Diga del Lagastrello – Rifugio Sarzana – Punta Buffanaro – Monte Alto – Passo di Pietratagliata – i Ghiaccioni – Diga del Lagastrello

Caratteristiche

Difficoltà:
Sentiero attrezzato dei Groppi di Camporághena: EEA II 2
Ferrata del Monte Alto: EEA II 3 (evitabile con sentiero EE)
Ritorno: E
Dislivello in salita: 1250 m circa
Tempo: 7.30 – 8.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Giugno 2018

Percorso ad anello lungo e faticoso, ma di grandissima soddisfazione, in uno degli angoli più selvaggi di montagna appenninica. Dopo il lungo avvicinamento tra boschi, praterie e laghetti naturali che porta al Rifugio Sarzana e alla Sella di Monte Acuto, si percorre l’intera cresta dei Groppi di Camporághena, attrezzata con cavi metallici nei punti più esposti e impervi. I tratti attrezzati sono facili, ma l’attrezzatura da ferrata è indispensabile per evitare rischi inutili. Giunti sulla panoramica vetta del Monte Alto, si può decidere se scendere lungo il ripido sentierino della “via normale”, che costeggia la cresta nord, oppure seguire integralmente la rocciosa cresta, lungo il percorso di una breve via ferrata. Dal Passo di Pietratagliata il percorso si fa agevole: per buoni sentieri si attraversa la bellissima conca glaciale dei Ghiaccioni, si risale faticosamente al Rifugio Sarzana e si torna alla Diga del Lagastrello.

Accesso

a) Dal casello autostradale di Berceto si va in direzione di Monchio delle Corti, superando il Passo del Sillara, il Passo di Ticchiano e il detto paese, da cui si prosegue per Rigoso. Poco dopo Rigoso si trova a sinistra la deviazione per Miscoso e Succiso. La si imbocca e, oltre un ponte, si trova a destra una piazzola-parcheggio.
b) Dal casello di Aulla si procede in direzione Licciana Nardi (SS665) e, superato il paese si sale al Passo del Lagastrello. Si continua sul versante emiliano per pochi km, fino a costeggiare il Lago Paduli, chiuso a valle dalla cosiddetta Diga del Lagastrello. Si imbocca quindi a destra la deviazione per Miscoso e Succiso, superando un ponte e parcheggiando subito oltre (piazzola sulla destra; 1159 m).

La Diga del Lagastrello, coperta dall’erba, è alta circa 15 m e trattiene l’ampio Lago Paduli, l’unico lago artificiale della zona e, ovviamente, anche il più ampio. Le acque del lago vengono utilizzate per produrre energia idroelettrica.

Avvicinamento

Si imbocca un ampio sentiero (segnavia 659 e “Sentiero dei Ducati”) che, costeggiando una recinzione, gira a sinistra ed entra nel bosco. Subito si raggiunge una radura con cippo dove il sentiero si biforca. Si va a sinistra (la deviazione di destra verrà seguita in discesa) e si prende quota dolcemente nella faggeta. Aggirato un avvallamento che ospita una pozza stagionale, si scende brevemente per attraversare il Rio Garzoli. Si risale nel bosco, poi si lascia a sinistra il “Sentiero dei Ducati”, che si dirige verso Miscoso. Poco più avanti si incontra una pista forestale, che si segue in salita verso destra, sbucando poi in una radura con crocevia (località Quattro Fagge; 1353 m).
Si continua a destra lungo la pista forestale, che rientra nella faggeta, ma presto la si abbandona per deviare a destra sul sentiero segnalato. Il sentiero si porta sul filo di un costone boscoso poco marcato, poi piega a sinistra quando questo si fa troppo ripido. Più in alto si sbuca all’aperto, continuando a salire tra boschetti e radure di erba e massi, ai piedi del Monte Acuto. A quota 1564 si valica un contrafforte, poi si taglia pressochè in piano alti sulla conca del Lago Gora, visibile a tratti tra gli alberi. Con alcuni saliscendi ci si porta a superare un secondo contrafforte, da cui una brevissima ma ripida discesa porta al Rifugio Sarzana (1581 m).

Nascosto nel bosco nei pressi del Lago di Monte Acuto, è stato costruito dal CAI di Sarzana nel 1980 dapprima come due prefabbricati in lamiera, poi ricostruito in legno nel 1998. È aperto in estate e nei fine-settimana, ed è dotato di 24 posti letto. Negli altri periodi è aperto il locale invernale, che conta di 6 posti letto.

Seguendo le indicazioni per la Sella di Monte Acuto, si scende fino sulle rive del Lago di Monte Acuto (1574 m).

