San Gottardo – Monte Bastia – Valico di Trensasco – Forte Diamante – San Gottardo (Sentiero AQ1)

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 700 m circa
Tempo: 4 – 5 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Aprile 2021

Si tratta di un suggestivo itinerario ad anello segnalato dal CAI di Molassana. Si seguono fedelmente i crinali che circondano il vallone del Rio Trensasco, facendo capo al panoramico Monte Diamante e all’omonimo Forte. Lungo il percorso si incontrano numerose testimonianze storiche, evidenziate da pannelli esplicativi. Nella parte più bassa si rimonta anche un tratto dell’acquedotto storico della Val Bisagno.

Accesso

Dalla stazione ferroviaria di Genova Brignole si risale la Val Bisagno con l’autobus n. 13 o n. 14. Si scende alla fermata Emilia 4/Sciorba, nel quartiere di San Gottardo (42 m).

Itinerario

Si attraversa via Emilia, si procede verso monte per qualche metro e si imbocca a sinistra via Donne della Resistenza, giungendo all’incrocio davanti alla chiesa di San Gottardo. Si gira a destra in via Piacenza e dopo qualche decina di metri la si attraversa per trovare l’imbocco di via Fidenza. Qui, sulla sinistra, si nota il cartello indicatore del sentiero CAI AQ1; seguendo i segnavia si procede lungo una creusa delimitata da alti muri (Crosa dei Morchi), prima tra grandi condomini, poi tra casette isolate e fasce terrazzate, passando accanto ad un bel lavatoio. Ad un bivio si prende il ramo di destra, che sale ripidamente fino a congiungersi con l’ampio percorso pianeggiante dell’acquedotto storico (quota 121).
Lo si rimonta verso destra, effettuando poi una curva verso sinistra per aggirare un costolone. Giunti ad un bivio (cartello segnavia) si abbandona l’acquedotto per prendere a sinistra un sentiero che sale tra prati e boschetti. Poco dopo si deve lasciare a destra la traccia principale (pista di discesa MTB) per prendere a sinistra un sentierino poco evidente che sale più direttamente. Trascurando di tanto in tanto altre tracce MTB, il sentiero segnalato rimonta un ripido e poco marcato costone di erba e radi alberi, facendosi man mano più evidente. Ad un certo punto il costone diventa quasi pianeggiante e si giunge sulla boscosa cima del Monte Pinasco (313 m).

Nei pressi della vetta si trovano i resti di una ridotta campale e delle relative trincee. Essa venne realizzata nel 1747 dalle truppe austro-piemontesi in occasione dell’assedio di Genova (guerra di successione austriaca).

Seguendo il crinale, si scende brevemente ad una selletta (299 m), quindi si riprende a salire superando una recinzione e attraversando radure pascolive con macchie di arbusti. Il crinale effettua una sorta di semicerchio verso sinistra e, con alcune rampe ripide, guida alla cima del Monte Trensasco (416 m), da cui si ha un bel panorama verso il Forte Diamante.

Anche sulla cima del Monte Trensasco si trovano i pochi resti di una ridotta del 1747, realizzata dagli austro-piemontesi. Le due ridotte erano collegate da un muretto di cinta, di cui rimangono pochissimi ruderi a fianco del sentiero appena percorso.

Si piega a destra, sempre lungo il comodo crinale, ora percorso da un metanodotto. Si scende brevemente, si percorre un tratto quasi pianeggiante poi si effettua la breve salita che guida all’anticima meridionale del Monte Bastia (443 m).

La vera cima (449 m) si trova qualche decina di metri più a nord; è coperta dagli alberi ed è sormontata da un paletto del metanodotto. L’anticima sud è molto più aperta e panoramica. Anche qui si trovava una ridotta del 1747; sul tratto di crinale appena percorso si notano alcune piattaforme rettangolari in pietra, che costituivano le postazioni di sentinella tra le ridotte del Monte Bastia e del Monte Trensasco.

