S-chanf – Acla Laret – Menhir da Prospiz – God God – S-chanf
Caratteristiche
Difficoltà: T (T/E la deviazione a Botta Striera)
Dislivello in salita: 430 m circa
Tempo: 2.15 – 3 ore
Ultima ricognizione: Luglio 2019
Percorso ad anello breve e molto comodo, che gira intorno a La Sassa, il caratteristico gobbone roccioso che sovrasta il paese di S-chanf. Oltre che offrire bei panorami sull’Engadina, il percorso ha anche interesse archeologico: con una breve deviazione si possono visitare un curioso menhir e i pochi resti di un villaggio risalente alla Tarda Età del Bronzo.
Accesso
a) In treno fino a S-chanf.
b) In automobile, proveniendo da St-Moritz, si scende lungo l’Engadina fino a trovare a sinistra la breve diramazione per S-chanf. Subito prima di entrare in paese, un cartello marrone indica un parcheggio sulla sinistra.
c) Proveniendo da Scuol o da Zernez, si risale l’Engadina fino a trovare sulla destra la breve diramazione per S-chanf. Subito prima di entrare in paese, un cartello marrone indica un parcheggio sulla sinistra (1669 m).
Per chi arriva in treno, si attraversa il paese in direzione est, fino a trovare i segnavia che portano a sinistra, oltre la ferrovia. In breve ci si ricongiunge con il percorso principale.
Itinerario
Dal parcheggio si ritorna sulla strada principale per il centro di S-chanf e la si percorre brevemente verso sinistra. Si imbocca poi a destra un sottopasso che permette di superare la ferrovia (paline escursionistiche). Si procede quindi lungo una stradetta sterrata che inizia a salire in diagonale alla base della parete rocciosa di La Sassa, ricevendo da sinistra una diramazione che proviene dal centro di S-chanf. Si sale lungamente in obliquo tra i prati, con bei panorami sull’Engadina; si abbandona poi la carrareccia inerbita per prendere a destra un sentiero che sale più direttamente.
Guadagnata una spalla erbosa con panca in legno (quota 1912), si gira a destra e in breve ci si riporta sulla carrareccia, attraversando una recinzione. La pista sale per prati, lasciando a destra un baitello, quindi attraversa un boschetto di larici (fonte) e giunge alla malga di Acla Laret (2006 m). Si prosegue su strada sterrata, costeggiando l’avvallamento erboso di Pros da Laret, quindi si rientra nel bosco e si giunge ad un crocevia con numerose paline escursionistiche (quota 2044).
Deviazione: Menhir da Prospiz e Botta Striera. Attraversando una recinzione, si imbocca a destra un sentiero che scende nel bosco, marcato da evidenti segnavia bianco-rossi. In breve si giunge alla bellissima radura di Prospiz; sulla sinistra si nota il caratteristico Menhir da Prospiz, un irregolare masso dolomitico. Si attraversa l’avvallamento erboso e si riprende il sentiero segnalato, che taglia in piano fino a guadagnare il crinale di La Sassa. Si scende brevemente verso sinistra, poi si risale una ripida rampa che porta sul cocuzzolo di Botta Striera (2009 m; 10-15 minuti dal crocevia). Qui, tra il 1932 e il 1933, scavi archeologici hanno portato alla luce un insediamento risalente alla Tarda Età del Bronzo (circa 1400 a.C.): le tracce umane più antiche rinvenute in questa parte di Engadina.
Dal crocevia, si lascia a sinistra la sterrata per l’Alp Griatschouls e si continua sulla stradetta di destra, iniziando a scendere. Si trascura a destra una seconda diramazione per il Menhir da Prospiz e si continua attraversando il God God.
Si tratta di un bel bosco misto di conifere, tutelato come riserva integrale: nel periodo invernale è assolutamente vietato accedervi; nel periodo estivo si può ma non bisogna abbandonare i sentieri segnalati. Il toponimo è curioso: il termine romancio god significa “bosco, foresta”, quindi letteralmente siamo nel Bosco Bosco.
La sterrata scende lungamente in diagonale verso nord-est, lasciando a sinistra un’altra diramazione per l’Alp Griatschouls, poi effettua un ampio tornante e riprende a obliquare in direzione opposta. Si giunge quindi ad un importante crocevia (quota 1721). Si seguono a destra le indicazioni per S-chanf, tagliando quasi in piano l’ultimo tratto di bosco. La stradina esce quindi all’aperto, attraversando il ripido versante della Tschessa Granda, affacciato direttamente sul fondovalle dell’Engadina; il percorso si mantiene parallelo alla ferrovia, qualche decina di metri più in alto. Puntando verso l’ormai visibile paese di S-chanf, ci si porta ad un sottopasso e ci si congiunge con la strada per il centro del paese. La si segue brevemente verso destra, quindi si ritrova sulla sinistra il parcheggio da cui si era partiti.
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