Vico Pancellorum – Via degli Scappi – Monte Balzo Nero – i Piani – Vico Pancellorum
Caratteristiche
Difficoltà: EE la salita, E la discesa
Dislivello in salita: 750 m circa
Tempo: 3.40 – 4.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Novembre 2024
La Via degli Scappi è un antico passaggio, una volta utilizzato dai pastori, che permette di salire al Monte Balzo Nero per il precipite versante sud-est. Attraversando canaloni, cenge e costoni, si sfruttano i punti deboli della montagna, arrivando sulla cresta sommitale senza troppe difficoltà. La via comunque richiede un certo impegno, abitudine ai terreni impervi, senso dell’orientamento e totale assenza di vertigini. Sia lungo la salita, che lungo la cresta sommitale, si incontrano facili passaggi di arrampicata, mai superiori al I grado. Si propone poi la discesa per la via normale, che effettua un giro più lungo e facile, sul versante nord della montagna e per il vallone del Rio Coccia.
N.B. La Via degli Scappi si svolge in ambienti rupestri dove nidificano numerose specie di rapaci. Per questo, è permesso percorrerla solamente dal 1° ottobre al 28 febbraio (o 29, in anno bisestile).
Accesso
a) Proveniendo dall’Emilia, si esce dall’autostrada a Modena e si segue la strada statale dell’Abetone. Superato il valico si scende in direzione di Lucca e, poco oltre Popiglio, si devia a destra per raggiungere Vico Pancellorum.
b) Proveniendo dalla Toscana, si esce dall’autostrada a Lucca e si segue la superstrada della Garfagnana fino a Borgo a Mozzano. Si devia a destra sulla strada statale dell’Abetone, superando Bagni di Lucca. Poco oltre la località Giardinetto, si devia a sinistra per salire a Vico Pancellorum. Si lascia l’auto nel parcheggio a monte della parte più alta del paese, dove termina l’asfalto (656 m).
Il suggestivo paese di Vico Pancellorum si sviluppa sul contrafforte meridionale del Monte Balzo Nero e del Monte Alto. La parte superiore del paese è il caratteristico “borgo murato” a pianta ovale, al cui centro si trovano due caratteristiche piazzette. In un secondo momento il centro abitato si è ampliato fuori dalle mura, lungo il costone che dal borgo murato scende verso sud. Antichissima è anche la Pieve romanica di San Paolo, situata all’estremità inferiore del paese, e già citata in un documento del 873.
Itinerario
Avvicinamento
Dall’estremità del parcheggio, presso l’imbocco di una stradina asfaltata, si prende a sinistra una breve scalinata (indicazioni per Croce di Castello). Dopo pochi metri la scalinata diventa sentiero, che passa accanto all’ultima casa, poi gira a destra e si innalza in diagonale in un bosco di querce. Ad un bivio si va a destra, lungo il largo sentiero che a tratti offre scorci panoramici sulla Val di Lima, sul Monte Memoriante e sulla Penna di Lucchio. Con un paio di svolte, si guadagna il costone boscoso detto Colle Aggrada, e lo si rimonta verso sinistra fino ad un bivio (865 m).
Lasciato a sinistra il sentiero principale, che conduce alla Croce di Castello, si svolta a destra lungo il cosiddetto Sentiero Alto della Capriana. Il sentierino scende brevemente, poi taglia a mezza costa, quasi in piano, un ripido versante boscoso. In alto a sinistra iniziano ad intuirsi i poderosi contrafforti rocciosi del versante est del Monte Balzo Nero. Attraversati alcuni ripidi valloncelli, si giunge su un costoncino boscoso dove il sentiero si biforca. Qui inizia la Via degli Scappi, indicata da una scritta in vernice arancione su un albero a sinistra (quota 890 circa).
Via degli scappi
Si imbocca a sinistra un sentierino segnalato con bolli rossi, che rimonta il costoncino boscoso. Dopo alcune decine di metri, si traversa a destra per un ripidissimo versante alberato. Passati sotto ad una parete rocciosa (pannello che indica l’interdizione stagionale alla Via degli Scappi), si attraversa un impluvio con un passaggio esposto, quindi ci si affaccia su un largo canalone sassoso (Rave degli Scappi). La traccia attraversa il canalone, quindi porta ad un secondo canalone adiacente, più stretto e ripido. Si rimonta il canalone sul fianco destro idrografico, poi se ne attraversa il fondo di detriti mobili e si prosegue sul fianco opposto fino al suo termine, ai piedi di alcune balze rocciose.
Seguendo attentamente i bolli rossi, si sale a destra per vaghe tracce sul ripidissimo versante con erba e radi alberi. Più in alto, la traccia si fa più evidente e taglia a destra: con un passaggio esposto si entra in un terzo canalone e lo si attraversa. Sul versante opposto il sentierino si perde di nuovo; bisogna quindi seguire con molta attenzione i segnavia, che si innalzano con alcune svolte per il versante sulla destra, tra erba, radi alberi e gradini rocciosi. A tratti, tra gli alberi, si hanno belle viste sulle sovrastanti pareti rocciose, assai imponenti. La salita porta infine su un costone roccioso quasi orizzontale (quota 1080 circa).
Con una breve deviazione verso destra, si può raggiungere l’aereo pulpito roccioso di quota 1095, che offre un bel panorama: da un lato le gigantesche pareti che sorreggono la cresta del Balzo Nero, dall’altra i selvaggi valloni che scendono verso il fondovalle della Lima.
