Olivetta – Rifugio Gambino – Monte Grammondo
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 1150 m circa
Dislivello in discesa: 60 m circa
Tempo: 3.15 – 3.45 ore
Ultima ricognizione: Dicembre 2019
Lunga salita al Monte Grammondo da nord-est, in ambiente molto vario: uliveti, pinete, leccete, valloni selvaggi e dirupi dolomitici. A due terzi del percorso, il Rifugio Gambino, posto in una bellissima conca ai piedi della vetta, può costituire un punto d’appoggio. Il percorso non presenta particolari difficoltà; tra il vallone del Giaurusso e il Rifugio Gambino tuttavia la traccia è molto rovinata dal ruscellamento, e nei periodi di piena si trasforma in un vero e proprio torrentello.
Accesso
a) In treno fino alla stazione ferroviaria di Olivetta San Michele, posta nella frazione di San Michele. Da qui un sentiero segnalato risale la valletta del Rio di Tron, coincidendo in parte con la strada provinciale, fino a Olivetta (30 – 45 minuti a piedi).
b) In automobile, si esce dall’autostrada a Ventimiglia, quindi si risale la Val Roya fino a San Michele. Qui si svolta a sinistra e si sale a Olivetta (290 m); si gira ancora a sinistra, entrando in paese e trovando un parcheggio in fondo a viale Rimembranza.
Olivetta è il centro principale del comune di Olivetta San Michele, il più occidentale della Liguria. Il paese si trova arroccato sul sottile crinale che divide la bassa Val Bévera dalla Val Roya. Il toponimo (Auriveta in dialetto) deriva dalla coltura degli ulivi.
Itinerario
Seguendo le paline escursionistiche per il Monte Grammondo, si imbocca via Torre; lasciata a sinistra via degli Ulivi si scende ad uno spiazzo, da cui si prosegue a destra attraversando la graziosa borgata Torre. Si continua in via Ponte Roncone, una bella mulattiera che scende dolcemente in diagonale; si lascia a destra la diramazione che risale la Val Bévera e si giunge al Ponte Roncone (251 m), che permette di superare il Torrente Bévera.
Proprio sotto al ponte, il Torrente Bévera forma un piccolo ma caratteristico orrido, in cui si riconoscono alcune “marmitte dei giganti”.
Si lascia a destra una diramazione e si prosegue lungo la traccia principale, indicato dai segnavia bianco-rossi. La mulattiera acciottolata si addentra nel piccolo vallone laterale del Rio Tuvi, e lascia a destra una diramazione per il Col de la Basse Bergevine; attraversato il rio, si guadagna il crinale che chiude il vallone sul lato orientale. Da qui si prosegue con una lunga serie di regolari tornanti, tra radi pini ed arbusti, che permette di guadagnare velocemente quota; il paese di Olivetta, quasi sempre visibile tra i radi alberi, si allontana man mano. A quota 651 si incontra un ripetitore isolato, quindi si giunge in località Cima Rovere.
Non si tratta di una vera cima, ma di un tratto di crinale quasi pianeggiante, posto ai piedi della Testa di Cuore.
Dopo un’ulteriore breve salita, con alcune svolte, si abbandona il contrafforte, che si impenna verso la Testa di Cuore, per tagliare sulla sinistra. Procedendo tra boschetti di leccio e ghiaioni, con panorami sulla bassa Val Bévera, si effettuano alcuni saliscendi, e si entra nel vallone del Giaurusso. Si attraversa un rio e si passa nei pressi di un rudere, quindi si sale ripidamente con alcune svolte su terreno ghiaioso. Valicato un piccolo intaglio (quota 901), la mulattiera acciottolata diventa più dolce, ma più scomoda a causa delle acque ruscellanti che la invadono. Si giunge così alla sella pianeggiante ai piedi del Ciucco di Gerri (quota 939), dove si trova un bivio.
A destra un sentiero non segnalato permette di guadagnare il Passo Cuore (Col du Cuore), posto sulla cresta di confine italo-francese. Da lì si può scendere verso Sospel oppure proseguire nei pressi della cresta fino alla Cima di Basavina (le Cuore).
Si continua a sinistra lungo la mulattiera segnalata, spesso piuttosto malagevole, che taglia in piano tra boscaglia e terrazze abbandonate. Si riprende a salire e in breve si giunge al margine della bellissima radura dove sorge il Rifugio Gambino (1014 m); lo si può raggiungere con una breve deviazione a sinistra.
Il rifugio, dedicato a Patrick Gambino, sorge su un ripiano erboso ai piedi del versante nord del Monte Grammondo, in località Gerri. È dotato di 14 posti letto ma non è gestito, e le chiavi si devono ritirare presso la Trattoria della Stazione a San Michele. Altri 2 posti sono presenti in un locale invernale sempre aperto.
Si continua lungo una comoda carrareccia ex-militare, lasciando a destra una prima deviazione per il Passo di Treittore. La stradina prende quota con regolari tornanti in una pineta, quindi giunge ad un bivio; trascurando la seconda diramazione per il Passo di Treittore, si taglia a sinistra in diagonale, doppiando il dorso settentrionale del Monte Grammondo. Poco più avanti si trovano i ruderi di alcune casermette, poste alla base di una piccola parete rocciosa (quota 1292).
Da qui la mulattiera sale ancora per un breve tratto, poi inizia a scendere dolcemente; subito oltre la si abbandona per imboccare a destra la diramazione segnalata per il Grammondo. In pochi metri si monta sulla cresta orientale della montagna (quota 1302) e la si segue fedelmente, tra pini, erba e rocce affioranti. Si passa accanto ad una croce in legno, quindi si scavalca la cima orientale (1378 m) e, con un’ultima breve risalita, si raggiunge il punto culminante del Monte Grammondo (1380 m), costituito da una crestina rocciosa. Subito sotto si trovano un tabernacolo e una grande croce.
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