Plan de li Astela – Baite Cardonè – Bivacco Ferrario – Alpe Boron – Plan de li Astela
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 950 m circa
Tempo: 5 – 6 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Agosto 2022
Giro ad anello di grande suggestione, che si snoda ai piedi del maestoso versante nord della Cima Piazzi. Dopo un lungo trasferimento iniziale su stradine sterrate, si risale la solitaria Valle di Cardonè fino al Bivacco Ferrario, situato in ambiente assai severo. Valicata la dorsale del Dosso Penaglia, si chiude l’anello scendendo per la Val di Lia. Il percorso non presenta particolari difficoltà; tuttavia, il tratto tra il Bivacco Ferrario e il Dosso Penaglia può presentare problemi di orientamento in caso di nebbia, e il guado sui torrenti proglaciali che scendono dalla Vedretta di Piazzi può essere scomodo nei momenti di massima piena.
Accesso
a) Da Sondrio si rimonta la Valtellina fino a Isolaccia. Subito prima del ponte sul Torrente Viola Bormina, si prende a sinistra una diramazione che giunge subito ad un parcheggio. Si prosegue dritti e, poco dopo, si imbocca ancora a sinistra la diramazione con indicazioni per la Val di Lia. Si parcheggia negli spiazzi in località Pian de li Astela.
b) Da Livigno si va in direzione di Bórmio, scavalcando il Passo d’Éira e il Passo del Foscagno. Scesi ad Isolaccia, si passa il ponte sul Torrente Viola Bormina e si gira a destra giungendo in un parcheggio. Si prosegue dritti e, poco dopo, si imbocca ancora a sinistra la diramazione con indicazioni per la Val di Lia. Si parcheggia negli spiazzi in località Pian de li Astela (1609 m), oltre i quali la strada è chiusa al traffico (eccetto residenti).
N.B. La strada da Isolaccia al Pian de li Astela è percorribile solo con apposita autorizzazione. Il biglietto (5€) va comprato all’Ufficio del Turismo di Isolaccia, situato in Piazza IV Novembre.
Itinerario
Si prosegue a piedi lungo la strada asfaltata, che taglia in dolce salita nel bosco di abeti. In località Preda Benedida (1665 m) si trascurano le diramazioni sterrate e si prosegue su asfalto ancora per quasi un chilometro, fino allo spiazzo di Prescedont (o Presedont; 1742 m). Qui la strada diventa sterrata e, subito dopo, si biforca. Si imbocca la diramazione di destra (segnavia CAI 288), che prosegue a mezza costa in lieve discesa. Lasciata a sinistra un’ulteriore diramazione, la strada scende ad attraversare il torrente della Val di Lia, poi inizia a salire con una ripida rampa cementata.
L’erta salita porta alle baite isolate in località Belvedere (1828 m), dove il bosco si apre offrendo scorci panoramici. La strada prosegue a mezza costa in salita tra le conifere, fino ad un altro bivio dove si lascia a sinistra una diramazione per l’Alpe Boron. Si continua invece a destra, doppiando un costone ed entrando nella Valle di Cardonè. Dopo un tratto pianeggiante accanto a due baite, la strada effettua un ripido saliscendi (tratti cementati) e si porta sul torrente di fondovalle. Subito oltre si trova una biforcazione (quota 1942), dove si va a sinistra, seguendo sempre il segnavia 288. La stradina, a tratti cementata si innalza ripida sul fianco sinistro idrografico della valle e giunge alle Baite Cardonè.
Da qui si ha un bellissimo colpo d’occhio su tutto il vallone, dominato dalle vedrette della Cima Piazzi. Particolarmente bella la vista sull’alta cascata che precipita dalle balze che chiudono il vallone a monte.
Presso la prima baita si lascia a sinistra una diramazione, quindi si effettuano due tornanti e si raggiungono le due baite superiori (2008 m), dove la stradina termina. Si passa tra i due edifici, quindi, seguendo le paline, si imbocca un sentierino che si inerpica nel bosco di larici. Giunti al limite superiore del bosco, il sentiero procede ancora per alcune decine lungo la massima pendenza. Si incontra poi una traccia più evidente e la si segue verso sinistra, salendo in diagonale per erba, massi e cespugli. Giunti ad un bivio si va a sinistra, montando su un crinalino morenico parallelo al versante. Si rimonta il crinale per alcune decine di metri, fino ad un ometto dove la traccia si biforca di nuovo (quota 2239).
Si va a sinistra, prima in lieve discesa, poi quasi in piano. Il sentiero traversa la testata del vallone, ai piedi delle imponenti pareti rocciose dei Corni di Verva, con percorso assai panoramico. Contornata una piccola gola rocciosa, si riceve da destra il poco evidente sentiero proveniente dal Passo delle Pecore; si effettua un breve semicerchio verso sinistra e si raggiunge il Bivacco Ferrario (2325 m; 2.40 – 3.10 ore dal parcheggio), situato su un dosso panoramico.
