porche e ai curiosi “sassi scritti” nei pressi della Foce di Campolino.
Accesso
a) Proveniendo dall’Emilia, si esce dall’autostrada a Modena e si rimonta la strada statale dell’Abetone. Si supera il valico e, giunti in località Fontana Vaccaia, si gira a destra per Pian di Novello. Si entra nella Val Sestaione, quindi si gira ancora a destra raggiungendo l’orto botanico e il parcheggio dell’ex località sciistica.
b) Proveniendo dalla Toscana, si esce dall’autostrada a Lucca e si segue la superstrada della Garfagnana fino a Borgo a Mozzano. Si devia a destra sulla strada statale dell’Abetone, superando Bagni di Lucca, Popiglio e Pianosinatico. Giunti in località Fontana Vaccaia si gira a sinistra lungo la strada per la Val Sestaione; giunti presso un curvone si lascia a sinistra la provinciale per Pian di Novello (attualmente, agosto 2019, chiusa) e si gira a destra sulla dissestata diramazione che conduce all’ampio parcheggio della Val Sestaione (1317 m).
L’ampio parcheggio, situato poco a monte rispetto all’Orto Botanico dell’Abetone, sorse qualche decina di anni fa in funzione di una piccola stazione sciistica. Due piste scendevano dal crinale della Foce di Campolino, servite da un impianto di risalita e da un ristorante. Oggi questa stazione invernale non esiste più e le piste si sono in gran parte rinaturalizzate. Lungo questo versante, a proteggere una bellissima foresta spontanea di faggio e abete rosso, si trova la Riserva Naturale di Campolino.
Itinerario
Si prosegue lungo la strada sterrata, da qui chiusa al traffico (segnavia CAI 104), che si innalza dolcemente nel bosco attraversando il Torrente Sestaione. Presso una capanna in legno si lascia a sinistra una diramazione (la si seguirà in discesa) e si prosegue lungo la pista principale fino ad un altro bivio. Si va a sinistra e in breve ci si porta ad attraversare il Fosso della Piaggetta; subito oltre si lascia a destra la pista forestale per imboccare un sentiero che sale più direttamente tra i faggi. Ritrovata la pista, ora piuttosto sconnessa, si sale dritti nel bosco fino alla graziosa Casetta dei Pastori (1527 m).
Bellissimo rifugetto in pietra immerso nel bosco, venne utilizzato dall’Ottocento agli anni ’70 del Novecento dai pastori: l’ultimo di essi è stato Cesare Petrucci. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu teatro di una strage perpetrata dai nazifascisti: il 12 luglio 1944 nella capanna si trovavano cinque pastori e due partigiani; qualcuno sapeva e tradì, così che con un attacco fulmineo i nazifascisti accerchiarono la capanna e uccisero coloro che vi si rifugiarono. A ricordo del fatto, si trova oggi un piccolo monumento. La capanna è stata restaurata nel 2003 dal Gruppo Trekking Val Sestaione e dal Gruppo Alpini “Zeno Colò”, e oggi funge da piccolo rifugio non custodito. In genere è chiusa.
Lasciando a sinistra il sentiero 106 si continua a destra lungo la pista marcata dal segnavia 104. Si sale nel bosco fino ad incontrare il segnavia 102; si segue l’ampia traccia verso sinistra in dolce salita. Giunti presso il minuscolo Fosso di Lago Nero si abbandona temporaneamente la carrareccia per salire a destra lungo un sentiero sassoso più diretto. Ritrovata la pista, la si segue verso destra per alcune decine di metri, poi si imbocca a sinistra un sentiero che sale nel bosco (cartello indicante “Lago Nero”).
Con ripida ascesa si sbuca su un bel ripiano al limite superiore della faggeta, ai piedi della piramide dell’Alpe Tre Potenze; qui si lascia a sinistra il segnavia 100, diretto alla Foce del Ribellino, per continuare a destra lungo il sentiero principale. In breve si raggiunge il Bivacco Lago Nero (1735 m); subito oltre, poco più in basso, giace il bellissimo Lago Nero (1720 m).
Esteso per circa 7000 mq, questo grazioso laghetto naturale si trova in una conca di circo glaciale ai piedi dell’Alpe Tre Potenze. È diviso in due bacini da una penisola, il che gli dona una forma curiosa, simile alla cornetta di un telefono o ad un poggiatesta da automobile. Il laghetto è poco profondo, e le sue sponde sono caratterizzate da una fitta vegetazione palustre.
