Nascio – Colla di Nascio – Monte Roccagrande
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 574 m
Tempo: 1.45 – 2 ore
Ultima ricognizione: Febbraio 2021
Si tratta di un percorso poco frequentato ma interessante. Partendo dal borgo medievale di Nascio in Val Graveglia, si segue un buon sentiero che sale tra boschi e radure panoramiche, sul versante nord-orientale del Monte Bianco. Raggiunto lo spartiacque tra Graveglia e Grómolo alla Colla di Nascio, il panorama si apre improvvisamente su Sestri Levante e il mare; s’incontra l’ampio sentiero proveniente dal Colle dei Gaggi e lo si segue fino alla vetta del Monte Roccagrande.
Accesso
Usciti dall’autostrada a Lavagna, si va a destra alla rotonda salendo verso Carasco. Prima di arrivarci, si gira a destra e si entra in Val Graveglia, superando i paesi di Graveglia, Conscenti e Frisolino. Giunti a Piandifieno, s’imbocca a destra la stretta e tortuosa diramazione che sale a Nascio (397 m).
Nascio è uno dei borghi più caratteristici e suggestivi della Val Graveglia, arroccato su uno sperone roccioso di diaspri e basalti che si protende a picco sulla confluenza tra il Torrente Graveglia e il Rio Novelli. Si tratta di un borgo di origine medievale, le cui origini sono sicuramente anteriori all’anno 1000. Sulla rocca di Nascio, nei pressi dell’attuale chiesa, sorgeva un castello, che fu fatto demolire dai genovesi nel 1033. La chiesa, intitolata a Santa Maria e San Michele, fu ultimata nel 1565, e poi ristrutturata in tempi più recenti grazie all’aiuto di abitanti emigrati a Buenos Aires. Dal piazzale davanti alla chiesa si ha una bellissima vista aerea sulla Val Graveglia, dominata dalla bastionata del Monte Zatta.
Itinerario
L’itinerario ha inizio dal parcheggio di fronte al borgo di Nascio. Volgendo le spalle al paese, si attraversa la strada asfaltata e, sul lato a monte, s’mbocca una strada sterrata chiusa da una catena. Lo stradello costeggia una recinzione, poi entra nel bosco e sale con una curva. Ad un bivio si va a sinistra, seguendo la pista principale che sale in diagonale nel bosco. Giunti nei pressi di un ruscelletto, ai piedi di una rampa ripida, s’incontra un secondo bivio, poco evidente (quota 464): si abbandona la pista e si gira a sinistra, guadando il ruscello nei pressi di un muretto coperto di muschio.
Il sentiero effettua un’ampia curva, poi inizia a salire ripido tra gli arbusti, assai sconnesso e rovinato dall’erosione. Dopo poche decine di metri il percorso si fa più agevole; superato un tratto scavato nella roccia, si trova un crocevia dove si prosegue dritti. L’ampio sentiero percorre un costone poco marcato, tra boschetti e radure, con bei panorami sulla Val Graveglia e sul Monte Porcile. Lasciata a sinistra una diramazione inerbita, si passa sotto al traliccio di un elettrodotto e si entra in un castagneto. Il sentiero, ora poco evidente, prende quota con alcune ampie curve, poi sbuca su un ripiano boscoso dove sembra perdersi (quota 660 circa).
Girando leggermente a sinistra, si attraversa il ripiano in direzione sud (ometti di pietre e nastri sugli alberi), fino al punto in cui il sentiero riprende ben marcato. Si scende brevemente e si guada un piccolo rio, quindi si riprende a salire dolcemente tra boschetti e radure, virando gradualmente a destra. Si raggiunge infine l’ampio valico della Colla di Nascio (701 m), da cui la vista si apre improvvisamente su Sestri Levante e sul mare. Qui s’incontra l’ampio sentiero proveniente dal Colle dei Gaggi.
Da qui è possibile salire in 20-25 minuti alla cima del Monte Bianco (difficoltà: EE). Si svolta a destra, seguendo un sentierino segnalato con ometti di pietre che si tiene sull’ampio crinale in direzione dell’inizio della cresta sud-est del Monte Bianco. Giunti alla base delle rocce ci si tiene a destra, passando accanto ad una capanna in lamiera. Seguendo tracce poco evidenti, si sale in diagonale nel bosco, attraversando un’area di rocce calcaree.
Dopo alcune decine di metri si passa alla base di un dirupo di diaspro e si lascia a destra una teleferica diroccata. Subito oltre bisogna piegare bruscamente a sinistra e portarsi in cresta, in corrispondenza di una spalla. Seguendo gli ometti di pietre si segue la cresta, poi ci si tiene leggermente a destra, salendo tra alberi e massi calcarei. Infine si sbuca all’aperto sulla panoramica vetta del Monte Bianco (877 m).
Si gira a sinistra, risalendo lo spallone di arbusti e rocce in direzione di una curiosa impalcatura in legno. Subito oltre, le varie tracce si riuniscono in un buon sentiero che taglia in piano giungendo sul fondo di una valletta. Qui si trova un bivio; si abbandona il sentiero principale e si sale a destra (freccia nera su un alberello), lungo una traccia ripida e sconnessa, che guadagna velocemente quota, fino ad una selletta sul contrafforte nord-ovest del Monte Roccagrande (quota 798). Si piega a sinistra e si aggira un dosso con un ampio semicerchio pianeggiante sul versante settentrionale, quindi si scavalca la gobba successiva, chiamata su alcune carte Cima Costalunga (841 m).
Si scende brevemente, giungendo ai piedi dell’arrotondata anticima rocciosa detta Rocca del Sasso; si risalgono per pochi metri i lastroni di diaspro che la formano, quindi si piega a destra su un buon sentiero che doppia un piccolo costone, poi la aggira sul lato di Sestri Levante tra rocce e arbusti. Salendo in diagonale, si giunge al colletto ai piedi del Monte Roccagrande (quota 892). Qui si abbandona il sentiero, che taglia a sinistra verso gli Stagni della Roccagrande, per risalire direttamente l’ampio dorso settentrionale della montagna. Con una ripida salita per prati e lastroni rocciosi, con panorami man mano più vasti, si giunge senza difficoltà alla piccola cima del Monte Roccagrande (971 m), segnalata da un ometto di pietre.
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