Ponte Viera – Baita del Cantone – Bocchetta del Cantone – Ponte Calchéira (Livigno)

Caratteristiche

Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 1050 m circa
Dislivello in discesa: 1000 m circa
Tempo: 6 – 7 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2017

Stupenda traversata che percorre le due valli più selvagge e spettacolari del livignasco: la Valle del Cantone (o Val Viera) e la Val Saliente. I due valloni sono collegati attraverso l’alto valico della Bocchetta del Cantone; i sentieri che la raggiungono sono, da entrambi i versanti, piuttosto impervi, con i tratti più complicati attrezzati con catene. La fatica e le difficoltà sono però compensate dall’ambiente naturale integro e solitario, dall’aspetto dolomitico, e dai vasti panorami che si osservano nella parte alta del percorso.

Accesso

Da Livigno, raggiungibile attraverso la Fòrcola o il Passo del Foscagno, si continua in direzione della diga del Gallo. Superata la prima galleria, si giunge allo sbocco della Val Viera (località Ponte Viera; 1808 m), dove si trova una discarica. Qui si parcheggia.

Itinerario

Accanto all’edificio della discarica prende origine una stradina asfaltata, che si addentra nella Val Viera in direzione di una vicina cava di ghiaia. La si segue per poche decine di metri, quindi, poco prima di giungere al cartello di divieto d’accesso, si trova a sinistra un sentiero che sale contornando a monte l’edificio della discarica. Il sentiero piega quindi a destra, riceve una traccia proveniente da sinistra e giunge ad un bivio. Si trascura il sentiero 177, che sale al Motto, per prendere a destra il sentiero 176, che si addentra nella Val Viera.
Si taglia il fianco destro idrografico del vallone con alcuni saliscendi nel bosco misto di conifere, che poi lascia spazio al mugheto. In questo primo tratto si attraversano numerosi valloncelli laterali, e in alcuni di essi il sentiero è lievemente in frana e malagevole. Proseguendo lungamente a saliscendi, con vista sull’imponente piramide della Corna Cavalli, si giunge ad un bivio (quota 1900 circa).

La diramazione di sinistra sale in pochi minuti ad una sorgente sulfurea, risistemata dall’AAST di Livigno.

Si continua a destra sul sentiero principale, che si tiene abbastanza alto sul torrente e arriva in breve allo sbocco della Val Rossa, un ripido vallone laterale che prende il nome dalle sovrastanti pareti di roccia rossastra. Il sentiero risale il valloncello per qualche decina di metri, poi piega a destra e, con una ripida rampa, ritorna nel vallone principale; in questo punto il vallone piega sensibilmente a destra, e assume il nome di Valle del Cantone. Presto ci si trova ad attraversare un gigantesco conoide detritico, al termine del quale è consigliabile scendere sulla destra fino all’ampio alveo del torrente.
Si risale il letto ghiaioso del corso d’acqua fino a quando non si nota il sentiero segnalato che riprende sulla sponda opposta; qui si guada e si va a imboccare il sentiero, che sale dolcemente tra i mughi. Si giunge in fretta su un altro gigantesco ghiaione, la cui porzione centrale è soggetta ad una grossa frana; mediante un ampio saliscendi su traccia un po’ precaria si va a contornare la zona franata. Il sentiero ritorna agevole e scende nuovamente sul torrente; lo si guada e, salendo nel prato, si giunge al rudere della Baita del Cantone (2143 m).

Dell’antico baitello rimane solo un accenno di muretto a secco con travi in legno accatastate, addossato ad un masso. L’ambiente è spettacolare, ma non più severo: qui la valle si allarga lievemente, e intorno al baitello si stendono belle praterie poco inclinate. Le vette della Corna Cavalli, del Piz Fier, del Piz Serra e del Piz da l’Acqua coronano questa conca.

Il sentiero sale dolcemente curvando a sinistra e dirigendosi verso una balza rocciosa da cui precipitano spettacolari cascate. Poco prima di arrivarci si piega a destra e si scende ad attraversare il torrente che proviene dalle cascate, quindi si risale direttamente un ghiaione, non particolarmente pendente. Dopo un centinaio di metri si nota il sentierino che riprende sulla sinistra (segnavia), e prosegue con numerosi tornanti sul versante erboso ai piedi degli avancorpi rossastri del Piz Fier. Con percorso regolare ci si sposta gradualmente verso sud-ovest, poi, superato un ultimo tornante tra detriti, si sbuca su un ampio dosso erboso (quota 2375). Qui il sentiero entra nell’ampia conca ai piedi delle balze rocciose superiori, occupata da un grande nevaio fino a stagione inoltrata; finalmente appare alla vista la Bocchetta del Cantone.
Si aggira la conca sulla destra, quindi si inizia a salire con ripidi tornanti tra erba e ghiaietto, su terreno man mano più impervio. Il sentierino traversa poi a sinistra, lievemente esposto, per andare ad imboccare una cengia diagonale ai piedi di un roccione strapiombante. Si attraversa un primo rio, quindi si risale un ripido speroncino per roccette gradinate (catena) e si ritorna a sinistra con un altro traverso esposto ma pianeggiante (catena) che porta a guadare un altro ruscello. Il sentiero ritorna più agevole e ritorna a prendere quota con altri tornanti in un ghiaione. Si traversa di nuovo a sinistra dirigendosi verso un altro rio che forma una bella cascatella; per arrivarci bisogna superare un espostissimo canalone ghiaioso.

