Pontechianale – Passo di Fiutrusa – Bivacco Boerio
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 1650 m circa
Dislivello in discesa: 160 m circa
Tempo: 5.30 – 7 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2018
Possibili ascensioni e traversate dal Bivacco Boerio: Mongioia, Monte Salza, Bivacco Olivero (con eventuale discesa a Chianale).
È il percorso più diretto per arrivare da Pontechianale al Bivacco Boerio. Prevede la risalita del lungo Vallone di Fiutrusa e lo scavalcamento del passo omonimo, per poi ricongiungersi al frequentato sentiero che sale da Sant’Anna di Bellino. È una traversata lunga e faticosa, per sentieri impervi e poco frequentati in ambienti desolati e selvaggi. È riservata perciò ad escursionisti esperti ed allenati; attenzione ulteriore va fatta per la presenza di alcuni cani da pastore che controllano le pecore al pascolo nel vallone.
Accesso
Da Cuneo, Saluzzo o Fossano ci si porta all’imbocco della Val Varàita, in corrispondenza del paese di Piasco. Si risale la valle superando Sampéyre, poi, giunti a Casteldelfino, si svolta a destra in direzione di Pontechianale e del Colle dell’Agnello. Giunti a Pontechianale si svolta a sinistra e si raggiunge l’ampio parcheggio della borgata Maddalena (1604 m).
Itinerario
Si attraversa il Torrente Varàita di Chianale su un ponte giungendo davanti ad un campeggio; si gira a destra costeggiando un corso d’acqua ed entrando nel bosco di larici. La stradina si trasforma in sentiero e porta a guadare il Torrente Fiutrusa. Poco più avanti si raggiunge una strada sterrata, che si rimonta verso sinistra in salita, lasciando a destra la GTA che taglia verso Chianale (quota 1730). La sterrata prosegue con alcuni tratti ripidi, entrando nel Vallone di Fiutrusa, poi lo rimonta sul lato sinistro idrografico tra radi larici, passando sotto alle Grange Barbella. Con una breve discesa la strada si porta sul torrente, poco sotto al costone dove sorgono le suggestive Grange dei Russi; si guada il torrente su una briglia in cemento (quota 1889; difficoltoso con acqua alta), quindi ci si innalza nel bosco su un sentiero fangoso che effettua qualche tornante. La salita si fa più dolce e guida ad un importante bivio (quota 1983); si lascia a destra il sentiero per il Colle del Rastèl e si prosegue tranquillamente sul lato destro idrografico del vallone. Più in alto si attraversa il torrente sfruttando una breve passerella in legno, quindi si continua a salire nel bosco a poca distanza dal corso d’acqua. Lasciando a destra le Grange Serre si riattraversa il torrente, giungendo ad un bivio in un’ampia radura (quota 2094).
Il sentiero di sinistra porta al Colle del Bondormir, passaggio poco frequentato che immette nella Val Varàita di Bellino.
Si gira a destra riattraversando il torrente, quindi si prosegue costeggiando un piccolo affluente spesso in secca; sul versante opposto si trovano le Grange Rouph (quota 2121). Proseguendo lungo il rio si arriva presso un grosso masso con indicate le varie direzioni (quota 2210); si trascura a destra l’indicazione per il Colle del Lupo e si sale a sinistra, seguendo la scritta bianca per il Passo di Fiutrusa. Il sentiero, a tratti poco evidente, sale con lunghi tornanti per il dolce pendio coperto da erba alta, passando accanto ai ruderi delle Grange Genzana; si continua poi in direzione delle selvagge balze rocciose che difendono il valico.
Giunti alla base dei dirupi si sale a destra per un sentierino poco evidente, che si inerpica nei pressi di un canalone erboso; si ritorna poi a sinistra, scavalcando un dosso occupato da un recinto (attenzione in presenza di pecore e cani pastori). Si attraversa un altro canalone, quindi si passa accanto ad un aereo dosso; sorpassato un terzo canalone, più roccioso e detritico, ci si porta su un altro costoncino che sorge in mezzo al vallone. Il sentiero, qui più marcato, sale con alcuni tornanti, offrendo belle viste sul sottostante orrido del Torrente Fiutrusa, quindi giunge all’imbocco dell’ampia comba superiore (quota 2400 circa).