Si segue il costone quasi pianeggiante verso sinistra, fino a che non si esaurisce contro una parete rocciosa. Salita una breve balza di rocce gradinate (I), si prosegue a destra per un maldefinito canale, poi ci si sposta ancora a destra per un aperto versante di erba e rocce. I segnavia rimontano un panoramicissimo costone per facili roccette, poi tagliano a sinistra. In breve si giunge all’imbocco del Borrino degli Scappi, un incassato canalino roccioso che costituisce l’unico punto debole della parete rocciosa. Si sale dentro al canalino, con facili passaggi di arrampicata (I), quindi si esce in un’ampia comba svasata (Rave della Santa). Si rimonta la comba su terreno erboso e ghiaioso, ripido ma facile, fino alla Sella degli Scappi (1245 m), situata sulla cresta sud del Monte Balzo Nero.
Piegando a destra, si percorre la cresta di facili rocce gradinate, mantenendosi sul filo o poco sotto. Si scavalca un dosso, poi, oltrepassata una selletta, si sale fino ad un’anticima (1293 m). Di fronte, è ormai ben visibile la caratteristica cima del Monte Balzo Nero, fatta a piramide bianca sormontata da un blocco squadrato nerastro. Per una cresta molto aerea, si scende rapidamente alla sella (1268 m) ai piedi della piramide terminale.
Sull’intaglio si trova una croce metallica, affiancata da una targhetta metallica ed una lapide, in ricordo di Giorgio Macchini, socio del CAI di Pescia caduto nel 1929 sui versanti del Monte Balzo Nero.
Si rimonta la sovrastante cresta di rocce gradinate, con qualche passaggio di I grado esposto, quindi si procede più facilmente fino ai piedi del blocco roccioso sommitale. Lo si può risalire direttamente, per un canalino con masso incastrato (II) e poi per rocce più facili. In alternativa, si aggira il blocco sulla sinistra, trovando quasi subito un maldefinito canale erboso. Lo si risale brevemente, quindi si piega a destra per una cengetta che riporta sul filo di cresta. Per le ultime facili rocce, si guadagna l’esile vetta del Monte Balzo Nero (1311 m; 2-2.30 ore da Vico Pancellorum).
Discesa
Si scende per il sentierino della via normale, che procede a zigzag tra roccette e canalini in direzione nord. Aggirati alcuni curiosi torrioni, si entra nella faggeta: si scende quindi comodamente per l’ampio costone boscoso (segnavia bianco-rossi) fino alla sella arbustiva dei Piani (1167 m). Il sentiero gira a sinistra e sale brevemente, rientrando nel bosco. In breve si giunge ad un bivio (quota 1180 circa): qui si abbandona il sentiero principale, diretto al Poggio degli Agli, per imboccare a sinistra il sentiero per Vico Pancellorum (segnavia CAI 8).
Il sentiero, a tratti poco evidente, scende dolcemente tra i faggi, lasciando a sinistra un ripiano dove si trovano una fonte ed un tavolino in pietra. Il pendio si fa man mano più ripido, fino a che non si arriva al margine di un pulpito erboso panoramico (località Rivangotti; 1062 m). Qui si lascia a destra la poco evidente diramazione che scende nella gola della Coccia di Vico per piegare decisamente a sinistra (palina indicatrice).
Il sentiero si abbassa a zigzag per una ripida scarpata boscosa con rocce affioranti, poi taglia in discesa diagonale per il ripido versante sinistro idrografico della Coccia di Vico. A tratti il bosco si apre, regalando bei panorami sul selvaggio vallone, sul dirimpettaio Monte Cimo e sul Monte Uccelliera posto alla sua testata. Si doppiano alcuni costoncini di erba e rocce; dopo il più marcato di questi, il sentiero è caratterizzato da un suggestivo tratto scalinato scavato nella roccia.
Più avanti, si giunge ai piedi della strapiombante parete stratificata del Balzo dei Colombi, ai piedi della quale è riconoscibile un crocifisso. Il sentiero rientra nel bosco e scende con alcune svolte, quindi incontra la traccia quasi pianeggiante proveniente dalla gola della Coccia di Vico. Si gira a sinistra, seguendo la traccia quasi orizzontale che attraversa un largo ghiaione sovrastato da pareti rocciose. Di nuovo nel bosco, si passa accanto ad una mangiatoia crollata e ad un tabellone in legno. Con una breve salita, si giunge su un costoncino sormontato da una croce con statuetta della Madonna (località Corneto; quota 680 circa). Qui il sentiero si trasforma in stradina sterrata e prosegue in dolce discesa a mezza costa.
Dopo circa 200 metri, sulla sinistra, si diparte la traccia di un vecchio acquedotto. Il sentiero, orizzontale e relativamente in buone condizioni, riporta direttamente al parcheggio alto di Vico Pancellorum; può essere quindi utilizzato come variante (difficoltà: E/EE).
La stradina sterrata taglia lungamente fino ad incontrare la strada asfaltata di Vico Pancellorum presso un tornante (quota 620). Si gira a sinistra e, salendo su asfalto per circa 400 metri, si ritorna al parcheggio da cui si era partiti (1.40-2 ore dal Monte Balzo Nero).
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