È uno dei laghi più belli dell’Appennino Tosco-Emiliano, di origine glaciale. Si estende per circa 8000 mq e ha una forma allungata, che si protende verso i sovrastanti versanti di erba e rocce del Monte Acuto e della Piastrazza.

Attraversato l’emissario del lago, si lascia a sinistra il segnavia 659 che prosegue alla volta dei Ghiaccioni per imboccare a destra il sentiero 657, che sale in breve ad un ripianetto boscoso. Si sale decisamente nel bosco, girando gradualmente verso destra, poi si esce all’aperto e si piega a sinistra, tagliando in diagonale il versante sud-est del Monte Acuto, con bellissima vista sull’Alpe di Succiso. Con un’ultima salita tra erba e massi si raggiunge la Sella del Monte Acuto (1721 m; 2 – 2.15 ore dal parcheggio), posta ai piedi dell’aguzzo monte omonimo. Qui si trascura il sentiero che scende a destra verso la Costaccia per girare a sinistra (sbiaditi segnavia 00). Il sentierino sale per prati contornando il dosso della Piastrazza, sormontato da un cippo di confine. Giunti sul panoramicissimo e ampio crinale, lo si rimonta, alternando tratti dolci a tratti più ripidi. In breve si giunge sull’arrotondata cima detta Costa del Lago (1780 m), da cui si ha un bel panorama sulla cresta fino alla Punta Buffanaro. Si scende ripidi fino ad una forcella, dove si trova il cartello che segnala il sentiero attrezzato dei Groppi di Camporághena.

Sentiero attrezzato dei Groppi di Camporághena

Un primo tratto di cavo su ripide placche rocciose in leggera discesa permette di aggirare un dentone roccioso. Si sorpassa una selletta (1725 m) e si riprende a salire ripidamente sull’aereo crinale erboso, fino alla cima successiva (1796 m). Qui riprendono i cavi, che guidano in discesa per l’affilato crinale, tenendosi sulle ripide placche del versante emiliano; scesa una vertiginosa balzetta sul lato toscano, un tratto facile porta ai piedi di una paretina verticale. Si risale il salto, alto 2-3 metri e ben appigliato, quindi si prosegue per placche fino ad uno spigoletto, dove si piega a destra e si scende in aderenza per qualche metro verso sud. Con un breve tratto di cavo si scavalca l’ultimo spuntone roccioso e si giunge alla Sella di Punta Buffanaro (1750 m). Qui termina il primo tratto attrezzato.

Qui si diparte a sinistra il sentiero con segnavia 657a, che riporta in breve al Rifugio Sarzana, e che può quindi costituire una via di fuga in caso di peggioramento del tempo.

Sempre seguendo il segnavia 00 si continua lungo un impervio ed aereo sentierino, che risale il tratto successivo di crinale tenendosi sul lato toscano. Superate alcune roccette si tocca il filo di cresta, poi si ritorna sul versante toscano. Con una serie di tornanti e traversi esposti, si prende quota velocemente; ritornati in cresta, si svolta a destra e si raggiunge l’aerea vetta della Punta Buffanaro (1879 m; 1.30  1.45 ore dalla Sella di Monte Acuto).

Si piega a sinistra lungo l’affilato crinale spartiacque, poi si scende in diagonale sul versante emiliano fino ad un’ampia sella erbosa (1799 m) dove si incontra il segnavia 106 proveniente da Torsana. Il sentierino di crinale scavalca i dossi successivi per elementari roccette, poi giunge ai piedi di una balza dove riprende il cavo metallico. Si risale la balza, alta 5-6 metri ma abbastanza facile, quindi si effettua un altro traverso per placche. Al termine riprende il sentierino che, salendo dolcemente per ampie praterie, guida alla cima del Monte Alto (1903 m; 35  50 minuti da Punta Buffanaro).

Si svolta a sinistra in direzione del Passo di Pietratagliata (segnavia 673), su un sentierino che scende ripido lungo l’aerea ed erbosa cresta nord del Monte Alto. Giunti nei pressi di un affilato spuntone roccioso si presentano due possibilità:

Variante “a”: discesa lungo la normale al Monte Alto

Il sentiero segnalato piega a sinistra e scende ripido in diagonale, aggirando alcuni spuntoni rocciosi. Si gira poi a destra in piano, superando una fascia rocciosa con un traverso un po’ esposto. Risalita una balza rocciosa (I+ malagevole), si sbuca su un’ampia mulattiera a pochi metri dal Passo di Pietratagliata (15 25 minuti dal Monte Alto).

