Sassello – Madonna dei Partigiani – Bric Roccazza
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 260 m circa
Dislivello in discesa: 70 m circa
Tempo: 1.30 – 1.45 ore
Ultima ricognizione: Gennaio 2024
Si tratta di un’escursione facile ma poco frequentata, che attraversa le selvagge colline a nord-ovest del paese di Sassello. Per la maggior parte della camminata, si percorrono comode stradine asfaltate e sterrate, quindi si segue un sentiero che porta fino alla cima del Bric Roccazza. Il percorso non è segnalato, quindi richiede un minimo di senso dell’orientamento, se non altro nel tratto finale.
Accesso
a) Si esce dall’autostrada ad Albisola e si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Sassello. La strada scavalca il Colle del Giovo e scende sul versante padano fino a Sassello.
b) Da Acqui Terme si imbocca la SP334, che rimonta la valle dell’Erro fino a Sassello (380 m).
Principale centro dell’alta Valle Erro, Sassello giace in un’ampia conca ondulata, alla confluenza dei rii del Giovo, Sbruggia e del Foresto, che formano il Rio Ciua, affluente dell’Erro. Il toponimo deriva dal latino saxum, che indica evidentemente un luogo sassoso.
L’area era probabilmente già insediata ai tempi dei Liguri preromani; tuttavia, la prima citazione risale al 967, con il nome di Salsole. Il nucleo originario del paese si sviluppò molto a monte rispetto all’attuale, nella località oggi nota come Bastia Soprana. Sulla collina sovrastante il centro originario, il marchese Branca Doria costruì, nel XIII secolo, un castello, di cui oggi sono visibili i ruderi. A causa dei contrasti tra i Doria e la Repubblica di Genova, la Bastia Soprana venne distrutta. Nel 1450, Filippo Doria costruì un nuovo castello, la Bastia Sottana, attorno al quale si sviluppò l’abitato attuale. La Repubblica di Genova prese il controllo del paese nel 1612; nei secoli successivi, Sassello passò sotto la dominazione napoleonica, poi venne incluso nel Regno di Sardegna e infine nel Regno d’Italia.
Tra il XV e il XIX secolo, Sassello attraversò un periodo economicamente piuttosto florido, per via della presenza di ben sette ferriere. In queste ferriere si lavoravano i minerali di ferro provenienti dall’Isola d’Elba, che arrivavano via nave ai porti di Celle e Albisola, e poi venivano trasportati a dorso di mulo nell’entroterra. L’attività delle ferriere fu favorita dalla ricchezza d’acqua e di legna del territorio, e arrivò ad occupare l’intera popolazione di Sassello: sia come dipendenti diretti delle ferriere, sia per una serie di lavori accessori utili al loro funzionamento (ad esempio, taglialegna, carbonai e portatori).
Itinerario
Da Sassello si segue la strada provinciale verso nord, in direzione di Acqui Terme. Attraversato il ponte sul Rio del Foresto, la strada inizia a salire e poi curva a destra. Subito prima della curva si abbandona la provinciale per imboccare a sinistra una diramazione (via Prabadurin, varie indicazioni, tra cui Palestra, Madonna degli Aeroplani, Madonna dei Partigiani e Lago dei Gulli). Al primo bivio si va a sinistra, trascurando la diramazione per la Madonna degli Aeroplani. Presso l’ingresso dei campi sportivi si gira a destra, poi, dopo circa 170 metri, si giunge ad un secondo bivio (369 m). Qui si abbandona la strada principale, diretta al Lago dei Gulli, per imboccare a destra la stradina con indicazioni per la Madonna dei Partigiani.
La rotabile si innalza per una vallecola tra boschetti e radure, passando accanto alla Cappella dei Girasoli, quindi guadagna lo spartiacque tra la conca di Sassello e la conca della Maddalena (quota 417). Si aggira un’altura boscosa sul lato della Maddalena, quindi si ritorna sul crinale e si incontra un bivio. Andando a sinistra, si prosegue nei pressi del crinale, a tratti aggirando piccole elevazioni su un lato o sull’altro. Ad un certo punto la stradina taglia verso sinistra e giunge ad una selletta su un contrafforte secondario, poco sotto ad un rudere; qui si trova un trivio (460 m).
Fino a qui è possibile giungere in macchina, tuttavia in corrispondenza del trivio c’è poco posto per parcheggiare.
Deviazione – Bric Roccazza Piccola. La stradina asfaltata piega a sinistra e sale in breve ad una casa isolata (Palazzo Garbarini; 470 m). Subito prima della casa, si prende a destra una carrareccia in discesa. Presto la pista si trasforma in sentiero, e si snoda lungo l’ampio crinale tra pini e arbusti. La traccia si fa man mano più flebile, ma la direzione è piuttosto evidente, sempre in dolce salita sul dorso del contrafforte fino alla cima del Bric Roccazza Piccola (491 m; cartello indicatore; 15-20 minuti dal trivio). L’ampia vetta è coperta da arbusti e radi pini, che lasciano comunque spazio a bei panorami su valli e monti circostanti.
Si imbocca la diramazione più a destra, sterrata, con indicazioni per la Madonna dei Partigiani. La stradina taglia quasi in piano, contornando dall’alto una conca dove sorgono alcune case isolate. Aggirato un altro dosso, l’ambiente diventa più arido, con macchia arbustiva e radi pini. Si giunge quindi ad un bivio sul crinale, da cui, salendo brevemente a destra, si raggiunge la Madonna dei Partigiani (478 m).
La cappelletta, dedicata a Santa Maria Ausiliatrice, è stata eretta nel 1946 sulla sommità di un piccolo dosso panoramico. Tutt’intorno si trovano tavoli e panche per il picnic, e una tettoia che viene utilizzata nel corso di iniziative locali.
Scendendo a sinistra, si ritorna in breve sulla sterrata principale, che percorre il crinale in discesa verso nord-ovest. Lasciata a sinistra l’isolata Casa Ciapino (443 m), si entra in un boschetto di querce e, poco più avanti, si trova un trivio. Si trascura a destra un sentiero con segnavia “MP”, che prosegue alla volta di Miogliola e del ponte sul Torrente Erro, e si prende la carrareccia più a sinistra, priva di segnavia.
Con una ripida salita si guadagna un costone, dove la carrareccia termina. Si continua allora a destra su un evidente sentiero che si innalza in diagonale tra rocce, arbusti e radi pini. Raggiunto il soprastante crinale, si scende in breve all’arida selletta (530 m) che precede il Bric Roccazza; già da qui si ha un ampio panorama comprendente da una parte il massiccio del Béigua, dall’altra le Langhe e, se si è fortunati, le Alpi. Proseguendo dritti per tracce tra gli arbusti, si rimonta il breve crinale che conduce alla croce di vetta del Bric Roccazza (o Bric Roccassa; 571 m). Dalla cima conviene scendere una decina di metri sul versante opposto, per affacciarsi sulla sottostante valle del Torrente Erro con i suoi ampi meandri.






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