Pruno – Cascata dell’Acquapendente
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 170 m circa
Dislivello in discesa: 80 m circa
Tempo: 1 – 1.15 ore
Ultima ricognizione: Ottobre 2020
Escursione breve, piuttosto frequentata, effettuabile tranquillamente in mezza giornata. Per buone mulattiere, si risale la valle del Canale di Deglio e si giunge al cospetto della spettacolare Cascata dell’Acquapendente, la più alta delle Alpi Apuane.
Accesso
Si esce al casello autostradale della Versilia e ci si porta a Pietrasanta e a Seravezza. Si prosegue nella valle del Torrente Vezza fino ad un bivio, dove si prende a destra la diramazione per Pontestazzemese, Stazzema e Cardoso. Al bivio successivo si lascia a destra la diramazione per Stazzema e si continua fino a Cardoso. Poco più avanti, ad un trivio, si gira tutto a sinistra e si imbocca la diramazione che sale a Volegno e a Pruno (459 m).
Si tratta di un graziosissimo borgo medievale, appollaiato su un costone che sporge sulla valle del Fiume Vezza. Di rilievo è la chiesa di San Nicolò, realizzata nell’XI secolo su un preesistente edificio religioso risalente al IX secolo.
Itinerario
Dal parcheggio, si prende la stradina che sale in diagonale fino al centro del paese. Qui si trova un bivio dove un cartello CAI indica la Cascata dell’Acquapendente: si svolta bruscamente a sinistra tra le case, poi si gira a destra uscendo dal paese. Percorrendo un viottolo lastricato quasi pianeggiante, con bellissima vista sui monti Forato, Nona e Procinto, si giunge ad una casa isolata. Si piega a sinistra e si imbocca una mulattiera in ripida discesa (“strada dei folletti”) che in breve entra in un castagneto. Si passa accanto ad un rudere e si giunge presso lo spiazzo di una piccola cava abbandonata (Cava Frascinaia).
Nei secoli passati, nei dintorni di Pruno sono stati effettuati numerosi “assaggi” di cava per l’estrazione del cosiddetto “Cipollino”: una varietà di marmo dal colore verde dovuto alla presenza di clorite.
Scendendo con due svolte, si giunge ad un bivio; si segue a destra la mulattiera principale, che contorna dall’alto un gruppetto di case e giunge al bellissimo Ponte di Pruno (quota 400 circa).
Si tratta di un ponte a schiena d’asino, ornato da un’edicola, che permette di superare il Canale di Deglio; secondo alcuni risalirebbe all’epoca medicea, mentre altri lo ritengono ancora più antico.
Subito prima del ponte, sulla sinistra ha origine la diramazione che guida alla falesia marmorea della Torre di Belen. Dapprima si segue una via di lizza, poi si devia a destra lungo un sentiero quasi pianeggiante che porta ad alcuni ruderi. Da qui, una ripida traccia sale con alcune svolte, in ultimo attrezzata con un cavo metallico, e guida alla base della parete rocciosa.
Si attraversa il ponte, trovando subito una lapide dedicata ad Enrico Bertellotti. Qui il sentiero si biforca, con due diramazioni entrambe sulla destra; si trascura quella in discesa, che guida al grazioso Mulino del Frate e ad Orzale, e si prende quella in salita. Si supera una casetta in pietra (Casa Mugnaio) e si trova un altro bivio: qui si piega a sinistra, salendo decisamente lungo una bella mulattiera nel bosco di castagni e lecci, sul fianco sinistro idrografico del vallone del Canale di Deglio. Incontrata una cappelletta, la pendenza diminuisce e il sentiero si avvicina gradualmente al torrente. Un tratto franato viene aggirato sulla destra, mediante una traccia protetta da ringhiere. Poco più avanti, accanto ad un rudere, si lascia a destra una diramazione con indicazioni per la Fania. Il sentiero continua in dolce salita, ormai in vista della cascata; si guada il torrente e si arriva alla base dell’imponente parete da cui scende la Cascata dell’Acquapendente (quota 530 circa).
La spettacolare cascata precipita per un dislivello totale di circa 50 m; in genere, ad eccezione dei periodi di massima piena, è divisa in due rami. La portata dipende molto dall’andamento delle precipitazioni; in piena estate può capitare che la cascata vada completamente in secca.
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