Il Bivacco Lago Nero, che sorge subito sopra, è stato ricavato dal riadattamento di una stalla. È aperto e custodito tutti i fine-settimana dell’anno e per tutto il mese di agosto, con 16 posti letto, acqua corrente e cucina a disposizione (non effettua servizio di ristorante o alberghetto). Nei periodi di chiusura è comunque presente un locale invernale dotato di 4 posti letto.
Senza scendere al lago, si gira a sinistra lungo l’ampio sentiero segnalato; si trascura una diramazione a sinistra che sale direttamente al crinale e si contorna la conca del Lago Nero con alcuni brevi saliscendi. Doppiato un piccolo contrafforte si trova un altro bivio; si può scegliere se salire a sinistra lungo una scorciatoia che si porta sul crinale oppure tagliare ancora fino al vicino Passo della Vecchia (1782 m).
Si tratta di una marcata sella del crinale appenninico principale, posta tra la piramidale Alpe Tre Potenze e l’aguzzo Dente della Vecchia. È un importante crocevia di sentieri: vi convergono le vie di crinale e i sentieri che salgono dalla Val di Luce e dalla Val Sestaione.
Si svolta a sinistra lungo il crinale (segnavia 00) e, lasciata a destra la diramazione per il vicino Lago Piatto, si ritrova la scorciatoia citata in precedenza. Il ripido sentierino si innalza tra i vaccinieti nei pressi del crinale, che si affaccia sulla conca del Lago Nero con dirupi stratificati. Con panorami sempre più vasti, si guadagna la vetta dell’Alpe Tre Potenze (1935 m; 2 – 2.30 ore dal parcheggio di Val Sestaione).
Si scende lungo l’aerea cresta meridionale della montagna, percorsa da una traccia priva di segnavia. Lasciata a sinistra una diramazione che ritorna al Lago Nero, si scavalca una piccola anticima (1915 m) e si prosegue in discesa lungo il ripido crinale, che piega verso sud-est. Si aggira una seconda anticima rocciosa sul lato sinistro, quindi si scende velocemente all’ampia Foce del Ribellino (1749 m), dove si incontra il sentiero CAI 100.
Il largo valico divide l’Alpe Tre Potenze dal massiccio Poggio alle Porche. Vi si trova una piccola stazione di pino mugo, inserito artificialmente. Da qui, invece che seguire il percorso di mezza costa descritto sotto, è possibile continuare per l’ampio crinale erboso fino alla piatta cima del Poggio alle Porche (o Diaccio al Bosco; 1870 m), sormontata da un antico cippo di confine. Scendendo per la sua cresta orientale, con alcuni passaggi un po’ esposti, si arriva alla Foce di Campolino.
Si segue il sentiero segnalato, che si porta sul versante settentrionale del crinale, passa accanto ad una piccola pozza temporanea e contorna l’ampio Poggio alle Porche. Piegando a destra, si sale in breve alla Foce di Campolino (1786 m).
Si tratta di uno stretto intaglio roccioso, posto tra il Poggio alle Porche e una cima secondaria senza nome, quotata 1839 m. È crocevia di antichi percorsi tra la Garfagnana e la Val di Lima, oggi caduti in disuso.
Si abbandona il sentiero 100 per imboccare a sinistra un sentierino che si abbassa velocemente verso nord (tacche rosse e azzurre). Si percorre una ripida vallecola, poi si sorpassa una fonte e si sbuca in un ripiano erboso dove si trova un bivio (quota 1640 circa).
Il pianoro in cui ci troviamo è in parte acquitrinoso: si tratta infatti di ciò che resta di un laghetto completamente interrato. La diramazione di sinistra attraversa la radura e si congiunge con il sentiero CAI 106, che, seguito in discesa, riporta alla Casetta dei Pastori.
Si prende la diramazione di destra, che all’inizio è quasi una curiosa strada acciottolata. Procedendo tra boschetti e radure si incrocia una pista sterrata e si incontrano i vari sassi scritti.
Sono piatti lastroni di arenaria, probabilmente lisciati da un antico ghiacciaio; su di essi si trovano numerosissime incisioni, alcune recenti, altre (ad esempio i cruciformi) decisamente meno.
Si incontra un bivio, dove si gira a sinistra in direzione della Casetta dei Pastori. Si perde quota nel bosco e ci si congiunge con una pista sterrata; lasciata a sinistra la diramazione per la Casetta dei Pastori, si continua lungo l’evidente pista, che curva a destra e si innesta nel taglio di una pista da sci abbandonata, ormai invasa da arbusti e alberelli. Il sentiero segue fedelmente la vecchia pista, scendendo velocemente al fondovalle e attraversando il Torrente Sestaione su un ponticello. Subito oltre, presso una capanna in legno, ci si congiunge con la strada sterrata seguita in salita; da qui si scende al parcheggio con il percorso dell’andata.
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