Probabilmente il canalone si è approfondito a dismisura durante l’ultima alluvione di luglio 2017. Percorrendo il sentiero circa tre settimane dopo ho trovato il passaggio assolutamente terrificante, sospeso nel vuoto e su terreno instabile; probabilmente effettuare il passaggio nell’altro senso è più semplice, in quanto la sponda più erosa del canalone viene affrontata in salita. Spero vivamente che il CAI di Livigno intervenga a sistemare e mettere in sicurezza questo tratto che, se lasciato a se stesso, può diventare del tutto impercorribile.

Si guada il rio successivo ai piedi della cascatella, poi si sale con altre svolte e si taglia in orizzontale verso est ai piedi delle pareti dolomitiche del Piz Saliente. Superati gli ultimi tornanti tra i detriti si arriva finalmente alla Bocchetta del Cantone (2750 m; 3.30 – 4 ore da Ponte Viera).

Ampia sella detritica posta tra il Piz Saliente e la Corna Cavalli, costituisce l’unico collegamento (non troppo agevole) tra la Val del Cantone e la Val Saliente, due delle valli più selvagge e sperdute del livignasco. Il panorama è notevole, e comprende Livigno, la Cima Piazzi e il gruppo del Bernina. Sulla sinistra prende origine la via normale alla Corna Cavalli, la cui cima è raggiungibile in 30-45 minuti di cammino.

I segnavia portano a scendere dolcemente verso sud, entrando in Val Saliente, e ad imboccare un sentiero che taglia in diagonale verso destra. Si sorpassano alcuni canaloni lievemente esposti, quindi si scende con ripide svolte alla sottostante conca pianeggiante. Aggirandola sulla sinistra, si attraversano alcuni piccoli rii e si giunge ad un bivio dove si lascia a sinistra il poco evidente sentiero 177 che guida al Motto (quota 2625). Si scende lungo una ripida cengia di rocce gradinate (catena) per superare una fascia rocciosa, poi si effettua una lunga serie di tornanti lungo una ripidissima china erbosa, attraversando poi un rio e passando accanto ad alcuni curiosi pinnacoli rocciosi. Facendo un minimo di attenzione, si arriva velocemente sul fondo della Val Saliente, poco a valle del Baitél da la Sascia, piccola costruzione in pietra addossata ad un ciclopico masso.
Qui si incontra il sentiero che scende dalla Fòrcola Tropione (quota 2400 circa), e lo si segue verso sinistra, scendendo lungo il fianco sinistro idrografico del vallone. Poco più avanti si guada il torrente e si continua con brevi saliscendi sul lato opposto; il vallone si stringe e si approfondisce man mano, diventando una vera e propria gola, e il sentiero lo percorre con numerosi tratti un po’ esposti, specialmente nei punti dove bisogna attraversare i diversi canaloni tributari. Doppiato un contrafforte roccioso, si esce dalla gola e appare alla vista la valle di Livigno (quota 2080); si scendono alcune facili roccette gradinate (catena), poi si continua a tornanti fino a portarsi su un piccolo affluente del Rio Saliente. Lo si attraversa su una passerella in legno, poi, sorpassato un ultimo facile tratto ghiaioso, si entra nel bosco misto di conifere.

Voltandosi indietro si può vedere la spettacolare cascata formata dall’affluente del Rio Saliente.

Il sentiero percorre tranquillamente il tratto inferiore della Val Saliente tra bosco e piccole radure, quindi scende fino alle poche case di Camposc’tin (quota 1950; fontanella nei pressi), dove si incontra una stradina asfaltata. La si segue a sinistra in discesa; poco più avanti si ritrova a sinistra il sentiero che scende tra i prati, tagliandone un tornante, attraversandola, e raggiungendo una staccionata. Si gira a sinistra rientrando nel bosco, poi si effettua un tornante e si ritorna su asfalto nei pressi di Ponte Calchéira (1859 m), all’entrata dell’abitato di Livigno.

Organizzandosi con due macchine, è possibile lasciarne una in questo punto. Altrimenti bisogna proseguire su asfalto per ancora mezzo km, fino a trovare la fermata del bus (gratuito) che porta in centro a Livigno. Da qui si può tornare a Ponte Viera a piedi (circa mezz’ora di cammino su sentiero segnalato che costeggia la strada asfaltata) o con l’autopostale per Zernez.

Il tratto iniziale della Val Viera
Il tratto iniziale della Val Viera (4 agosto 2017)
Verso la conca terminale della Valle del Cantone
Verso la conca terminale della Valle del Cantone (4 agosto 2017)
Le cascate subito a monte della Baita del Cantone
Le cascate subito a monte della Baita del Cantone (4 agosto 2017)
L’ultima salita verso la Bocchetta del Cantone
L’ultima salita verso la Bocchetta del Cantone (4 agosto 2017)
Panorama dalla Bocchetta del Cantone verso Livigno
Panorama dalla Bocchetta del Cantone verso Livigno (4 agosto 2017)
Vista verso Livigno e la Parè dall'ultima parte del percorso
Vista verso Livigno e la Parè dall’ultima parte del percorso (4 agosto 2016)

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