Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 1542 m
Tempo: 4.15 – 5 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2024

Si tratta del percorso più logico per salire al Piz Ot dal fondovalle dell’Engadina senza usufruire di impianti di risalita. Una regolare salita nel bosco, poi per pascoli, porta al valico del Margunin, che immette nell’ampia Valletta da Bever. Si rimonta un tratto del vallone, quindi si attacca il versante sud-est del Piz Ot. Le difficoltà sono concentrate nel tratto finale, dove si rimonta la parete terminale sfruttando cengette e gradini rocciosi attrezzati con ringhiere e catene.

a) In treno fino alla stazione di Samedan.
b) Da Livigno o da Tirano si raggiunge il Passo del Bernina, quindi si scende sul versante dell’Engadina superando Pontresina. Si gira a destra verso Samedan e, alla rotonda successiva, si va ancora a sinistra per entrare in paese e raggiungere la stazione ferroviaria.
c) Proveniendo da Lecco, si percorre la superstrada lungo il Lago di Como, quindi si imbocca la strada statale che porta a Chiavenna. Si svolta a destra per rimontare la Val Bregaglia, si scavalca il Passo del Maloja e si scende in Alta Engadina, superando Sils, Silvaplana e St. Moritz. Si prosegue a sinistra verso Samedan, quindi si entra in paese e si raggiunge la stazione ferroviaria (1705 m).

Già citato nel XII secolo, Samedan è uno dei centri principali dell’Alta Engadina. Fu il primo paese della valle in cui si ebbe un certo sviluppo del commercio e del turismo alpino, già nella prima metà del XIX secolo. Oggi è meno quotato di altri centri turistici della valle, come St. Moritz e Pontresina. Tuttavia, è un importante nodo ferroviario ed è dotato anche di un piccolo aeroporto, realizzato nella piana alluvionale del fiume Inn.

Dalla stazione ferroviaria si imbocca via Retica verso destra, in direzione di Bever, quindi si prende a sinistra una diramazione (Mulins) che porta nel centro storico. Si percorre verso sinistra la via principale, fino alla piazza dove sorge la chiesa protestante del villaggio. Girando a destra, si percorre una stradina in salita tra le case (Surtuor), poi si devia ancora a destra su una diramazione (Chiss). Ad un bivio si va a sinistra in decisa salita, quindi, al termine della stradina, si prosegue su un viottolo asfaltato che prende quota con alcune svolte, con bella vista sul paese e sulla chiesa cattolica del Sacro Cuore.
Si sbuca quindi su una strada asfaltata che va seguita verso sinistra. Con un semicerchio in dolce salita, si giunge alla chiesetta di San Peter (1795 m), situata su una spalla erbosa con qualche albero, accanto al piccolo cimitero di Samedan. Al bivio si va a destra, su una stradina che presto diventa sterrata, e si biforca nuovamente in corrispondenza di uno skilift. Si va a sinistra, sulla carrareccia che sale per prati e giunge all’imbocco di una vallecola, al limite inferiore di un bosco di larici. Attraversata una recinzione si giunge ad un incrocio, dove si va dritti in salita. Ci sono due possibilità: o si segue la carrareccia che sale sul fondo dell’impluvio, oppure il sentiero segnalato che si tiene poco a sinistra.
In ogni caso, le due diramazioni si riuniscono poco più a monte, e il sentiero piega a sinistra in decisa salita. Giunti su un costone, si incontra una carrareccia e la si segue brevemente verso sinistra, fino ad un bivio nei pressi di un’altalena (località Peidra Grossa; 1950 m). Qui si trova il primo cartello azzurro indicante il Piz Ot. Si piega quindi a destra lungo un buon sentiero che si innalza nel bosco con vari tornanti, attraversando più in alto un’altra recinzione del pascolo. Nei punti in cui i larici si aprono, si hanno belle viste sul dolomitico Piz Padella.
Usciti dal bosco, si lascia a sinistra l’edificio isolato dell’Alp Munt e si giunge ad un crocevia (quota 2235). Si prosegue dritti in salita, passando vicino ad una fontana e poi effettuando alcune svolte tra i pascoli. Un lungo diagonale verso sinistra porta all’importante crocevia di Margunin (2426 m), situato sul crinale erboso tra l’Engadina e la Valletta da Bever.

