Perti – Arma del Sanguineto – Grotta a Due Piani

Caratteristiche

Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 100 m circa
Dislivello in discesa: 100 m circa
Tempo: 0.45 – 1 ora
Ultima ricognizione: Dicembre 2020

Al piede sud-orientale dell’altura di Sant’Antonino, affacciate sulla bassa valle dell’Aquila, si trovano alcune grotte poco conosciute ma assai interessanti. Per raggiungerle il percorso è breve ma assai impervio: partendo da Perti, si seguono vaghi sentierini privi di segnavia e immersi nella fitta boscaglia; è necessario quindi un buon senso dell’orientamento. L’escursione, completa di esplorazione speleologica delle grotte, richiede meno di mezza giornata; può essere quindi facilmente concatenata ad altri itinerari sui rilievi della Rocca di Perti e di Montesordo.

Accesso

Si esce dal casello di Finale Ligure e si scende a Finalborgo, da cui si gira a sinistra per Calice Ligure. Dopo circa 2 km si prende a destra (bivio poco evidente e mal segnalato) la stretta stradina che sale a Perti (141 m).

La località Perti, appollaiata su una sella tra la Val Pora e la valle dell’Aquila, si segnala per la presenza della Chiesa di Sant’Eusebio, con cripta romanica (XI secolo) e campanile a vela. Sulla cima del poggio adiacente si trovano le rovine del Castel Gavone, un castello di epoca medievale; è dominato dalla Torre dei Diamanti, così chiamata per il caratteristico bugnato a punta di diamante.

Itinerario

Si prosegue a piedi lungo la stradina per Montesordo, che passa accanto alla chiesa di Sant’Eusebio con un breve tratto acciottolato, poi continua asfaltata con dolci saliscendi. Si passa a monte della chiesetta di Nostra Signora di Loreto e si entra nel vallone sospeso di Montesordo, incontrando presto il rudere della chiesa di San Benedetto (125 m). Dopo una breve discesa, si piega bruscamente a destra lungo una strada sterrata pianeggiante: la sterrata ritorna indietro verso la chiesa di San Benedetto, mantenendosi parallela alla sovrastante strada asfaltata. Dopo una settantina di metri, in corrispondenza di una recinzione, si abbandona la stradina per imboccare a sinistra un sentiero che scende verso il fondovalle.
Si attraversa il Fosso Pianmarino e si piega a destra, costeggiandolo sulla sponda sinistra idrografica con alcune discese. Ad un certo punto il sentiero sembra terminare: si svolta a sinistra per tracce nel bosco, salendo alcuni gradini e inserendosi in un ampio terrazzamento pianeggiante. Lo si percorre in direzione sud-est, facendosi strada tra alberelli un po’ invadenti. Più avanti le vaghe tracce portano a scendere sulla destra; non bisogna tuttavia sbagliare percorso e perdere troppa quota. Mantenendosi più o meno in piano, il sentierino doppia il contrafforte che divide la valle di Montesordo dalla bassa Valle dell’Aquila. Qui, salendo sulla sinistra per tracce, si guadagna il terrazzino dove si trova la Caverna dell’Uccelliera (120 m circa).

Si tratta di una cavernetta facilmente visitabile, la cui caratteristica entrata è protetta da un doppio muretto con finestrella sulla destra. All’interno altri muretti a secco confermano una certa frequentazione umana, anche non troppo lontana nel tempo.

Si ritorna indietro per pochi metri, quindi si prosegue dritti su un sentiero marcato, che costeggia una parete rocciosa in dolce discesa, prima in direzione est, poi verso nord-est. Si giunge quindi ad un passaggio molto caratteristico, in cui si attraversa un varco tra la parete rocciosa ed un enorme roccione appoggiato. Subito oltre, girando a sinistra, si giunge all’Arma Inferiore del Sanguineto (o Grotta Inferiore della Matta; quota 100 circa), costituita da un piccolo antro. Girando ancora a sinistra, si rimonta una rampa di rocce gradinate (I grado esposto), che permette di passare al di sopra dell’enorme roccione appoggiato; al suo termine, un vecchio sentiero scalinato porta in pochi metri all’Arma del Sanguineto (o Grotta della Matta; 115 m circa).

Si tratta di uno dei più grandi antri della zona di Montesordo, il maggiore tra quelli al piede sud-est della collina di Sant’Antonino. Dalla grande apertura, un cunicolo lungo una ventina di metri permette di strisciare fino al camerone interno, caratterizzato da belle concrezioni. Vi furono svolti scavi archeologici, che evidenziarono un’importante presenza umana fin dall’età della pietra. Nell’Ottocento la grotta fu abitata da una matta, da cui deriva il toponimo alternativo.
Su molte relazioni il passaggio su roccia di accesso alla grotta risulta attrezzato con corda fissa. Al nostro passaggio (dicembre 2020) della corda fissa non c’era traccia.

Si ritorna alla Grotta Inferiore della Matta e si riprende il sentiero che costeggia la falesia in direzione nord-est. Si passa accanto alla Grotta a Nord della Matta (o Grotta F57), la cui apertura è in parte chiusa da un muretto, quindi, in pochi minuti si raggiunge la Grotta a Due Piani (detta anche Grotta 199 o Caverna dell’Uccelliera Bis; 120 m circa).

Come dice il toponimo, non ufficiale, la grotta si sviluppa su due piani, di cui quello superiore è raggiungibile con arrampicata facile ma pericolosa ed esposta. Al piano superiore si trovano alcune curiose nicchie scavate nella parete. Si tratta di un sito di interesse geologico, dove è evidente il contatto della Pietra di Finale con il suo basamento, qui costituito da calcari molto deformati (Calcari di Val Tanarello).

Subito prima della Grotta a Due Piani si volge a destra e, scendendo pochi metri in direzione sud-est, si giunge presso un costoncino roccioso dove si apre una grotta senza nome (100 m circa).

Questa grotta, non inserita a catasto, è in realtà una delle più sviluppate dell’area del Sanguineto. È informalmente nota come “Grotta dei Calcari di Val Tanarello” perchè si apre nella formazione omonima (e non nella Pietra di Finale), ma non adotto questo nome perchè provoca confusione con la Val Tanarello, situata da tutt’altra parte.

Il ritorno avviene lungo la via dell’andata, con molta attenzione a non smarrire la strada dopo la Caverna dell’Uccelliera.

L'antro dell'Arma del Sanguineto
L’antro dell’Arma del Sanguineto (15 dicembre 2020)
Un masso curiosamente eroso sotto alla Grotta a Due Piani
Un masso curiosamente eroso sotto alla Grotta a Due Piani (15 dicembre 2020)

Escursioni sugli Altopiani del Finalese
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