Santo Stefano d’Áveto – Passo del Bocco – Valle Tribolata – Passo Crociglia
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 560 m circa
Dislivello in discesa: 100 m circa
Tempo: 2.30 – 3 ore
Ultima ricognizione: Ottobre 2016
Il versante ovest del Monte Roncalla è caratterizzato da un gigantesco fenomeno franoso, attivo da tempi preistorici; ai piedi delle pareti rocciose della montagna si sono accumulate enormi distese di detriti e spuntoni di ogni forma e dimensioni, a formare un paesaggio curioso e unico, quasi lunare. Questo percorso, bellissimo e molto conosciuto, attraversa tutti gli accumuli di frana (la cosiddetta Valle Tribolata), passando ai piedi dell’incredibile parete della Ciapa Liscia, un’enorme lastrone inclinato di basalto, alto fino a 300 metri, e ai contrafforti rossastri in sfacelo della Rocca Marsa. Meta dell’escursione è il Passo Crociglia, da cui i più allenati possono salire al Monte Crociglia, oppure tornare indietro salendo al Monte Roncalla e scendendo poi direttamente a Santo Stefano d’Áveto.
Accesso
a) Da Genova si raggiunge la val d’Áveto passando per la val Fontanabuona e il Passo della Scoglina. Da Chiavari la si raggiunge scavalcando il Passo della Forcella. Giunti a Rezzoaglio si prosegue lungo la SS586 fino ad attraversare il Torrente Gràmizza su un ponte si raggiunge un bivio. Andando a destra si supera l’abitato di Caselle e ci si congiunge con la SS654 ad Allegrezze, quindi si gira a sinistra e si arriva a Santo Stefano d’Áveto.
b) Dal casello autostradale di Piacenza si imbocca la SS654 che risale la Val Nure. Si superano i paesi di Bettola e Ferriere, poi si valica il Passo del Tomarlo e si scende verso Santo Stefano d’Áveto.
c) Da Piacenza si sale a Bobbio da cui si prosegue fino a Marsaglia. Si risale la val d’Áveto fino alla deviazione a sinistra per Pievetta e Santo Stefano d’Áveto. Si parcheggia nell’ampia Piazza del Popolo (1011 m), sovrastata dalle rovine dell’antico castello Doria-Fieschi-Malaspina.
È il paese più conosciuto e frequentato della val d’Áveto, posto in un’ampia conca sovrastata dalle pareti del Maggiorasca e della Rocca del Prete e dai dirupi del Groppo Rosso. L’interesse storico del paese è rappresentato appunto dal castello Doria-Fieschi-Malaspina che sovrasta la Piazza del Popolo. «In tempi storici Santo Stefano è nominato una prima volta nel 1164, nell’atto di donazione del castello ai Malaspina da parte di Federico Barbarossa. Non è certo se ci sia stata donazione ai Malaspina di un preesistente castello, o siano stati gli stessi signori feudali a costruirlo dopo l’investitura.
«Col documento citato, comunque, Santo Stefano d’Àveto entra ufficialmente nella storia incentrata sul castello, che resta ai Malaspina fino al 1495, anno in cui passa con atto di acquisto ai Fieschi di Lavagna. Dopo il fallimento della congiura di Gian Luigi (1547), Carlo V confisca i beni della famiglia e li passa ai Doria. Così del castello di Santo Stefano, nel 1548, diventa signore Antonio Doria e alla sua famiglia resterà fino al 1797, anno della soppressione dei feudi imperiali» (Àveto, collana “Guide del Pettirosso”, pagg. 16-17).
Itinerario
Dalla piazza centrale di Santo Stefano d’Áveto (1011 m) si imbocca la stradina che contorna il castello ad ovest (segnavia: CAI 107, rombo giallo pieno, cerchio giallo e triangolo giallo vuoti). Raggiunto un bivio si lasciano a destra i vari segnavia gialli per seguire il segnavia CAI: si va a sinistra raggiungendo quindi un grosso piazzale sterrato. Si segue ancora la stradina per alcune centinaia di metri, poi si piega a destra su una mulattiera che sale a raggiungere una traccia più ampia. Si segue la mulattiera che sale dolcemente tra arbusti e boschetti, quindi si attraversa un pianoro erboso. Lasciata a destra una diramazione, la mulattiera sale ancora con alcune svolte, tra ampie radure, arbusti e radi pini, conservando a tratti il fondo acciottolato; si arriva così al Passo del Bocco (1318 m).
