Anello di San Michele alle Formiche
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 200 m circa
Tempo: 1.15 – 1.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Novembre 2022
Si tratta di un percorso ad anello molto suggestivo, tranquillamente effettuabile in mezza giornata. Per prima cosa si visita l’alta valle del Fosso di Radicágnoli, dove si trovavano le antiche terme di San Michele, sfruttate dall’epoca degli Etruschi al XIX secolo. Con brevi deviazioni si possono raggiungere suggestivi laghetti e pittoresche cascatelle. Si sale poi al Poggio di Spartacciano, dove sorgono i pochi ruderi dell’Eremo di San Michele, e da cui si osserva un vasto panorama.
Accesso
a) Si esce dalla superstrada SS1 a Cécina, quindi si rimonta la valle omonima lungo la SS68 fino alle Saline di Volterra. Qui si svolta a destra salendo a Pomarance, quindi si prosegue alla volta di Montecérboli per circa 5,5 km, fino a trovare sulla destra l’imbocco del sentiero per San Michele; sulla sinistra c’è spazio per parcheggiare.
b) Da Siena si segue la SP73bis che passa per Rosia, poi si gira a destra lungo la SP541. In località Capannino della Suvera si svolta a sinistra, seguendo le indicazioni per Castelnuovo di Val di Cécina. Sempre seguendo quest’indicazione, si gira ancora a destra e poi a sinistra. Con percorso tortuoso, si passa nei pressi di Montecastelli Pisano e San Dalmazio, poi si svolta a sinistra seguendo l’indicazione per Montecérboli. Dopo circa 1,8 km, si nota sulla destra l’imbocco del sentiero per San Michele; sulla sinistra c’è spazio per parcheggiare.
c) Si esce dalla superstrada SS1 a Follónica Est, quindi si segue la SR439, che passa nei pressi di Massa Marittima e attraversa le Colline Metallifere. Oltrepassato Castelnuovo di Val di Cécina, si scende nella conca di Larderello e Montecérboli. Si attraversa Montecérboli e si prosegue per circa 2,4 km, fino a notare sulla sinistra l’imbocco del sentiero per San Michele; sulla destra, invece, vi sono gli spazi per parcheggiare (quota 349).
Itinerario
Sul lato a valle della strada, si imbocca la pista con segnavia 12, che si abbassa in diagonale. Procedendo tra fitti arbusti, lecci e rocce affioranti, ci si dirige verso il fondo del vallone del Fosso di Radicágnoli. Dopo circa 300 metri si nota sulla destra l’indicazione per il Pozzo della Campana.
Seguendo l’indicazione, si imbocca un ripido sentiero scalinato che porta sul fondo della valle, dove si trova il suggestivo Pozzo della Campana. Si tratta di una caratteristica marmitta, molto profonda, dalle acque scure, incastonata tra pareti rocciose verticali e alimentata da una cascatella. Secondo la leggenda, si sarebbe originata nel luogo d’impatto di una campana caduta dal sovrastante eremo.
Proseguendo lungo la pista principale, in pochi minuti si raggiungono le rovine delle Terme di San Michele (310 m).
Presso la confluenza tra il Fosso di Radicágnoli ed un piccolo affluente, sgorgano tre sorgenti termali, dalle temperature variabili tra 34°C e 51°C. Queste sorgenti erano già note ai tempi degli Etruschi e dei Romani, e sono citate nella Tabula Peutingeriana con il nome di “Aquas Volaternas”. Vennero sfruttate nel Medioevo per la cura di varie malattie.
Le terme furono note come Bagno di Spartacciano fino a che, nel XIV secolo, non venne costruito l’Eremo di San Michele sulla collina sovrastante. Da quel momento cambiò il nome in Bagni di San Michele e venne gestito dai monaci: era frequentato dalla gente comune, che non si poteva permettere cure in località più rinomate. Nel ‘500 vennero effettuati importanti interventi di ristrutturazione e allargamento; gli edifici cinquecenteschi sono quelli visibili ancora oggi, ormai pericolanti e invasi dalle piante rampicanti.
La storia dei Bagni di San Michele passa ancora attraverso la gestione di François De Larderel durante il XIX secolo, per poi terminare nel XX secolo con l’abbandono e la conseguente rovina degli edifici. Oggi i bagni sono del tutto inagibili a causa del pericolo di crolli; per lo stesso motivo, il percorso escursionistico è stato deviato un po’ più a valle.
Poco prima di arrivare alle terme, in corrispondenza di un tavolino in legno, si scende a destra, portandosi sul Fosso di Radicágnoli. Si guada il rio a valle di una bella pozza, quindi si sale verso destra su roccia affiorante. Piegando a sinistra ci si congiunge con l’ampio sentiero proveniente dai Bagni. Si segue il sentiero, verso destra in salita, addentrandosi nella vallecola boscosa di un affluente del Fosso di Radicágnoli; il sentiero, assai rovinato dall’erosione, è un po’ malagevole. In breve si giunge ad un bivio (quota 330 circa).
Si svolta a destra, lungo una diramazione parecchio sconnessa che sale in diagonale verso nord. Procedendo tra fitti arbusti, si attraversa tutto il fianco orientale del Poggio di Spartacciano, con percorso man mano più agevole. Presso un secondo bivio si svolta a destra in ripida salita, raggiungendo un importante crocevia sul dorso nord-ovest della collina (quota 433).
Seguendo le indicazioni per l’eremo, si svolta a sinistra: si attraversa un boschetto dove si trova un’area picnic, poi si procede in salita tra rocce e radi pini, con bei panorami sulla Val di Cécina. Si lascia a sinistra una breve deviazione che conduce ad un punto panoramico e si raggiungono le rovine dell’Eremo di San Michele alle Formiche, situate sulla cima del Poggio di Spartacciano (470 m; 45 – 50 minuti dal parcheggio).
Si ritorna al crocevia di quota 433 e si piega a sinistra (direzione sud-ovest), lungo un’ampia strada sterrata che passa accanto ad uno spiazzo pianeggiante. La stradina scende fino ad una sella dove si trova un crocevia (località Vignacce; 407 m). Qui si svolta bruscamente a sinistra, lungo un largo sentiero sconnesso che scende ripido, costeggiando le pendici del versante sud-ovest del Poggio di Spartacciano. Si procede ai margini di un prato per alcune centinaia di metri, poi si entra nella fitta macchia di lecci e arbusti. La discesa riporta al bivio di quota 330; da qui, seguendo a ritroso il percorso dell’andata, si ritorna al parcheggio (30 – 40 minuti dall’eremo).
Tornati al punto di partenza, prima di mettersi in auto, è consigliabile effettuare la deviazione per visitare il Cascatone: con i suoi 23 metri, è la cascata più alta della Val di Cécina. L’imbocco del sentiero, indicato dai segnavia bianco-rossi, si trova lungo la strada asfaltata, pochi metri più a nord rispetto al sentiero per San Michele alle Formiche. Si scende ripidamente tra rocce e arbusti e in pochi minuti si raggiungono i punti panoramici sulla cascata. In origine il sentiero scendeva fino al torrente; tuttavia la prosecuzione è sbarrata da una palizzata in legno per via della sua pericolosità.
Torna a: Colline Metallifere