Prou Renè (Praglia) – Laghi del Gorzente – Passo della Dagliola – Monte Tóbbio

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 550 m circa
Dislivello in discesa: 250 m circa
Tempo: 3.45 – 4.30 ore
Ultima ricognizione: Luglio 2014

Percorso molto lungo che attraversa gran parte del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo. Il primo tratto si svolge sullo spartiacque principale appenninico, che poi si abbandona per scendere lungo la valle del Gorzente, selvaggia e disabitata. Una lunga salita porta quindi all’isolata e panoramicissima vetta del Monte Tóbbio.

Accesso

a) Dal casello di Genova Bolzaneto si va a Pontedecimo, da cui si sale alla Colla di Praglia; poco prima di giungervi, si parcheggia in località Prou Renè.
b) Dal casello di Masone-Campo Ligure si scende a quest’ultimo, da dove si sale verso le Capanne di Marcarolo. Poco prima delle Capanne si svolta a destra attraversando gli altopiani di Marcarolo fino alla Colla di Praglia; la si scavalca e si prosegue ancora pochi minuti, fino alla località Prou Renè (824 m), dove si parcheggia.

Itinerario

Si imbocca la stradina sterrata segnalata dalle bandierine rosso-bianco-rosse dell’AVML, che taglia verso nord-est per prati e boschetti. Oltrepassata la bella Casa Prato Renile, si entra nel bosco, e si supera un valico poco marcato nei pressi del Prato del Gatto. Si continua lungo un ampio sentiero che scende in diagonale, poi taglia quasi in piano tra i noccioli. Si incontra una strada sterrata e la si segue per pochi metri verso sinistra, poi si imbocca a destra il sentiero segnalato. Giunti su un costone si piega a sinistra, e lo si rimonta tra i pini fino ad un bivio.

Procedendo dritti per poche decine di metri (cartelli del Sentiero naturalistico dei Laghi del Gorzente), si arriva sul culmine della Quota 838, sormontata da un cippo in pietra. Il cippo rappresenta uno dei termini indicati nella Tavola di Polcevera, una tavola bronzea risalente al 117 a.C., in cui si riporta una sentenza pronunciata nel Senato romano a riguardo di una disputa tra le tribù liguri dei Genuati e dei Viturii.

L’AVML piega a destra e aggira il dosso, poi scende verso nord tra erba e pini, incrociando l’Anello delle Sette Neviere.

Con una breve deviazione verso sinistra si può raggiungere la prima delle sette neviere toccate dall’anello. Le neviere, realizzate a partire dal 1600, erano grandi buche scavate nel terreno, dalla pianta circolare, in cui veniva raccolta, pressata e conservata la neve. Questa veniva poi trasportata a valle per refrigerare cibi e bevande, quando ancora i frigoriferi non esistevano (notizie tratte da AA.VV. Guida al Sentiero naturalistico dei Laghi del Gorzente, pag. 105).

Scendendo dritti, si arriva subito al Giogo di Paravánico (781 m), dove si incontra una strada sterrata. La si segue in lieve salita verso nord, lungo l’ampio spartiacque coperto da radi pini. Si transita nei pressi della poco marcata vetta del Bric Roncasci (sulla sinistra due brevi deviazioni conducono ad altre due neviere), poi si scende tra i pini fino al Passo di Prato Leone (779 m), importante crocevia di sentieri.

Sella posta tra il Bric Roncasci e il Bric di Guana, è importante punto di passaggio tra il versante marittimo (in particolare la zona di Campomorone) e la Val Gorzente. Al Passo di Prato Leone si può giungere anche partendo da Pian Lupino o da Gallaneto.

Da qui fino alla vetta del Monte Tóbbio il sentiero è segnalato con un quadrato giallo pieno. Si abbandona l’AVML che sale verso il Prato Perseghin e si continua lungo la stradetta sterrata che scende dolcemente verso ovest, in una bella pineta. Si valica una selletta, poi si taglia in diagonale con tratti cementati fino alle sponde del Lago Lungo (685 m; 0.50 – 1.10 ore dal Prou Renè).

È il più ampio dei tre Laghi del Gorzente (280000 mq), costruito negli ultimi decenni dell’800 con una diga alta 39 metri lungo il corso del torrente omonimo. Venne costruito successivamente al Lago Bruno, in primo luogo per ampliare la capienza totale del complesso, e in secondo luogo, per proteggere la più “fragile” diga del Lago Bruno da pericolose piene. I laghi oggi appartengono all’IREN, e vengono utilizzati per la produzione di energia elettrica alla centrale di Gallaneto e per alimentare gli acquedotti della città di Genova.

La stradina costeggia il lago con percorso pianeggiante, poi oltrepassa la diga. Lasciato a destra il Sentiero naturalistico dei Laghi del Gorzente, diretto al Bric Nasciu, si raggiungono la casa dei guardiani della diga e l’adiacente Cappella della Madonna del Buon Consiglio. La strada piega a sinistra in discesa, e porta rapidamente all’adiacente Lago Bruno.

