Ottone – Truzzi – Campi – Monte Alfeo

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 1166 m da Ottone; 862 m da Campi
Tempo: 3.15 – 4 ore da Ottone; 2.15 – 2.45 ore da Campi
Ultima ricognizione: Giugno 2017

Percorso classico per salire sul Monte Alfeo, oggi forse meno frequentato di un tempo. Partendo dal fondo della Val Trebbia, si rimonta interamente l’imponente versante orientale della montagna. L’itinerario può essere abbreviato giungendo in automobile a Truzzi o alla cappelletta di Campi.

Accesso

Da Genova o da Piacenza, si percorre la SS45 fino ad Ottone (485 m). La deviazione per Campi si trova pochi km a sud-ovest, lungo la strada statale in direzione di Genova.

Il paese di Ottone, principale centro della media Val Trebbia, ha origini antichissime. Sicuramente esisteva già ai tempi dei Romani, ma forse anche prima, nell’epoca dei Celti. Da sempre è stato un importante crocevia di strade e mulattiere.

Itinerario

Dalla piazza principale di Ottone, dove si trova il capolinea delle corriere, si raggiunge in breve la SS45, che si segue verso sinistra in direzione di Genova. Sorpassato il ponte sul Fiume Trebbia, si diparte sulla destra la stradina che sale a Truzzi (segnavia CAI 113). Si imbocca la stretta rotabile, che passa accanto ad alcune case e sale con un tornante. Poco dopo, presso un piccolo solco, si trova sulla destra un sentiero che permette di tagliare i tornanti della stradina. All’inizio il sentiero è poco evidente e un po’ infrascato, ma diventa man mano più ampio ed agevole. Scavalcato un piccolo costone, si lascia a destra il sentiero per scendere in breve alla strada asfaltata. Si segue la rotabile fino alle poche case di Truzzi (596 m).
In fondo al paese la strada si biforca. Si va a sinistra e si prende una carrareccia che taglia in piano attraversando il Fosso Truzzi ed entrando nel bosco. Subito prima di una radura, si gira a destra lungo una mulattiera che sale tra gli alberi con alcune svolte. Lasciata a sinistra una diramazione si sbuca in un ampio prato, che si costeggia sul lato destro; subito oltre si trova un crocevia dove bisogna imboccare la carrareccia a destra. Si sorpassa un piccolo rio e, con una breve salita, si raggiunge la Chiesa di San Lorenzo, posta poco a valle del paese di Cà di Cuccoli.

Nell’antichità in questa località si trovava già una piccola chiesa; essa venne poi demolita per costruirvi una chiesa più grande. I lavori iniziarono il 4 maggio del 1644, e a finanziarli fu Lorenzo Carboni: egli donò 6000 lire, buoi, legname e numerose fornaci per cuocere la calce necessaria.

Girando a destra, si costeggia un piccolo cimitero e si sbuca sulla strada asfaltata per Cà di Cuccoli (quota 743). La si segue verso sinistra per alcuni metri, quindi si riprende a destra il sentiero segnalato. Si trova subito un tratto un po’ scomodo con tronchi accatastati sulla traccia, poi si taglia verso sud-ovest fino alla Cappelletta di Campi (789 m).

La cappelletta si trova nei pressi della borgata Costa di Campi. In effetti, Campi non è un vero paese, ma piuttosto un insieme di piccoli centri abitati sparsi per le pendici sud-orientali del Monte Alfèo. Nei pressi della borgata Campi Vecchio si trovano i resti di un antico castello. Nel XVII secolo la famiglia Centurione impiantò qui una zecca, le cui monete sono ben note per il loro valore artistico. La zecca di Campi è però nota anche per un altro aspetto: i coniatori falsificavano le monete dei principali stati europei, per poi riciclarle grazie all’aiuto di complici turchi.

Si imbocca verso destra la strada asfaltata per il Prà di Co (segnavia CAI 115), poi la si abbandona per prendere a sinistra una mulattiera che sale più direttamente. Poco più in alto si attraversa la strada, ora sterrata, quindi si continua a salire nei pressi di un costone poco marcato che offre notevoli panorami. Si attraversa la rotabile per l’ultima volta a quota 900 circa, quindi si prosegue in salita lungo un’ampia mulattiera tra erba e rocce affioranti. La comoda traccia piega quindi a sinistra, e inizia un lunghissimo traversone verso ovest, per lo più nel bosco, con brevi tratti aperti tra erba e roccette. Con alcuni tratti ripidi si giunge quindi al punto dove il versante si fa decisamente più dolce.
La mulattiera sale ora con un ampio tornante verso destra. Subito oltre la si abbandona per tagliare a sinistra, in dolce salita tra gli alberi ai margini di un prato. Senza seguire il sentiero più evidente, si attraversa ora il prato (quota 1242; attenzione ai segnavia!) passando accanto ad un grosso albero isolato. Sorpassato un boschetto ci si congiunge ad una carrareccia, che si segue verso sinistra. Poco più avanti si trascura la pista principale che sale a destra per continuare dritti lungo un buon sentiero che giunge in breve ad un bivio con paline. Si lascia a sinistra il segnavia 115a per Bertone e si piega a destra, tagliando orizzontalmente senza sentiero fino a raggiungere il costolone orientale del Monte Alfeo. Si gira a sinistra e rimonta il contrafforte tra radure e macchie di faggi, tralasciando i vari sentieri che si dipartono a sinistra (a volte più evidenti di quello segnalato). Più in alto la salita si fa assai ripida e faticosa. Quando il costone diventa troppo ripido il sentiero piega a sinistra e taglia in piano (panorami vastissimi) fino a portarsi sul contrafforte meridionale della montagna (quota 1565). Qui si incontra il sentiero 111, proveniente da Bertone. Si gira ora a destra e, risalendo l’ampio contrafforte erboso, mai troppo ripido, si raggiunge l’ormai vicina vetta del Monte Alfeo (1651 m).

Le case di Truzzi, poste in una conca in gran parte boscosa
Le case di Truzzi, poste in una conca in gran parte boscosa (3 giugno 2017)
La piramide sommitale del Monte Alfeo vista da est
La piramide sommitale del Monte Alfeo vista da est (3 giugno 2017)
La statua della Madonna con Bambino sulla vetta
La statua della Madonna con Bambino sulla vetta (3 giugno 2017)

Torna a: Catena del Monte Ántola