Si tratta di una piccola costruzione in lamiera, sempre aperta, dotata di 6 posti letto e un tavolino. Realizzato nel 1956 e ripristinato nel 1988, è intitolato a Paolo Ferrario, medaglia d’oro della Prima Guerra Mondiale, caduto il 19 maggio 1916.
In corrispondenza del bivacco si piega a destra, entrando nell’appartato avvallamento compreso tra il versante della Cima Piazzi e il piccolo rilievo del Corno (a sinistra). Lasciato a sinistra un minuscolo laghetto, si attraversa un ripiano per tracce poco evidenti, quindi si raggiunge il torrente proglaciale alimentato dalla Vedretta di Piazzi. Si costeggia il torrente per alcune decine di metri, quindi, seguendo attentamente i segnavia, si guadano i numerosi rami di un affluente che proviene da una breccia nella morena sovrastante.
Più avanti, si guada anche il torrente principale (attenzione in caso di acqua alta), quindi ci si innalza in diagonale sulla sinistra in direzione del Dosso Penaglia, sormontato da un ometto. Sulla destra, si apre una conca dove il torrente si divide in tantissimi rami, alla base delle severe balze rocciose superiori solcate da imponenti cascate. Il sentiero rimonta il ripido pendio sovrastante di erba e massi con alcune svolte. Giunti su un ripianetto si continua dritti lungo la massima pendenza, quindi si guadagna la Sella del Dosso Penaglia (2447 m). Qui si trova un bivio indicato da paline.
La diramazione di destra risale il sovrastante dorso di rocce e detriti, portando in circa 30 minuti al Bivacco Cantoni (2625 m), già ben visibile dal basso. Il bivacco è dedicato a Maurilio Cantoni, alpinista di Bórmio travolto da una valanga sul versante nord della Cima Piazzi nel 1978. Realizzato dal CAI di Bórmio nel 1980, il bivacco dispone di 9 posti letto.
Si piega a sinistra, seguendo le indicazioni per l’Alpe Boron. Il sentiero segnalato taglia quasi in piano sul lato destro della cresta, aggirando il dosso sommitale, poi ritorna sul crinale più in basso.
È anche possibile scavalcare il punto culminante del Dosso Penaglia (2482 m) seguendo un sentierino che si tiene fedelmente sul filo di cresta. La vetta offre un bellissimo panorama ravvicinato sul versante nord della Cima Piazzi, oltre che una bella vista su tutte le montagne che sovrastano la Valdidentro.
Poco prima di arrivare ad una sella ai piedi di una cima conica, il sentierino, poco evidente, si abbassa a destra in un valloncello erboso. Ci si affaccia quindi sul ripido versante sinistro idrografico della Val di Lia; in basso sono ben visibili gli edifici dell’Alpe Boron. Il sentiero scende ripido, alternando tratti lungo la massima pendenza a traversi e svolte. La rapida picchiata porta sul fondovalle a quota 2150 circa. Senza raggiungere il torrente, si piega a sinistra, e si percorre il fianco sinistro idrografico del vallone con brevi saliscendi. Una discesa più ripida porta di nuovo sul fondovalle, dove si incontra una strada sterrata. La si segue verso destra, attraversando il torrente e salendo in breve all’Alpe Boron (2048 m; 1.10 – 1.30 ore dal Bivacco Ferrario).
L’alpeggio è gestito dall’Azienda Agricola Giacomelli Lucia, ed è aperto durante la stagione estiva. È dotato di sala da pranzo e offre 6 posti per il pernottamento. Nei dintorni si trovano tavoli e panche per il picnic. Su alcune carte è riportata come Alpe Borron.
Si prosegue lungo la strada sterrata, che scende sul fianco destro idrografico della Val di Lia, entrando gradualmente nel bosco. A quota 1998 si lascia a destra la diramazione per il Passo di San Colombano e si continua lungo la rotabile principale, che passa per le baite sparse della località Lia. Alternando tratti ripidi a fondo cementato e traversi dolci, si giunge ad un secondo bivio (quota 1895), dove si lascia a destra la diramazione per Ciuk. Dopo circa 1 km, la strada effettua un ripido tornante; si passa accanto alla Chiesetta di Prescedont e si giunge al bivio di quota 1742 già incontrato all’andata. Si gira a destra e, seguendo la stradina asfaltata già percorsa ad inizio escursione, si ritorna al parcheggio di Pian de li Astela (1.10 – 1.20 ore dall’Alpe Boron).
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