Arma delle Mánie – Grotte del Rio dell’Arma – Cave Romane – Arma delle Mánie
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 250 m circa (escluse le deviazioni)
Tempo: 2.30 – 3 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Marzo 2019
Percorso ad anello che magari non è particolarmente interessante di per sé, ma permette di raggiungere un certo numero di grotte suggestive e facilmente visitabili se si è dotati di casco e pila frontale. La discesa avviene lungo il vallone del Rio dell’Arma; nel primo tratto c’è un sentiero, che in realtà è diretto ad alcune pareti per il free climbing, mentre nel secondo tratto si scende direttamente nell’alveo del torrente. Dopo aver percorso un breve tratto della via Iulia Augusta (con eventuale deviazione alle cave romane), si ritorna all’Arma delle Mánie mediante un comodo sentiero segnalato. Il percorso richiede un buon senso dell’orientamento e dimestichezza con i terreni impervi.
Accesso
a) Si esce dall’autostrada a Spotorno, quindi si scende in paese e si gira a destra seguendo le indicazioni per Voze e le Mánie. Superato Voze, si attraversa l’altopiano delle Mánie e si trova sulla destra la diramazione che conduce all’Arma.
b) Dal casello autostradale di Finale Ligure, si scende a sinistra verso Finale Marina e si imbocca l’Aurelia in direzione levante. Giunti a Finale Pia, si seguono le indicazioni per l’altopiano delle Mánie. Superato il paese di Mánie, si prende a sinistra la diramazione che porta all’Arma delle Mánie (268 m).
Più che una vera e propria grotta, l’Arma è un’enorme apertura in un dosso roccioso, poco sviluppata in profondità ma molto in larghezza e altezza. Al suo interno si trovano una zona recintata per scavi archeologici e alcuni ambienti delimitati da muretti a secco. Sulla parete a destra (per chi entra) si trova una piccola apertura che conduce ad una buia grotticella, al cui interno sono posti alcuni utensili contadini. Sul costone roccioso che sovrasta il grottone, si trovano le graziose case della frazione Arma.
Itinerario
Dallo spiazzo al termine della stradina, si imbocca il breve sentiero che scende alla grandiosa imboccatura vera e propria dell’Arma delle Mánie. Sul lato opposto, si supera una porta in un muretto a secco e si prende un sentiero segnalato con bolli verdi; la traccia inizia a scendere ripida, sfruttando brevi scalette per superare antiche terrazze abbandonate. Si costeggia poi una parete sulla destra, e dopo alcune decine di metri si nota, al di sopra di una balza alta circa 2 metri, il grande antro dell’Arma inferiore delle Mánie.
Deviazione n. 1: Arma inferiore delle Mánie e Grotta di Andre. Salita la facile balza, aiutandosi con un albero, oppure cercando un passaggio più semplice poco più avanti (passaggio di I), si è sul pianerottolo di fronte alla doppia apertura dell’Arma inferiore. Visitata la grotta, ci si porta all’estremità destra (faccia alla parete) del pianerottolo, e si risale una balza di qualche metro aiutandosi nuovamente con gli alberi (II). Si trova quindi una vaga traccia che, salendo in diagonale verso destra, giunge alla Grotta di Andre, anch’essa con doppia apertura (2-3 minuti dall’Arma inferiore).
Lasciata a destra l’Arma inferiore, e a sinistra il sentiero segnalato, si prosegue lungo una traccia che costeggia la parete. Si passa accanto all’apertura di un cunicolo, si ignora una balza verticale attrezzata con corde e si giunge sotto al grande antro successivo, dove si apre la Grotta Doppia del Rio dell’Arma (quota 220 circa).
Il pianerottolo dove si trova la doppia apertura si raggiunge questa volta molto facilmente, con un brevissimo tratto di sentiero. Si tratta di una grotta parecchio suggestiva, specialmente l’apertura di sinistra; è popolata da alcuni pipistrelli.
Visitata la grotta, si scende per il versante sottostante, incrociando il sentiero segnalato con bolli verdi. Lo si ignora e si scende ancora per qualche metro, portandosi sul Rio dell’Arma, nei pressi di una minuscola vaschetta artificiale.
Deviazione n. 2: Grotta del Rio dell’Arma. Si attraversa il rio, quindi si sale il versante opposto puntando a sinistra (sud-est). Procedendo tra vecchie terrazze abbandonate, in poche decine di metri si intercetta un piccolo scolo fangoso, che si risale brevemente fino alla pozza da cui trae origine. Sulla sinistra, pochi metri più in alto, si apre la piccola ma bellissima Grotta del Rio dell’Arma (5 minuti dal guado).
Si guada il rio, quindi lo si costeggia per vaghe tracce sul lato sinistro idrografico; in questo primo tratto il corso d’acqua forma una specie di orrido in miniatura, caratterizzato da suggestive pozze, ed è per questo impercorribile. Poco più a valle l’alveo del torrentello (da qui alla foce di solito in secca) si fa relativamente ampio e sassoso; ci si porta quindi al suo interno e lo si percorre, alternando tratti in cui si cammina comodamente a brevi passaggi tra massi in cui bisogna usare le mani.
