Pian Marchisio – Rifugio Mondovì – Conca delle Masche – Cima delle Saline – Passo delle Saline – Pian Marchisio
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 990 m circa
Tempo: 5.30 – 6.45 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Agosto 2017
Si propone qui un bellissimo percorso ad anello con partenza da Pian Marchisio o dall’adiacente Rifugio Mondovì. Si sale attraverso il Canale delle Masche, che immette nell’ampio vallone omonimo: uno spettacolare altopiano carsico, desolato e selvaggio, aperto tra le pareti dolomitiche della Cima delle Saline e della Cima Pian Ballaur. La salita del canale è adatta solo ad escursionisti esperti, a causa dei numerosi detriti mobili e della presenza di passaggi su roccia attrezzati con catene. Attenzione va prestata anche nell’attraversare la Conca delle Masche. Se il tempo è buono, la segnaletica impeccabile permette di camminare con tranquillità; in caso di nebbia, invece, l’altopiano diventa un labirinto nel quale è quasi impossibile orientarsi. Per i meno esperti è consigliabile salire e scendere per la “via normale”, che qui è descritta come percorso di discesa.
Accesso
Si esce al casello autostradale di Mondovì e si seguono le indicazioni per Villanova Mondovì e in seguito Roccaforte Mondovì. Giunti a quest’ultimo paese, si va a sinistra per entrare in Valle Éllero. Poco prima di arrivare a Prea, si svolta a sinistra per andare a Rastello, ultima borgata della valle. Da qui la strada si restringe e, con alcuni ripidi tornanti, porta al Ponte Murato. Si prosegue per la selvaggia parte superiore della valle e, dopo altri 5 km (tratti sterrati nel finale), si raggiunge il parcheggio della Porta di Pian Marchisio (1634 m), oltre la quale si apre l’omonimo pianoro. Da qui in poi la sterrata è chiusa al traffico.
Accanto al parcheggio sorge un edificio utilizzato come alpeggio. Sul lato opposto del torrente si trova invece, su un dosso, la Sella Ciappa; si tratta di un altro alpeggio di origini antichissime, già citato in un documento del 1300 con il nome di Alpe Cepata.
Nelle domeniche estive il transito della strada dopo Rastello è consentito solo pagando un biglietto del costo di 5€.
Salita
Si segue la strada sterrata che, con una breve discesa, raggiunge il fondo di Pian Marchisio (quota 1624) e costeggia il Torrente Éllero sul lato sinistro idrografico, dirigendosi verso le grandi bastionate di Rocca del Pis e Rocche Biecai. Giunti alla fine del pianoro, si sale dolcemente con due tornanti (possibili scorciatoie), poi si abbandona la sterrata per prendere a destra un sentiero che sale per prati. In pochi minuti si giunge al Rifugio Mondovì (1761 m; 30 – 45 minuti dal parcheggio).
Il rifugio si trova in bellissima posizione, su un dosso erboso ai piedi delle impressionanti pareti calcaree della Rocca del Pis e delle Rocche Biecai. Il primo edificio venne costruito nel 1929, poi subì varie ristrutturazioni ed ampliamenti fino ad assumere l’aspetto attuale nel 2008. Dota di 60 posti letto, ed è aperto dal 15 giugno al 15 settembre con servizio di alberghetto; durante il resto dell’anno è presente un locale invernale sempre aperto con 6 posti letto. Il rifugio è dedicato ad Havis de Giorgio, medaglia d’oro al valor militare, caduto in Africa nel 1939.
Poco a sud-est rispetto al rifugio si trovano le Sorgenti dell’Éllero, poste alla base di una verticale bastionata rocciosa. Durante i periodi di scioglimento delle nevi l’acqua sgorga da una grande fessura nella parete, a 15-20 m d’altezza dal suolo, formando una notevole cascata detta Pis dell’Éllero, analoga a quella più famosa del Pesio. In estate, invece, l’acqua sgorga solo dai massi alla base della parete e la cascata rimane a secco. Le Sorgenti dell’Éllero «convogliano le acque assorbite sul versante dell’Ellero del gruppo montuoso Saline-Ballaur e quasi certamente anche parte, se non tutte, quelle provenienti dai ripiani di Biecai» (C. F. Capello, Il fenomeno carsico in Piemonte – Le Alpi Liguri, pag. 36).
Dal bivio presso il rifugio si trascurano le mulattiere per il Passo delle Saline e il Colle del Pas e si imbocca un sentiero che si dirige verso sud, non indicato dalle paline ma comunque segnato con strisce bianco-rosse e ometti di pietre. Dopo un breve tratto in piano, giunti all’inizio di un boschetto, i segnavia piegano a destra e risalgono il ripido conoide di erba e ghiaie che scende dal Canale delle Masche, ai piedi della grande parete calcarea di Rocche Biecai.
