Pian Marchisio – Porta Sestrera – Cime di Serpentera – Pian Marchisio

Caratteristiche

Difficoltà: Variante “a”: E. Variante “b”: EE
Dislivello in salita: 800 m circa
Tempo: 5 – 6 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Giugno 2021

Il giro delle Cime di Serpentera da Pian Marchisio è un’escursione piacevole e non particolarmente faticosa. Si percorrono vastissime praterie, campi carsici, zone umide e si osservano bellissime visuali sulle cime più alte delle Alpi Liguri. Per chiudere l’anello ci sono due possibilità: la variante “a”, più comoda ma più lunga, ricalca in parte il percorso dell’andata senza presentare difficoltà; la variante “b” è un percorso diretto, tuttavia mal segnalato e poco evidente.

Accesso

Si esce al casello autostradale di Mondovì e si seguono le indicazioni per Villanova Mondovì e in seguito Roccaforte Mondovì. Giunti a quest’ultimo paese, si va a sinistra per entrare in Valle Éllero. Poco prima di arrivare a Prea, si svolta a sinistra per andare a Rastello, ultima borgata della valle. Da qui la strada si restringe e, con alcuni ripidi tornanti, porta al Ponte Murato. Si prosegue per la selvaggia parte superiore della valle e, dopo altri 5 km (tratti sterrati nel finale), si raggiunge il parcheggio della Porta di Pian Marchisio (1634 m), oltre la quale si apre l’omonimo pianoro. Da qui in poi la sterrata è chiusa al traffico.

Accanto al parcheggio sorge un edificio utilizzato come alpeggio. Sul lato opposto del torrente si trova invece, su un dosso, la Sella Ciappa; si tratta di un altro alpeggio di origini antichissime, già citato in un documento del 1300 con il nome di Alpe Cepata.
Nelle domeniche estive il transito della strada dopo Rastello è consentito solo pagando un biglietto del costo di 5€.

Salita

Si segue la strada sterrata che, con una breve discesa, raggiunge il fondo di Pian Marchisio (quota 1624) e costeggia il Torrente Éllero sul lato sinistro idrografico, dirigendosi verso le grandi bastionate delle Rocche del Pis e della Punta Havis de Giorgio. Giunti alla fine del pianoro, si sale dolcemente con due tornanti (possibili scorciatoie), poi si abbandona la sterrata per prendere a destra un sentiero che sale per prati. In pochi minuti si giunge al Rifugio Mondovì (1761 m; 30 – 45 minuti dal parcheggio).

Il rifugio si trova in bellissima posizione, su un dosso erboso ai piedi delle impressionanti pareti calcaree della Rocca del Pis e delle Rocche Biecai. Il primo edificio venne costruito nel 1929, poi subì varie ristrutturazioni ed ampliamenti fino ad assumere l’aspetto attuale nel 2008. Dota di 60 posti letto, ed è aperto dal 15 giugno al 15 settembre con servizio di alberghetto; durante il resto dell’anno è presente un locale invernale sempre aperto con 6 posti letto. Il rifugio è dedicato ad Havis de Giorgio, medaglia d’oro al valor militare, caduto in Africa nel 1939.
Poco a sud-est rispetto al rifugio si trovano le Sorgenti dell’Éllero, poste alla base di una verticale bastionata rocciosa. Durante i periodi di scioglimento delle nevi l’acqua sgorga da una grande fessura nella parete, a 15-20 m d’altezza dal suolo, formando una notevole cascata detta Pis dell’Éllero, analoga a quella più famosa del Pesio. In estate, invece, l’acqua sgorga solo dai massi alla base della parete e la cascata rimane a secco. Le Sorgenti dell’Éllero «convogliano le acque assorbite sul versante dell’Ellero del gruppo montuoso Saline-Ballaur e quasi certamente anche parte, se non tutte, quelle provenienti dai ripiani di Biecai» (C. F. Capello, Il fenomeno carsico in Piemonte  Le Alpi Liguri, pag. 36).

Dal bivio a monte del rifugio si imbocca a destra l’ampio sentiero per il Colle del Pas, che sale in diagonale per prati ai piedi della Punta Havis de Giorgio, quindi valica un contrafforte ed entra nel vallone del Rio Ciappa. Si taglia il fianco destro idrografico del vallone con percorso quasi pianeggiante, poi si risale con ripidi tornanti la bastionata di rocce ed erba che lo chiude. L’erta salita guida all’intaglio di Porta Biecai (2004 m), che immette nell’omonima gigantesca conca sospesa. Si scende brevemente tra piccoli dossi e rocce affioranti, poi si giunge ad un bivio. Si va a destra, aggirando un roccione a monte, quindi ci si affaccia sul fondo della conca di Biecai.