Da non confondere con il più noto Passo del Bocco che divide la Val Taro dalla Valle Sturla, il passo in questione è attraversato da un’antica mulattiera che collegava i paesi di Torrio e Santo Stefano d’Áveto. Ora questa è stata sostituita dalla strada asfaltata che valica la cresta al Passo di Mezzo.
Qui si trova un bivio. Si piega a destra seguendo il sentiero CAI 103, che sale lungo l’ampio crestone nel bosco misto di conifere. Scavalcata la poco pronunciata cima del Monte Bocco (1383 m), il sentiero prosegue per un lungo tratto in piano e in lieve discesa, superando una recinzione. Si riprende a salire tra erba e pini, oltrepassando una seconda recinzione. Lasciate a destra e a sinistra due diramazioni, si raggiunge il sentiero proveniente da Rocca d’Áveto e diretto alla Valle Tribolata. Si segue a sinistra l’ampio sentiero entrando nella faggeta, e si taglia a mezza costa fino ad un bivio. Si trascura il segnavia 197 che sale a destra verso il Groppo Rosso, e si prosegue verso sinistra in lieve salita nella faggeta, trascurando l’imbocco della via ferrata “Adolfo Ferrari”. Con una breve discesa si entra nella spettacolare Valle Tribolata (quota 1430 circa).
Si tratta di un vasto e caotico accumulo di massi e spuntoni rocciosi dalle forme e dimensioni più svariate, originatosi per un movimento franoso di vastissime proporzioni che coinvolge tutto il fianco occidentale del Monte Roncalla. L’enorme frana, attiva ancora oggi, ha messo a nudo l’impressionante parete rocciosa della Ciapa Liscia: un ripidissimo lastrone di basalto, quasi perfettamente liscio, che supera un dislivello di poco inferiore a 300 metri.
Con brevi saliscendi si attraversa la lunare distesa di massi e spuntoni, quindi si ritorna nel bosco e si perde quota con due tornanti. Attraversato un cancelletto, si raggiunge il fondo di una piatta conca, dove si trova un bivio (quota 1380).
Andando a destra si arriva in breve ai piedi dell’enorme parete della Ciapa Liscia; da alcune fratture poste alla base del gigantesco lastrone sgorga perennemente acqua freschissima (Sorgente dell’Acquapendente). Subito a sinistra del lastrone grigio scuro della Ciapa Liscia, si innalza invece la tormentata parete triangolare della Rocca Marsa, di colore bruno-rossastro, che sovrasta altri estesi ghiaioni.
Si prosegue a sinistra in piano, poi si inizia a scendere fino sul fondo di una valletta detritica ai piedi di un imponente torrione roccioso di colore rossastro. Si passa alla sua base, poi si piega a destra salendo con alcune svolte tra alberi e massi affioranti. Superata una breve fascia rocciosa, si entra in una fitta faggeta e si raggiunge un cancello del pascolo. Lo si attraversa e si raggiunge il piatto crinale del Crociglia Piccolo (1481 m), dove si trova un bivio.
Andando sul sentiero a destra si trova dopo poco un bivio. Tutte le strade portano sulla vetta del Monte Roncalla: quella di destra segue la cresta nord passando per la Rocca Marsa, quella di sinistra effettua un giro più lungo ma è più facile.
Si piega a sinistra prima in piano, poi in lieve discesa, seguendo il crinale boscoso. Proseguendo per boschetti e radure si supera una selletta e, aggirata una gobba si raggiunge il Passo Crociglia (1468 m), attraversato da una strada asfaltata.
Si tratta di un’ampia sella boscosa posta tra i monti Roncalla e Crociglia, attraversata dalla strada che collega Selva a Torrio. Seguendo il segnavia CAI 015, prima lungo la strada, poi percorrendo una mulattiera, si raggiunge il Rifugio V. Stoto, di proprietà del GAEP, dotato di 40 posti letto. Per informazioni telefonare al numero 0523.929300 o al numero 0523.324285.
Torna a: Gruppo del Monte Maggiorasca