Si entra quindi nello stretto canalone, dal fondo ripido e ghiaioso (attenzione a non scaricare sassi) e lo si rimonta in faticosa salita, superando una balza rocciosa alta tre metri attrezzata con catena. Superato il tratto finale del canalone, il sentiero risale con qualche svolta un pendio erboso, quindi taglia a sinistra per portarsi su un panoramico pulpito di erba e rocce. Si piega a destra nuovamente in salita, poi si attraversa una strettoia pianeggiante che immette nella Conca delle Masche (quota 2100 circa). Qui compaiono alla vista le dolomitiche pareti della Cima delle Saline (a sinistra) e della Cima Pian Ballaur. Il sentierino, poco evidente, percorre l’ampia conca carsica in lieve salita, zigzagando tra impressionanti pozzi verticali, piccole doline, dossi, vallecole e rocce modellate in forme curiose.
Giunti in una dolina più ampia, dal fondo quasi pianeggiante, si svolta a destra e si costeggia l’alveo di un piccolo rio che la alimenta, quindi si inizia a risalire un ripido sperone di roccette, con qualche passaggio che obbliga a mettere le mani per terra. Seguendo con molta attenzione i segnavia si giunge alla base della parete di Cima Pian Ballaur, quindi si taglia a sinistra entrando in una valletta dal fondo detritico. Si sale ora sul versante opposto, quindi si gira a destra e, mediante un breve canalino tra balze rocciose, si sbuca nell’ampia conca superiore (quota 2424). La traccia poco evidente aggira due doline sulla destra, quindi sale dolcemente fino al colletto che separa la Cima delle Saline dalla Cima Pian Ballaur (2460 m). Qui si trova un crocevia.
Salendo a destra per tracce lungo un ripido pendio di erba e rocce affioranti si può raggiungere in 20-30 minuti la Cima Pian Ballaur (2603 m), che offre un vasto panorama.
Si piega quindi a sinistra, risalendo l’ampio versante erboso che fa capo alla Cima delle Saline; la traccia poco evidente è ben evidenziata da paletti di legno, che possono essere utili in caso di nebbia. Dopo un primo tratto ripido si attraversa un ripiano, tenendosi a sinistra, quindi si sale in diagonale fino alla croce di vetta della Cima delle Saline (2614 m; 3 – 3.45 ore dal parcheggio).
Discesa
Si segue l’ampia cresta sommitale verso sud per poche decine di metri, fino all’ometto di pietre e al quadrato rosso che indicano il punto di arrivo della “via normale”. Si imbocca quindi a sinistra un sentierino che scende con ripide svolte in un canalino tra le rocce, per superare la breve bastionata sommitale della montagna. Proseguendo quindi con ripidi tornanti, a tratti su terreno erboso, a tratti su terreno ghiaioso, si scende velocemente all’ampio Passo delle Saline (2178 m).
La larga sella erbosa, che divide il gruppo Saline-Pian Ballaur dal gruppo del Mongioie, è attraversata da un’antichissima “via del sale”, da cui deriva il nome.
Si piega a sinistra, seguendo l’ampio sentiero della GTA che scende con alcune svolte verso la testata della Valle Éllero. Si supera un primo pianoro, poi si perde quota in un altro tratto ripido (fonte raggiungibile con una breve deviazione a sinistra). Trascurando una sterrata che percorre il fondovalle, si appoggia a sinistra, giungendo ad un piccolo ripiano erboso attraversato da un rio. Qui un grande pannello esplicativo evidenzia l’Inghiottitoio dei Tumpi (quota 1860 circa).
Esso appare come una voragine nascosta nel bel mezzo del pianoro, non troppo larga ma abbastanza profonda. Il fondo, raggiungibile con un sentierino, prosegue poi con una grotticella, che presto è ostruita da materiale detritico. L’inghiottitoio raccoglie le acque del ruscello che passa lì accanto, convogliandole in una lunghissima rete di gallerie sotterranee. Quest’acqua, appartenente al bacino idrografico dell’Éllero, sgorga poi nuovamente presso la Sorgente delle Vene, che si trova in Val Tànaro.
La mulattiera, che ora conserva per un breve tratto l’antico fondo selciato, percorre un breve canalone che immette nell’ampia conca inferiore. Qui si incontra la sterrata di fondovalle, che, con un tornante, si porta ai ruderi del Gias Prà Canton (1760 m), quindi attraversa il Rio di Bellino e il Rio delle Moglie, suo affluente. Più avanti si va a riattraversare il Rio di Bellino, poi si supera un ponticello sul Torrente Éllero (proveniente dalla sovrastante sorgente del Pis) e si trova un bivio (quota 1737); a sinistra si ritorna in breve al Rifugio Mondovì, mentre a destra, percorrendo la sterrata già seguita all’andata, si va al parcheggio alla Porta di Pian Marchisio.
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