Variante “b”: Ferrata del Monte Alto

Si lasciano a sinistra i segnavia e si prende a destra un sentierino che, per facili rocce, si porta alla base dello spigolo dello spuntone roccioso. Si risale lo spigolo, verticale e inizialmente povero di appigli (una staffa aiuta parecchio), quindi si giunge sulla sua sommità. Effettuato un traverso parecchio aereo verso destra, si scende per le ripide placche del versante opposto in aderenza (pendenza 40-50°). Questo tratto offre spettacolari viste aeree sulla conca delle Sorgenti del Secchia. Giunti alla fine delle placche riprende il sentierino, che scavalca un dosso e guida ai piedi dello spuntone successivo. Si risale lo spigolo, più abbattuto e facile del precedente (una staffa), quindi si scavalca la sommità dello spuntone e si scende per tracce tra rocce affioranti. Un ultimo breve tratto attrezzato su facile placca conduce al Passo di Pietratagliata (1769 m; 35  45 minuti dal Monte Alto).

Il Passo di Pietratagliata è un elevato e selvaggio valico, posto sul crinale tra il Monte Alto e l’Alpe di Succiso. Il nome del passo deriva da una leggenda popolare, secondo cui fu Federico Barbarossa a intagliare il passaggio tra le rocce, nella sua fuga dai comuni italiani. In realtà le rocce del passo sono intagliate naturalmente, in forme che dipendono dalla disposizione degli strati rocciosi di arenaria.

Ritorno

Si imbocca a sinistra la bella mulattiera (segnavia 673) che scende con alcuni tornanti nell’ampia conca glaciale compresa tra i Groppi di Camporághena e l’Alpe di Succiso. Attraversato un rio, si prosegue tra lembi di faggeta e radure, fino all’ampio prato pianeggiante dei Ghiaccioni (quota 1380 circa). Qui si trova un crocevia.

Con una breve deviazione a destra, si può raggiungere in pochi minuti il Bivacco Ghiaccioni, piccola costruzione in pietra sempre aperta, circondata dai faggi, che può offrire riparo in caso di maltempo.

Si imbocca a sinistra il sentiero 659 (indicazioni per il Rifugio Sarzana), che guada due piccoli rii presso la loro confluenza e rientra nel bosco. Salendo tra i faggi si va ad attraversare un altro ruscello, che scorre in un alveo sassoso. Il sentiero prende quota per un breve tratto accanto al ruscello, poi si allontana sulla destra con alcuni tornanti. Man mano che si sale il sentiero si fa più ripido, ed effettua numerose svolte nel bosco a poca distanza da un ampio ghiaione. Si svolta poi a destra e, superate due aie carbonili, si giunge su un costone boscoso dove si trova un altro bivio. Trascurato il sentiero di sinistra per Punta Buffanaro e il sentiero non segnalato che scende dritto, si gira lievemente a sinistra per continuare lungo il sentiero 659, che taglia in piano tra i faggi.

In questo tratto si nota che i faggi crescono tutti a “gancio”, con la base curvata e il tronco dritto. Questa curiosa caratteristica è dovuta ad un fenomeno di “soil creep”, cioè scivolamento lentissimo (anche meno di 1 cm all’anno) del suolo verso valle. Il suolo, scivolando, fa curvare il ceppo e le radici dell’albero; tuttavia il movimento è così lento che, durante la crescita, il faggio ha il tempo di raddrizzarsi e continuare verso l’alto in verticale.

Il lungo traverso nel bosco precede un breve tratto su pietraia, in parte risistemata. Passati accanto ad un bel laghetto temporaneo, in qualche minuto di cammino, si giunge al Lago di Monte Acuto e al Rifugio Sarzana. Da qui, seguendo il percorso già effettuato all’andata, si ritorna in poco meno di un’ora e mezza al parcheggio presso la Diga del Lagastrello.

Il Lago di Monte Acuto
Il Lago di Monte Acuto (16 giugno 2018)
Il primo tratto attrezzato sui Groppi di Camporàghena
Il primo tratto attrezzato sui Groppi di Camporághena (16 giugno 2018)
Un tratto della cresta visto dalla salita per Punta Buffanaro
Un tratto della cresta visto dalla salita per Punta Buffanaro (16 giugno 2018)
L’aereo sentierino che sale a Punta Buffanaro
L’aereo sentierino che sale a Punta Buffanaro (16 giugno 2018)
Le Alpi Apuane viste dal Monte Alto
Le Alpi Apuane viste dal Monte Alto (12 ottobre 2019)
Un torrione sulla cresta nord del Monte Alto
Un torrione sulla cresta nord del Monte Alto (12 ottobre 2019)
Il circo glaciale sovrastato dal Passo di Pietratagliata
Il circo glaciale sovrastato dal Passo di Pietratagliata (16 giugno 2018)
La dolce discesa verso i Ghiaccioni
La dolce discesa verso i Ghiaccioni (16 giugno 2018)

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