Sentiero attrezzato “Adolfo Ferrari”
Caratteristiche
Difficoltà: EEA I 2
Sviluppo del tratto attrezzato: 180 m circa
Dislivello del tratto attrezzato: 100 m circa
Tempo per il tratto attrezzato: 0.45 – 1 ora
Ultima ricognizione: Novembre 2017
Il Sentiero Adolfo Ferrari risale il contrafforte occidentale della cima principale del Monte Roncalla. Nonostante sia indicato come “sentiero attrezzato”, si tratta di una vera e propria via ferrata, e va percorso con attrezzatura adeguata. Il percorso è facile per la maggior parte del suo sviluppo, con settori di arrampicata piacevole alternati a brevi tratti dove si cammina; ci sono solo due passaggi ostici, entrambi nella prima parte del percorso. Le attrezzature (cioè solo il cavo) sono buone: spesso il cavo è un po’ lasco, ma nei pochi passaggi difficili è ben ancorato. Il percorso è stato realizzato dai soci del GAEP, ed è dedicato ad Adolfo Ferrari, socio del gruppo scomparso improvvisamente nel 2003.
Accesso
a) Da Genova si raggiunge la val d’Áveto passando per la val Fontanabuona e il Passo della Scoglina. Da Chiavari la si raggiunge scavalcando il Passo della Forcella. Giunti a Rezzoaglio si prosegue lungo la SS586 fino ad attraversare il Torrente Gràmizza su un ponte si raggiunge un bivio. Andando a destra si supera l’abitato di Caselle e ci si congiunge con la SS654 ad Allegrezze. Si prosegue a sinistra superando Santo Stefano d’Áveto, poi si lascia a destra la SS654 e si prosegue sulla stradina che supera Roncolongo, poi raggiunge Rocca d’Áveto.
b) Dal casello autostradale di Piacenza si imbocca la SP654 che risale la Val Nure. Si superano i paesi di Bettola e Ferriere, poi si valica il Passo del Tomarlo. Raggiunto Santo Stefano d’Áveto si devia a destra sulla ripida stradina che raggiunge Rocca d’Áveto.
c) Da Piacenza si sale a Bobbio da cui si prosegue fino a Marsaglia. Si risale la val d’Áveto fino alla deviazione a sinistra per Pievetta e Santo Stefano d’Áveto, da cui si sale a Rocca d’Áveto. Si parcheggia nell’ampio piazzale inferiore (1254 m).
In origine, questa località era denominata “Cascine di Tenente”, toponimo che si ritrova ancora in gran parte della cartografia ufficiale. Vi sorgevano alcune cascine, poste lungo l’importante mulattiera che collegava la Val d’Áveto all’Emilia scavalcando il Passo del Tomarlo. Le Cascine di Tenente si trasformarono in “Rocca d’Áveto” quando il paese di Santo Stefano divenne centro di villeggiatura, e con l’apertura del piccolo comprensorio sciistico del Monte Bue. Le cascine originarie sono state sostituite da alcuni gruppetti di case di villeggiatura. Da Rocca d’Áveto parte la seggiovia che, in due tronconi, porta al Prato della Cipolla e al Monte Bue.
Avvicinamento
Si imbocca la strada per Santo Stefano d’Áveto e la si segue in discesa fino ad un bivio con pietrone e cassonetto della spazzatura (quota 1236). Si piega a destra lungo una dissestata diramazione che sale tra case isolate e boschetti di abeti. Presso le ultime due case (quota 1278) la stradina diventa sterrata e, lasciato a destra un garage, termina contro il pendio sovrastante. Si piega quindi a sinistra lungo un sentiero che, oltrepassato un cancello del pascolo, scende tra boschetti e radure. Si attraversa il Rio Crosa Ravezza, quindi si sale con una ripida rampa in diagonale. Superato un secondo ruscello (fonte poco sopra) la traccia si addolcisce ed effettua alcuni saliscendi tra arbusti, rocce e radi faggi.
Con una breve salita ripida si guadagna un vasto ripiano arbustivo ai piedi delle imponenti pareti del Groppo Rosso; qui si trova un bivio dove si incontra il segnavia “triangolo giallo vuoto“, proveniente da Santo Stefano d’Áveto. Si segue a destra il sentiero segnalato che attraversa il ripiano, poi lascia a sinistra una diramazione ed entra in un boschetto di conifere. Con una breve salita si giunge ad un bivio (quota 1352); si lascia a destra il sentiero per il Groppo Rosso per continuare dritti in direzione della Valle Tribolata (segnavia: tre pallini gialli). Presto il sentiero si biforca, ma prendere l’una o l’altra diramazione è indifferente; in ogni caso ci si congiunge con il sentiero con segnavia 103, proveniente da Santo Stefano d’Áveto, e lo si segue verso destra, passando dalla pineta al bosco di faggi.
Lasciato a destra il sentiero 197, diretto al Groppo Rosso, si continua con brevi saliscendi fino a trovare, un po’ nascosto sulla destra, il cartello che indica il Sentiero “Adolfo Ferrari” (quota 1460 circa). Si imbocca sulla destra una traccia poco evidente, segnalata con pallini gialli, che si inerpica nella faggeta, poi piega a sinistra e raggiunge il contrafforte che delimita a meridione la Valle Tribolata. Con splendida vista sui caotici ammassi rocciosi si risale il contrafforte in ripida ascesa con qualche passo esposto, quindi si giunge all’attacco della via (1.15 – 1.30 ore da Rocca d’Áveto).
Via ferrata
Si rimonta una facile placca inerbita, al termine della quale il cavo obbliga a superare un saltino verticale; si può comunque passare comodamente su un sentierino a destra. Si traversa brevemente a destra fino ai piedi del primo gendarme, che si risale per un camino lievemente strapiombante di pochi metri (è il passaggio più difficile; se non si ha tecnica di arrampicata bisogna tirarsi su di forza con il cavo). Scavalcata la cima del gendarme si scende brevemente ad uno stretto intaglio, quindi si traversa a sinistra fino ad entrare in una piccola spaccatura. Si esce dalla spaccatura approfittando di entrambe le pareti e si gira a destra su una facile placca inclinata che porta alla vetta del secondo gendarme.
Da qui con pochi metri pianeggianti si arriva al termine della prima parte attrezzata; si imbocca un sentierino tra gli alberi che porta in breve all’attacco della seconda parte, mediamente più facile. Si risale un’altra bella placca di alcune decine di metri, poi si traversa a destra e ci si porta ai piedi di un ripido sperone che si supera per il suo filo; l’arrampicata è ripida ma facile e divertente. Al termine dello sperone la pendenza diminuisce e, facendo un po’ di attenzione alla roccia friabile, si giunge al termine della seconda parte della ferrata.
Un breve tratto di sentiero porta ai piedi di un ultimo gendarme isolato, recante una targa con una citazione di Adolfo Ferrari; il torrione può essere superato direttamente per un diedro quasi verticale, oppure aggirato a sinistra senza alcuna difficoltà (catena e cavo metallico). Per tracce di sentiero si attraversa un boschetto di faggi e, tra i prati, si arriva sulla cima principale del Monte Roncalla (Prato del Pero; 1686 m).
Discesa
Vista la fittissima rete di percorsi segnalati ci sono numerose possibilità di discesa o di giri ad anello in zona. Si può tornare direttamente a Rocca d’Àveto in circa tre quarti d’ora; altrimenti, si può fare un anello più lungo scendendo al Passo Crociglia e ritornando all’attacco mediante il sentiero 103. I più allenati possono invece andare alla volta dei monti Bue e Maggiorasca.
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