L’enorme conca di Biecai, modellata da antichi ghiacciai e dal carsismo, è larga più di mezzo chilometro; il punto più basso si trova a quota 1950 circa, cioè 50 metri più in basso della soglia che la chiude a valle. La parte più profonda della conca ospita l’effimero Lago Biecai, un tipico esempio di lago carsico. Durante il disgelo primaverile, le condotte carsiche sotterranee che si aprono sul fondo della conca non riescono a smaltire il grande apporto d’acqua. Si forma quindi il lago, che può estendersi anche per 50000 mq e raggiungere la profondità di una decina di metri. Quando il disgelo finisce, il lago si svuota altrettanto velocemente: già a metà giugno può capitare di trovarlo completamente secco.

Ad un bivio con paline si lascia a destra la diramazione per il Lago delle Moie (vedi variante “a” di discesa) e si prosegue dritti lungo il sentiero principale. Si attraversa un piccolo rio, poi si risale un avvallamento confinato da affioramenti calcarei. Giunti in una conca erbosa (quota 2110 circa), si trova un altro bivio dove si svolta a destra. Si attraversa un ruscello e si gira ancora a destra, risalendo il costoncino a sinistra di un impluvio inciso. Si riceve da sinistra un sentiero proveniente dal Colle del Pas e, seguendo i picchetti segnavia, si sale per prati alla Porta Sestrera (2228 m).

Marcato intaglio tra le testate delle valli Pesio e Éllero, separa le Cime di Serpentera dalla tormentata cresta dei Rastelli del Marguaréis. È un passaggio frequentato, in quanto permette il collegamento diretto tra il Rifugio Mondovì e il Rifugio Garelli.

Si abbandonano i sentieri segnalati e si piega a destra (nord-est), risalendo il pendio erboso sovrastante; il versante è ripido ma privo di difficoltà, e porta velocemente sull’ampia Cima Sud di Serpentera (2344 m; 2.15 – 2.30 ore dal parcheggio).
Seguendo l’ampia dorsale erbosa in direzione nord-ovest, si scavalca una gobba pianeggiante, quindi si scende ad una vasta sella (2304 m). Da qui si può tagliare in diagonale verso destra, puntando direttamente alla ben visibile cima successiva: si passa a valle di un affioramento roccioso e si guadagna la dorsale subito a monte. Si salgono gli ultimi metri che portano alla Cima Centrale di Serpentera (o Rocche Gaudioline; 2356 m); da qui si ha la migliore vista sul maestoso versante nord della Punta Marguaréis e dei suoi satelliti.
Con una breve discesa si supera il successivo intaglio, quindi si sale per erba, detriti e rocce affioranti fino alla vicina Cima Nord di Serpentera (2361 m; 20 – 30 minuti dalla Cima Sud), punto culminante della dorsale.

Discesa

Si prosegue verso settentrione, scendendo un breve tratto ripido su rocce rotte e giungendo su un’ampia spalla erbosa pianeggiante. La si attraversa tenendosi sul margine destro, quindi si riprende a scendere lungo la dorsale, per tracce tra erba e bassi arbusti. In breve si giunge ad una selletta (quota 2300 circa) all’inizio della cresta rocciosa che si allunga verso la Cima di San Lorenzo. Qui si abbandona la displuviale tra Pesio e Éllero per deviare a destra: si scende senza via obbligata per un ripido pendio erboso, passando a sinistra di un groppo calcareo. La veloce discesa guida al vasto Colletto delle Rocche di Serpentera (2206 m). Si attraversa la sella fino ad una pozza temporanea dove si trova un crocevia.

Procedendo dritti lungo l’ampia dorsale, si può raggiungere in circa 10 minuti la sommità più elevata delle Rocche di Serpentera (o Punte del Pontetto; 2253 m). La vetta offre un bel panorama circolare sulle montagne che circondano la Valle Éllero.

Qui si presentano due possibilità per chiudere l’anello. La variante “a” è più lunga ma più comoda, mentre la variante “b” è molto diretta ma malagevole e mal segnalata.

a) Si gira a destra, seguendo un sentiero segnalato che si abbassa tra ampi dossi pascolivi. Tralasciando le numerose tracce di bestiame, si scende alla conca del Lago delle Moie (o Lago delle Moglie; 2114 m).