Dopo alcune centinaia di metri, si imbocca a sinistra il sentiero pianeggiante che porta alla ben visibile Ca’ da Zunzella (160 m); si costeggia una recinzione e si scende nuovamente nell’alveo del rio. Poche decine di metri dopo si giunge alla confluenza del Rio dell’Arma nel più importante (ma in genere altrettanto secco) Rio Ponci. Si attraversa il Rio Ponci e, salendo per una scalinata ricavata in un alto muro a secco, si incontra la via Iulia Augusta.
La via Iulia Augusta era un’importante strada romana che collegava la Pianura Padana alla costa ligure e alla Gallia. Lungo la Riviera di Ponente se ne trovano alcuni tratti ancora conservati: tra questi c’è il tratto lungo la Val Ponci, dove si trovano ben cinque ponti, quasi tutti in buono stato.
Si percorre la via romana verso destra (segnavia: pallino rosso), contornando il terreno dell’azienda agricola “Val Ponci” e giungendo in breve alle rovine del Ponte Sordo, di cui rimane solo parte della rampa d’accesso a monte. Si attraversa il Rio Ponci e si prosegue lungo l’ampia mulattiera, che sorpassa il Ponte delle Voze (o Ponte Muto; 166 m). Subito oltre il ponte si trova un bivio.
Deviazione n. 3: Cave Romane. Si continua a sinistra lungo la via Iulia Augusta, superando tratti acciottolati in cui si notano ancora le impronte dei carri. Dopo pochi minuti di cammino, si diparte sulla destra un ripido sentiero con segnavia blu, che sale in breve alle Cave Romane. In successione troviamo: la Grotta Inferiore di Ponci, che si spinge poco in profondità; più in alto si trova la grande apertura dell’Arma di Ponci, completamente lavorata dai cavatori; subito sotto, piuttosto nascosta, si trova il Cunicolo delle Cave Romane, il cui imbocco si trova attraverso un muretto a secco ed è identificato dalla scritta blu “F5”.
Ancora più a nord si trova infine la Grotta Superiore di Ponci (15 minuti dal Ponte delle Voze). Secondo Arturo Borbonese, «si tratta di cave in sotterraneo scavate a colpi di “punta e mazzetta” (…). Venivano aperte dapprima gallerie il più vicino possibile alla strada, poi, quando la lunghezza delle stesse diveniva eccessiva, ne venivano aperte altre più in alto; gli scarti e i detriti provenienti da queste ultime venivano scaricati in quelle abbandonate e così via; in tal modo il versante rimaneva relativamente sgombro ed era più facile trasportare il materiale a valle.» (vedi I Sentieri di Finale).
Si prende a destra l’ampio sentiero per l’Arma delle Mánie (segnavia: due quadrati rossi pieni), che si inoltra in un vallone secondario. Si lascia a sinistra una prima diramazione, che si addentra nel Vallone dell’Andrassa verso l’omonima grotta, quindi dopo circa 400 metri si trova sempre a sinistra una seconda diramazione. Il bivio è ben riconoscibile perchè sul lato opposto si trovano una piccola radura e un anfratto roccioso (quota 198).
Deviazione n. 4: Antro della Fettuccia (o Fundega do Lujante). Si imbocca a sinistra il sentiero, all’inizio piuttosto largo ed evidente, che sale in diagonale fino a raggiungere il fondo di un impluvio. La traccia qui prosegue, parecchio rovinata, lungo l’impluvio, giungendo in alcune decine di metri ai resti di una fornace circolare per la calce (fate attenzione ad individuarla, perchè è un importante punto di riferimento). La grotta si trova sul versante alla nostra destra, alcune decine di metri più in alto. Per raggiungerla bisogna percorrere un ripianetto (quel che resta di una vecchia terrazza) verso destra fino al suo termine contro alcune roccette, quindi imboccare a sinistra una traccia poco evidente che sale alla grotta (10 minuti dal bivio).
Si prosegue lungo il sentiero principale e, dopo poche decine di metri, si trova una terza diramazione, questa volta sulla destra (quota 203).
Deviazione n. 5: Riparo e Grotta di Pian del Ciliegio. Il sentiero in questione attraversa il fondo della valle, gira a destra e conduce ai piedi di una parete rocciosa, in cui si apre il Riparo di Pian del Ciliegio. Poco a sinistra si nota l’entrata dell’omonima grotta, caratterizzata da alcuni muretti a secco. Il riparo è recintato per via della presenza di scavi archeologici (anche se il tutto sembra abbandonato…), i cui risultati sono spiegati in un esauriente pannello esplicativo.
Si continua lungo l’ampio sentiero, che si trasforma in una carrareccia e inizia a salire più decisamente. Effettuato un tornante, si ritorna in breve allo spiazzo in cui si aveva lasciato l’automobile, accanto alle case dell’Arma delle Mánie.
Escursioni sugli Altopiani del Finalese
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