Dei tre laghi del Gorzente, il Lago Bruno è quello più antico (la costruzione della diga iniziò nel 1880 e finì nel 1883, ma poi fu più volte ampliata e rinforzata fino al 1926) e quello posto alla quota più bassa. Si estende per 200000 mq ed è sbarrato a valle da due dighe, di cui la principale è alta 38 metri; al centro del bacino artificiale si trova una caratteristica isoletta. Il lago porta il nome dell’ingegnere Nicolò Bruno, ideatore ed esecutore dei lavori.

Si lascia a sinistra una diramazione che lo attraversa con un ponte per proseguire lungo la strada principale, che guida in breve alla Casa della Direzione (652 m), situata sulle sponde del lago. Subito prima dei cartelli di divieto d’accesso, si prende a destra una mulattiera un po’ malandata, che permette di contornare gli edifici a monte. Con una breve discesa si riprende la sterrata, che costeggia lungamente l’irregolare sponda orientale del Lago Bruno attraversandone un immissario su un ponticello. Giunti nei pressi della diga si lascia a sinistra la sterrata che scende verso di essa e si prosegue dritti lungo una dissestata carrareccia che taglia in piano tenendosi alta sulla valle del Gorzente.
Si sorpassano alcuni boschetti, alternati a tratti aperti panoramici sulla vallata e sui monti circostanti. Giunti in una zona più rocciosa la carrareccia diventa sentiero e lascia a destra una galleria protetta da un cancello; attraversata una scoscesa valletta mediante una passerella si taglia in lieve discesa un versante boscoso raggiungendo la Cascina Preadoga (591 m).

Si tratta di una casa molto isolata posta sul versante destro idrografico della Val Gorzente. Legata allo sfruttamento del legname, si basava su un’agricoltura di sussistenza che bastava appena a sfamare la famiglia che la abitava. Venne abbandonata nel secondo dopoguerra.

Si va a destra lungo il sentiero segnalato che sale ripido tra gli alberi, poi valica un costone e taglia quasi in piano fino al Rio Preadoga, che si attraversa. Si sale in diagonale lungo un arido versante di rocce, erba e radi alberi, poi si sorpassa un altro costone e si piega decisamente a destra, tagliando in piano alti sulla valletta del Rio delle Figne.

In basso a sinistra, lungo il torrentello, si nota una piccola diga, ormai completamente interrata.

Il sentiero si porta ad attraversare i due ruscelli che poco sotto danno origine al Rio delle Figne, poi si innalza ripido in ambiente roccioso, superando molte pozze di acqua sorgiva che sgorga direttamente dal versante sovrastante. Si supera una selletta erbosa, poi si entra nel bosco e si sale in diagonale fino a raggiungere lo spartiacque tra Gorzente e Lemme, in corrispondenza della Cascina Carrosina (838 m).

È un’altra cascina isolata, posta su un’ampia sella sullo spartiacque Lemme-Gorzente. Nei dintorni si trovano molti abbeveratoi, e non è raro incontrare mucche al pascolo.

Si gira a sinistra lungo una carrareccia che entra nel bosco e subito si giunge ad un bivio. Si lascia a destra la carrareccia per proseguire lungo una mulattiera che taglia in lieve salita il roccioso versante sud-occidentale della Costa di Castiglione. Con un tratto in piano ed una breve discesa si raggiunge infine la marcata depressione del Passo della Dagliola (854 m).

Profonda insellatura posta tra l’isolato Monte Tóbbio e la dirupata Costa di Castiglione, il Passo della Dagliola è un importantissimo crocevia di sentieri: vi convergono la mulattiera proveniente dai Laghi del Gorzente, quella che sale da Ponte Nespolo, quelle che salgono da Voltaggio e dalla Colla degli Eremiti e il percorso di crinale che conduce al Monte delle Figne.

Seguendo il quadrato giallo si imbocca una mulattiera ampia e dissestata, che risale il versante sovrastante con alcuni lunghi tornanti tra pini e rocce. A quota 980 circa si incontra il segnavia “cerchio giallo sbarrato“, proveniente dal versante nord della montagna. Più in alto il versante si apre del tutto e, con un ultimo lungo traverso, si raggiunge la vetta del Monte Tóbbio (1092 m).

Una neviera nei pressi della cima del Bric Roncasci (5 marzo 2023)
La sterrata dell'AVML nei pressi del Bric Roncasci
La sterrata dell’AVML tra il Bric Roncasci e il Passo di Prato Leone (11 luglio 2016)
Il Lago Bruno e, sullo sfondo, il Monte Tòbbio
Il Lago Bruno e, sullo sfondo, il Monte Tóbbio (2 luglio 2014)
L'isolata Cascina Preadoga
L’isolata Cascina Preadoga (2 luglio 2014)
La Casa Carrosina, posta su una sella pianeggiante della costiera tra Lemme e Gorzente
La Casa Carrosina, posta su una sella pianeggiante della costiera tra Lemme e Gorzente (2 luglio 2014)
Il Monte delle Figne visto dalla salita finale
Il Monte delle Figne visto dalla salita finale (2 luglio 2014)

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