Il sentierino sale tra i prati cosparsi di massi, quindi taglia verso sinistra e, con una traversata a tratti lievemente esposta, attraversa due ruscelli. Si continua in salita ora tra le pietraie, seguendo attentamente gli ometti che puntano verso il sovrastante intaglio del Passo di Fiutrusa. Più in alto si abbandona il sentiero più evidente, che conduce ad un rudere in cemento addossato alle rocce, per tagliare brevemente a sinistra e portarsi all’imbocco del canalone che conduce al passo. Si sale faticosamente per vaghe tracce tra i detriti, e infine si guadagna il Passo di Fiutrusa (2860 m; 3.45 – 4.30 ore da Pontechianale).
Il valico si trova sulla displuviale tra il vallone omonimo e il Vallone di Rui, ramo più alto della Val Varàita di Bellino; oggi è pochissimo frequentato, ma un tempo doveva essere più importante, come testimoniano i resti dell’antica mulattiera sul versante del Vallone di Rui. Sul passo si trovano un grande pilone di pietre e una targa in memoria di Don Berna. Il toponimo deriva probabilmente dalla fusione di fioun (il trifoglio alpino) e trouso (il carico di fieno), ad indicare un territorio utilizzato per la fienagione. Dal passo, salendo per l’ampia cresta detritica che si ha sulla sinistra (sud-est), si può giungere in 30-40 minuti alla Punta di Fiutrusa (3103 m), che offre un bel panorama.
Attraversato l’intaglio si piega a destra, seguendo una vecchia mulattiera che taglia alla base di una dentellata cresta rocciosa. Si gira a sinistra e si attraversa una piccola conca pianeggiante, quindi si supera un piccolo costone. Si continua a scendere per prati nell’ampio vallone, seguendo le vaghe tracce della vecchia mulattiera (rari ometti). Tenendosi sulla destra, si va ad attraversare un ruscello, quindi si attraversa un dosso erboso su cui si trova un cartello in legno (quota 2720 circa). Qui si abbandona la vecchia mulattiera, che scende ancora in direzione del fondo del Vallone di Rui, per girare a destra, lungo tracce di bestiame che tagliano quasi in piano il ripido versante erboso. Gli ometti e i segnavia sono rari, ma il percorso è evidente: si traversa in piano ai piedi del Bric Turlè, poi si scende brevemente e si entra nel Pian Gaveot (quota 2699).
Il toponimo “gaveot” è un diminutivo del diffuso “gava”, che indica una conca o una valle.
Si guada l’ameno torrente che attraversa il pianoro prativo, quindi si incontra il frequentato sentiero che sale da Sant’Anna di Bellino al Bivacco Boerio. Lo si segue verso destra in salita, superando alcune ripide rampe che portano ad una conca con laghetto paludoso (quota 2772). Si piega a sinistra e si sale con ripide svolte fino a portarsi sul culmine di una fascia rocciosa; il sentiero piega quindi a destra e sale in diagonale, tra i ghiaioni che fasciano la base del Monte Giuep, poi giunge alla base di un risalto roccioso. Lo si supera per elementari roccette e si guadagna l’ampia spianata del Passo Mongioia (3079 m), dove si incontra un sentierino proveniente dall’alta Valle dell’Ubaye. Si gira a destra e, con l’ultima breve salita, si raggiunge il dosso su cui sorge il Bivacco Boerio (3096 m).
Il Bivacco Boerio è una piccola costruzione in legno, dalla pianta ottagonale, che contiene 10 posti letto più un grande tavolo con panche. È dotato di illuminazione artificiale, alimentata grazie ad un piccolo pannello solare. Inaugurato nel 1992, il bivacco è stato dedicato a Franco Boerio, alpinista della Val Varàita membro del Soccorso Alpino.
Subito oltre si stende la conca del Lago Mongioia, lo specchio d’acqua più elevato delle Alpi Cozie; fino a pochi anni fa era uno dei più elevati dell’intera catena alpina, ma il disgelo degli ultimi anni ha permesso la formazione di laghetti a quote ancora maggiori. Il lago, dalle acque limpide e poco profonde, giace in una conca ovale ai piedi del Mongioia, e si estende per circa 10700 mq.
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