Si tratta di un bel laghetto compreso tra dossi erbosi, esteso per circa 12000 mq ma poco profondo. È invaso da piante palustri che lasciano libera meno di metà della superficie allagata. Il toponimo “moie”, spesso italianizzato in “moglie” indica appunto i terreni molli, acquitrinosi, che caratterizzano la conca. Localmente, il laghetto è noto anche come Lagh d’la Muta. Il termine “muta” significa “zolla”, e si riferisce alla cotica di piante palustri galleggianti (aggallati) che stanno lentamente invadendo lo specchio d’acqua.

Si costeggia il laghetto sulla sinistra, poi si costeggia brevemente l’emissario, che si tuffa in un piccolo intaglio roccioso. Subito a valle, si guada il ruscello, che poco più avanti scompare in un inghiottitoio, e si prosegue in dolce discesa tra dossi erbosi. Effettuato un traverso pianeggiante, il sentiero piega a sinistra ed inizia a scendere più decisamente. Con alcuni tratti ripidi, si ritorna al bivio con paline affacciato sulla conca del Lago Biecai, da cui si ritorna al Pian Marchisio con il percorso dell’andata.

b) Si piega a sinistra, seguendo i segnavia bianco-rossi e gli ometti che si abbassano in un valloncello erboso. Poche decine di metri più avanti il valloncello piega a destra diventando più ripido: trascurando le invitanti tracce di bestiame che proseguono dritte si continua sul fondo dell’impluvio, ripido e in parte roccioso, caratterizzato da detrito malagevole. Più in basso l’avvallamento ritorna agevole: si passa accanto ad un roccione sormontato da un ometto, poi ci si sposta sul costoncino che delimita l’impluvio sul lato sinistro idrografico. Seguendo il costoncino, si scende ripidamente fino al sottostante ripiano erboso (quota 2090 circa).
Con bella vista sulle imponenti pareti rocciose delle Rocche di Serpentera, si attraversa il ripiano mantenendo la direzione est. Quasi al termine del pianoro, si piega leggermente a sinistra su una traccia assai sconnessa che scende in diagonale, dirigendosi verso la sottostante conca dove sorgono i pochi ruderi di un gias. Prima di giungervi si abbandonano le tracce per scendere a destra tra prati cosparsi di massi (seguire con attenzione segnavia e ometti). Più in basso, il sentiero ritorna più evidente e si innesta sul dorso di un’antica morena, praticamente parallelo alla sovrastante bastionata rocciosa delle Rocche di Serpentera.
Si percorre il filo della morena, all’inizio quasi pianeggiante, poi piuttosto ripido. Passato un breve tratto sassoso con numerosi ometti si prosegue dritti ancora per alcune decine di metri, fino a trovare un evidente sentiero che taglia in diagonale verso sinistra. Il sentiero scende tra alberelli e arbusti, quindi si dirige verso una spalla pianeggiante con vegetazione infestante (quota 1860 circa). Subito prima di arrivarci si piega a destra (poco evidente), si contorna sulla destra una macchia di alberelli e ci si innesta sul filo di un altro ripido costoncino erboso. Si scende lungo il costone per alcune decine di metri, poi si notano i segnavia che conducono a sinistra su un marcato sentiero. Conviene trascurarli (più avanti il sentiero si infrasca molto) e scendere ancora dritti lungo il costone.
Dopo un centinaio di metri si sbuca sulla stradina sterrata che collega la Sella Pontetto ai Gias Alti di Pontetto (quota 1770 circa). La si segue in discesa verso destra fino ad un tornante; qui si riprende il sentiero segnalato, che scende più direttamente in direzione nord. Procedendo tra boschetti e radure, il ripido sentiero guida direttamente al parcheggio presso la Porta di Pian Marchisio.

La verdeggiante conca di Biecai
La verdeggiante conca di Biecai (19 giugno 2021)
Il gruppo della Punta Marguaréis visto dalla Cima Sud di Serpentera
Il gruppo della Punta Marguaréis visto dalla Cima Sud di Serpentera (19 giugno 2021)
Le Rocche di Serpentera viste scendendo all'omonimo Colletto
Le Rocche di Serpentera viste scendendo all’omonimo Colletto (19 giugno 2021)
La Cima delle Saline e la Cima Pian Ballaur viste dalle Rocche di Serpentera
La Cima delle Saline e la Cima Pian Ballaur viste dalle Rocche di Serpentera (19 giugno 2021)
La bastionata settentrionale delle Rocche di Serpentera
La bastionata settentrionale delle Rocche di Serpentera (19 giugno 2021)

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