San Ponzo Semola – Grotte di San Ponzo – Monte Vallassa – Osservatorio di Cà del Monte – San Ponzo Semola
Caratteristiche
Difficoltà: T/E
Dislivello in salita: 520 m circa
Tempo: 3.30 – 4 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Aprile 2018
Giro ad anello che permette di visitare gli angoli più interessanti del Monte Vallassa, piccola montagna posta tra le valli Stàffora e Curone. Si transita per le Grotte di San Ponzo, curiosi antri dove visse l’eremita omonimo; si arriva alla vetta della montagna, caratterizzata da suggestive formazioni rocciose e da una bella parete verticale. Quindi si passa dall’osservatorio astronomico e si attraversa l’altopiano del Monte Penola, per poi osservare i grandi calanchi che ne caratterizzano i versanti inferiori.
Accesso
Dal casello autostradale di Voghera o da quello di Tortona ci si porta a Rivanazzano Terme, posto all’inizio della Valle Stàffora. Qui si imbocca la SP461, che risale la valle in direzione di Varzi e del Passo del Pénice. Superato Ponte Nizza si imbocca a destra la diramazione per San Ponzo Semola, da cui si continua seguendo le indicazioni per le Grotte di San Ponzo. Ad un bivio le indicazioni guidano a sinistra su una strada sterrata. Percorrendola per alcune decine di metri si giunge ad un ponte sul Torrente Semola, presso il quale si trovano alcune piazzole (quota 340).
Itinerario
Si continua a piedi lungo l’ampia strada sterrata, a tratti un po’ dissestata (segnavia CAI 07), che sale dolcemente con ampi tornanti nella boscaglia. Dopo un lungo tratto in diagonale si trova un ultimo tornante dove si lascia a destra il segnavia 194 (lo si seguirà al ritorno) e si prosegue ancora sulla sterrata principale in un bel castagneto. In breve si giunge all’ampio piazzale dove, accanto ad un tabellone del Sentiero del Giubileo 2000, una deviazione a destra guida alle Grotte di San Ponzo (550 m circa).
Si tratta di due cavità, di cui la prima è piuttosto ampia (anche se poco sviluppata), aperte in una piccola parete rocciosa tra i boschi del versante nord del Monte Vallassa. Nella grotta più ampia si trova una bellissima cappella e una piccola statua della Madonna con fiori. La seconda grotta (detta “giaciglio del Santo”) si trova poco ad occidente, ed è raggiungibile superando una balza rocciosa attrezzata con corde e gradini metallici; qui venne effettivamente ritrovato il corpo dell’eremita.
Si ritorna al piazzale e si prende, sempre a destra in salita, la carrareccia indicata dai segnavia 07 e 142. Costeggiata un’ampia area picnic con tavoli e panche, si arriva ad un bivio. Si lascia a sinistra il segnavia 142 per Coriola e si devia a destra sul 07 per Guardamonte. La dissestata carrareccia sale nel bosco con alcune ripide rampe, poi entra in una vallecola sospesa e la percorre verso sud. Si piega quindi a destra e, con un ampio tornante, ci si porta su un costone con boschetti e piccole radure. Si giunge quindi ad un trivio, dove si trascura il segnavia 195 per imboccare la diramazione più a sinistra. Con alcuni saliscendi si giunge ad una selletta con crocevia sulla cresta sommitale del Monte Vallassa (quota 715).
Trascurando le varie carrarecce segnalate, si piega a destra su un sentierino all’inizio poco evidente, che sale ripido tra alberi e rocce affioranti. Superati un piccolo belvedere erboso e un caratteristico passaggio tra le rocce si scavalca la vetta del Monte Vallassa (756 m), occupata da un pannello ripetitore. Si continua sul ciglio della parete sud e, con una brevissima deviazione a sinistra, ci si porta sul panoramico terrazzo roccioso dove sorge la croce di vetta (752 m; 1.30 – 1.50 ore dal ponte).
Dalla selletta sotto al dosso dove sorge la croce, vale la pena fare una piccola deviazione a sinistra e visitare la strapiombante parete meridionale del monte. Essa è percorsa da un curioso cengione dal tetto strapiombante, largo e facilmente percorribile per la maggior parte del suo sviluppo.
Si scende verso ovest lungo l’ampio crinale boscoso, fino alla sella successiva. Qui si scende ancora a sinistra lungo una bella mulattiera acciottolata che va a congiungersi con una carrareccia quasi pianeggiante. La si rimonta verso destra e si giunge in breve ad un bivio, dove si va a destra salendo una breve rampa (segnavia 103). Si aggira una gobba sul versante nord, quindi si lascia a destra una diramazione. Continuando lungo il crinale dolcemente ondulato, si passa accanto ad una grande croce metallica. Con una breve discesa si giunge ad una sella dove si incontra la carrareccia con segnavia 195, quindi, in pochi metri a sinistra, si è all’Osservatorio astronomico di Cà del Monte (691 m).
Per informazioni sull’osservatorio, sulle sue attività, sugli orari e sulle modalità di ricezione del pubblico, visitare il sito ufficiale dell’osservatorio.
Si percorre la breve stradina asfaltata di accesso all’osservatorio, che in breve si congiunge con la strada più importante che collega Musigliano a Serra del Monte. Seguendo la rotabile verso nord-ovest per un centinaio di metri, si sale brevemente e si lascia a sinistra la stradina d’accesso ad una villetta isolata. Si trova quindi sulla destra l’imbocco di un sentiero, evidente ma non segnalato. Qui si abbandona la strada per prendere il sentiero, che taglia in piano fiancheggiato da un bel muretto a secco.
Superato un costoncino si entra nel bosco e si effettua una breve discesa più ripida con un tornante; il sentiero si allarga diventando una carrareccia, attraversa una vallecola e taglia quasi in piano tra boschetti e radure offrendo una bella vista sulle gobbe del Monte Vallassa. Superato un poggio erboso la carrareccia piega a sinistra e va a raggiungere un importante bivio sul fondo di un’altra valletta caratterizzata da un ampio prato a sfalcio (quota 585).
Proseguendo dritti e costeggiando il pratone si raggiunge nuovamente la strada asfaltata, che porta in breve al grazioso paese di Serra del Monte.
Si piega decisamente a destra (segnavia 194) lungo una carrareccia che percorre brevemente il fondo della vallecola. Ci si sposta poi sul lato destro idrografico, lasciando a sinistra alcune diramazioni secondarie. Si taglia nel bosco, costeggiando un elettrodotto semidistrutto, quindi si contorna una piccola area franata che offre un bel panorama sulle pareti calanchive sul versante opposto della valle. Con una breve discesa si va a guadare il Torrente Semola, che scorre su caratteristici lastroni rocciosi. Si risale poi a sinistra, passando accanto ad una costruzione in cemento (Fontana dell’Arsazza; 540 m).
La carrareccia percorre quindi il fianco destro idrografico della valle del Torrente Semola, immersa nel bosco. Oltre una ripida rampa dissestata in discesa il versante si fa molto più dolce. Segue un tratto un po’ intricato, dove bisogna seguire attentamente i segnavia che piegano due volte a destra in salita. In questo modo ci si ricongiunge alla strada sterrata che collega San Ponzo Semola alle Grotte di San Ponzo. Seguendola verso sinistra in discesa si ritorna al ponte dove si aveva lasciato la macchina.
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