Lasciando a destra il metanodotto e la cima del Monte Bastia, si segue a sinistra il sentiero segnalato che scende lungo un crinale. Giunti presso una villetta si piega a destra e si confluisce in una stradina asfaltata; la si rimonta verso sinistra e in breve si è al Valico di Trensasco (392 m). Qui si abbandona la strada asfaltata per imboccare la sterrata che passa accanto alla Baita del Diamante. Poco più avanti la si abbandona per prendere un sentierino sulla destra, segnalato con tre pallini rossi. La traccia risale decisamente una costola boscosa, raggiungendo una radura pianeggiante.
Si prosegue lungo la ripida cresta boscosa, che a tratti si apre offrendo bei panorami, poi si scavalca un dosso e si scende ad una selletta erbosa ai piedi della piramide terminale del Monte Diamante (quota 550 circa). Trascurando il sentiero che taglia in piano verso il Colle del Diamante, si prosegue lungo il filo di cresta, ora erboso e panoramicissimo; risalito l’ultimo ripidissimo spallone si raggiunge il Forte Diamante (660 m; 2 – 2.15 ore da San Gottardo), posto in vetta al monte omonimo.

Il forte venne costruito tra il 1756 e il 1758, primo baluardo difensivo di Genova contro gli attacchi provenienti da nord; fu soggetto ad un noto assedio nel 1800, quando Genova era in mano ai francesi di Napoleone ed era attaccata dagli austriaci. Da fine Ottocento cessò l’importanza strategica del forte, che andò incontro ad un inesorabile declino a causa di abbandono, crolli e saccheggi.

Si scende sul versante opposto con regolari tornanti, seguendo l’antica mulattiera di accesso al forte. In breve si è alla marcata sella del Colle del Diamante (555 m), dove si trova un crocevia. Si scende a sinistra (segnavia AQ1 e “triangolo rosso pieno”) in diagonale tra prati e boschetti, passando accanto ai ruderi di una piazzola circolare per la difesa contraerea e di una neviera. Si giunge così al piccolo intaglio del Passo Giandino (454 m), posto sul contrafforte che divide il vallone del Rio Trensasco da quello del Fossato Cicala.
Abbandonato il segnavia “triangolo rosso“, diretto a Preli, si segue il segnavia AQ1 che percorre fedelmente il contrafforte. Si attraversa la pista sterrata dell’acquedotto di Val Noci, poi, con una ripida discesa, si passa sopra ad una galleria della ferrovia Genova-Casella. Il panoramico crinale (per un tratto percorso dal metanodotto) si fa quindi più ondulato, alternando lunghe discese a brevi risalite per scavalcare piccole gobbe. In questo modo si giunge alla piccola Croce di Pinasco (213 m), affacciata sulla Val Bisagno.

La quota riportata su alcune paline (263 m) è errata e si riferisce ad una delle gobbe della cresta scavalcate in precedenza. Inoltre, il luogo è denominato “Monte Croce di Pinasco” quando in realtà non siamo su una vetta, ma su un pulpito presso cui il contrafforte termina.

Dopo un tratto in dolce discesa verso destra, il contrafforte ha definitivamente termine, e il sentiero scende con ripidi tornantini nella boscaglia. In questo modo si ritorna sull’ampia traccia pianeggiante dell’acquedotto storico (quota 100 circa). Da qui si presentano due possibilità.

a) Si scende direttamente sul lungo-Bisagno (via Piacenza) seguendo una delle varie creuse che si dipartono dall’acquedotto.

b) Il percorso segnalato invece rimonta l’acquedotto, che si addentra nel vallone del Rio Trensasco. Con una breve discesa ci si congiunge con una stradina asfaltata e la si segue in salita per alcune decine di metri. Poco prima delle case di Molini di Trensasco, si gira a destra e si attraversa il rio su un breve ponte e si sale una scalinata. Seguendo l’acquedotto per alcune centinaia di metri si ritrova sulla destra l’imbocco della Crosa dei Morchi, già percorsa all’andata. La si rimonta in discesa e si ritorna in via Piacenza, da cui si può prendere il bus per tornare a Genova Brignole.

L'acquedotto storico della Val Bisagno
L’acquedotto storico della Val Bisagno (26 ottobre 2019)
Il Monte Sellato e il Forte Diamante visti dai pressi del Monte Pinasco
Il Monte Sellato e il Forte Diamante visti dai pressi del Monte Pinasco (26 ottobre 2019)
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La Val Polcevera dal Monte Bastia (26 ottobre 2019)
Salita ripida verso il Forte Diamante
Salita ripida verso il Forte Diamante (26 ottobre 2019)
Il crinale di discesa e la Val Bisagno
Il crinale di discesa e la Val Bisagno (26 ottobre 2019)
Scendendo verso i palazzi di San Gottardo
Scendendo verso i palazzi di San Gottardo (17 aprile 2021)

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