Il Reciso – Necropoli di Buca delle Fate – Cala San Quirico – Monastero di San Quirico – il Reciso
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 250 m circa
Tempo: 1.30 – 2 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Agosto 2021
Percorrendo comodi sentieri nella folta macchia mediterranea, si visita una necropoli etrusca, si scende all’incantevole Cala San Quirico, poi si risale passando dai ruderi dell’omonimo monastero medievale. Si tratta di un percorso ad anello breve e piacevole, tranquillamente percorribile in mezza giornata.
Accesso
Percorrendo la superstrada E80 Rosignano Marittimo-Roma, si esce a San Vincenzo Sud e ci si porta sul litorale di San Vincenzo. Si svolta a sinistra e, seguendo le numerose indicazioni, si raggiunge il Porto di Baratti, da cui la strada inizia a salire verso la collina di Populonia. Dopo due tornanti, poco prima di giungere al borgo di Populonia, si guadagna la sella del Reciso (131 m), dove si trova un parcheggio sterrato.
In alta stagione, per trovare posto al Reciso serve molta fortuna. In tal caso è possibile parcheggiare (a pagamento) presso il Porto di Baratti, all’inizio della salita per Populonia. Bisogna poi seguire a piedi la strada asfaltata fino al primo tornante, quindi proseguire dritti lungo una mulattiera segnalata (via della Romanella). Giunti ad un bivio presso un’edicola sacra si va a sinistra e si sale in breve al Reciso. Calcolare un centinaio di metri di dislivello in più, circa 25 minuti in più in salita e 15 in discesa.
Itinerario
Dalla strada asfaltata presso la sella del Reciso, subito prima del piazzale sterrato, si imbocca l’ampia strada sterrata detta “Via di Crinale”. Si oltrepassa un cancello e, subito dopo, si abbandona la Via di Crinale per prendere a destra un sentiero che costeggia il piazzale sterrato. Poco più avanti si gira ancora a destra (segnavia 301) e si taglia in lieve discesa tra macchia arbustiva e radure. Il sentiero si abbassa più decisamente nella boscaglia di leccio e raggiunge la Necropoli Etrusca di Buca delle Fate (70 m circa).
Sulla destra del sentiero sono visibili: una piccola cava di arenaria e alcune tombe a camera sotterranea. Il sito archeologico è stato datato al III-I secolo a.C. La zona della Buca delle Fate, con la sua grotta marina e le sue rocce tafonate, doveva esercitare un forte impatto sull’immaginario etrusco, tanto che gli abitanti di Populonia venivano qui a seppellire i loro defunti. Purtroppo i pannelli esplicativi sono stati deturpati da scritte e graffiti, e sono praticamente illeggibili.
Scendendo ancora per alcune decine di metri, si giunge ad un crocevia dove si incontra la “Strada dei Cavalleggeri“, proveniente dal Porto di Baratti.
Attraversando il sentiero dei Cavalleggeri e imboccando una traccia in discesa, si può raggiungere in pochi minuti la Cala delle Tamerici e la suggestiva scogliera tafonata in cui si apre la grotta marina di Buca delle Fate.
Si piega a sinistra, seguendo la Strada dei Cavalleggeri (segnavia 302), che scende brevemente per attraversare il piccolo Fosso Cala delle Tamerici, poi prosegue con altri brevi saliscendi. Procedendo nella macchia, si supera un’area picnic e si giunge alla bellissima Cala San Quirico.
Tra le più belle del promontorio, la spiaggia è costituita da ciottoli grossolani e appiattiti di arenaria. Di fronte alla spiaggia si trova una stupenda scogliera a pelo d’acqua, che si spinge fino ad una certa distanza dalla linea di costa.
Si abbandona la Strada dei Cavalleggeri e, volgendo le spalle alla spiaggia, si risale il Fosso San Quirico, il minuscolo rio quasi sempre in secca che sfocia nella cala. Ad un bivio si va a destra, lungo un sentiero non segnalato che costeggia il rio sulla sponda sinistra idrografica. Dopo alcune centinaia di metri, a quota 80 circa, si incontra il sentiero con segnavia 303.
Seguendo il sentiero segnalato verso sinistra, si può tornare direttamente al Reciso (10-15 minuti), tagliando fuori dal percorso il Monastero di San Quirico.
Si gira a destra lungo il sentiero segnalato, che si innalza nella macchia con alcuni tornanti, quindi guadagna il crinale quasi pianeggiante a monte del Poggio Tondo (127 m). Si piega a sinistra e si sale ancora nella folta vegetazione, fino ad incontrare l’ampia mulattiera detta “Via di San Quirico”. Seguendola verso sinistra, in pochi passi si è ai ruderi del Monastero di San Quirico (170 m circa).
L’origine di questo luogo religioso si situa intorno al XI secolo: in documenti del 1029 e del 1035 è citata una “chiesa di San Quirico”, mentre in un documento del 1048 è per la prima volta citato un vero e proprio monastero. Nacque probabilmente come romitorio, prima di passare alla Regola Benedettina. In ogni modo, il sito era frequentato, soprattutto per sepolture, fin dal III secolo d.C. Il declino del monastero avvenne in fretta: già nel XIII secolo ne venivano nominati i “ruderi”, e nel XVI secolo alcuni edifici erano utilizzati come stalla dai pastori locali. Quello che si può vedere oggi è il risultato di una campagna di scavi condotta nel 2002.
Si prosegue dritti lungo una stradetta sterrata in dolce salita; la pista va a congiungersi con la più ampia sterrata detta “Via di Crinale”. Seguendola verso sinistra in leggera discesa, in pochi minuti si raggiunge la Chiesetta di San Quirico (182 m; tavoli e panche).
Da qui è possibile tornare al Reciso seguendo la strada sterrata principale; tuttavia è più piacevole (soprattutto nelle giornate calde) seguire la variante descritta di seguito.
Si lascia a sinistra la sterrata, si passa davanti alla chiesetta e, lasciando a destra i tavoli dell’area picnic, si imbocca un ampio sentiero pianeggiante che taglia verso nord. Giunti sull’ampio crinale principale del Promontorio di Piombino, si trova un bivio (quota 181); si va a sinistra, lungo un comodo sentiero che segue l’ampio dorso quasi pianeggiante, coperto dalla macchia. Si lascia a destra una prima diramazione e a sinistra una seconda, seguendo sempre la traccia principale, quindi si passa accanto ad un riparo con tavoli e panche.
Giunti ad una selletta, il sentiero gira a destra, guidando in breve ad una grande postazione per cacciatori. Subito prima di arrivarci, si imbocca a sinistra una diramazione che sale con due tornanti e guadagna la cima del Poggio Guardiola (199 m), coperta dagli alberi e indicata da un ometto di pietre. Si inizia a scendere con percorso un po’ contorto nella fitta macchia. Effettuati due tornanti, il sentiero taglia in diagonale un ripido versante; infine, ci si congiunge con la “Via di Crinale” e, seguendola per pochi metri verso destra, si torna alla sella del Reciso.
Escursioni sul Promontorio di Piombino
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