Sul ripiano erboso convergono vari sentieri. Oltre a quello appena percorso, che sale da Samedan, arriva un altro sentiero proveniente da Spinas; sulla destra si diparte la diramazione che porta al Cho d’Valletta, mentre tutto a sinistra si trova il sentiero che sale al Piz Padella. La località prende il nome dal piccolo alpeggio situato poco a nord-est del crocevia.

Seguendo le indicazioni per il Piz Ot e per la Fuorcla Valletta, si prende leggermente a sinistra (sud-ovest) un sentiero che si innalza per pascoli cosparsi di massi. La salita porta nell’ampia parte superiore della Valletta da Bever, compresa tra il Piz Padella a sinistra, i torrioni di las Trais Fluors in fondo e il Piz Ot sulla destra (che comincia a comparire da dietro i suoi contrafforti secondari). Si guada il piccolo rio che percorre il vallone, quindi se ne rimonta il fondo in dolcissima salita. Poco prima di giungere presso un masso dove si trova un grande segnale in vernice bianco-azzurra per il Piz Ot, si trova un bivio non indicato (quota 2583). Qui si abbandona il sentiero segnalato per imboccare a destra una diramazione marcata da ometti di pietre.

Si tratta di una scorciatoia molto utile per chi sale da Samedan o da Spinas, perchè permette di evitare un lungo giro con saliscendi. Un tempo anche questa scorciatoia era segnalata, ma poi è stata dismessa a seguito di una frana che ne ha in parte sconvolto il tratto finale.

Attraversato un rio, il sentiero si innalza per una ripida china detritica, poi attraversa uno spallone pianeggiante, in bella vista dell’imponente Piz Ot. Appoggiando a destra, si attraversa l’area di sorgenti da cui nasce il rio (Funtauna Fraida; 2690 m circa), quindi si rimonta una spalla detritica. Il sentiero traversa quindi a sinistra, quasi in orizzontale, un ripido versante; alcuni tratti sono stati cancellati da una frana, ma seguendo gli ometti si procede abbastanza agevolmente tra grossi massi. Al termine del traverso, si incontra il sentiero della via normale al Piz Ot, indicato da segnavia bianco-azzurri (quota 2770 circa).
Si segue il sentiero in salita verso destra, con varie svolte prima per ripide ghiaie, poi su rocce montonate. Attraversato un ripiano, si attacca un massiccio costone roccioso, e lo si rimonta a zigzag per cengette, rampe e gradini (breve tratto esposto protetto da ringhiera). Al suo culmine (quota 3020), si percorre una spalla tondeggiante con ometti di pietre. Seguendo attentamente i numerosi segnavia, si passa per una pietraia di grossi blocchi, quindi si attacca il versante sommitale del Piz Ot.
Ci si inerpica con brevi tornanti su terreno ghiaioso, quindi si traversa a destra entrando nella parete terminale della montagna. Qui iniziano i tratti attrezzati con ringhiere e catene. Si percorre una cengia in dolce salita, poi si piega a sinistra e si effettuano numerose svolte tra rampe, gradini e canalini; l’esposizione non è mai troppo elevata, e tutti i passaggi pericolosi sono ben protetti. Quando la pendenza della parete diminuisce, il sentiero appoggia a sinistra e guadagna la cresta sud-est della montagna. Percorrendo l’aereo crestone, tra ghiaie e lastroni, si raggiunge in breve la croce di vetta del Piz Ot (3247 m).

Scorcio di Samedan con la chiesa del Sacro Cuore
Scorcio di Samedan con la chiesa del Sacro Cuore (9 agosto 2024)
L'Alp Munt e il Piz Padella
L’Alp Munt e il Piz Padella (9 agosto 2024)
L'ampia Valletta da Bever con las Trais Fluors sullo sfondo
L’ampia Valletta da Bever con las Trais Fluors sullo sfondo (9 agosto 2024)
Salendo verso il Piz Ot
Salendo verso il Piz Ot (9 agosto 2024)
Rampa-cengia attrezzata lungo la via normale
Rampa-cengia attrezzata lungo la via normale (9 agosto 2024)
La cresta sommitale del Piz Ot
La cresta sommitale del Piz Ot (9 agosto 2024)
Panorama dalla vetta sulla testata della Val Bever, dominata dal Piz Calderas
Panorama dalla vetta sulla testata della Val Bever, dominata dal Piz Calderas (9 agosto 2024)

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