Montoggio – Monte Bano – Case Teitin – Montoggio
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 650 m
Tempo: 3 – 4 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Luglio 2020
Percorso ad anello suggestivo che si svolge prevalentemente tra folti boschi sul versante settentrionale del Monte Bano. In salita si segue il vecchio percorso FIE, che risale il selvaggio vallone del Rio Carpi; in discesa invece si rimonta il “Sentiero della Resistenza”, recentemente recuperato e segnalato dai volontari del forum di Quotazero. L’itinerario presenta alcuni tratti impervi: la mulattiera di salita è interrotta da una frana che richiede un minimo di attenzione, e lo scavalcamento della vetta del Monte Bano avviene per sentierini assai ripidi e scoscesi. La cima può essere facilmente aggirata per comode mulattiere che attraversano antiche frazioni abbandonate.
Accesso
a) In corriera (autolinee ATP) fino a Montoggio.
b) Si esce al casello autostradale di Busalla e si risale la Valle Scrivia fino al paese di Montoggio (438 m). Giunti in piazza Balilla, nel centro della prima borgata, si imbocca a destra la diramazione per Carpi e si trova subito un ampio parcheggio.
Poco sopra al paese di Montoggio si trovano i ruderi del castello della famiglia Fieschi, fatto saltare nel 1547 dai Doria per vendicarsi della congiura che i Fieschi avevano ordito contro di loro.
Itinerario
Il percorso ha inizio in piazza Balilla, nel centro della borgata meridionale di Montoggio. Qui, presso la fermata delle corriere, ha inizio la stradina per la frazione Carpi. Si imbocca questa diramazione, passando accanto ad un parcheggio; subito oltre si trascura sulla sinistra l’imbocco del “Sentiero della Resistenza”, che andrà seguito in discesa. La stradina curva a destra e attraversa la borgata di Carpi Inferiore, poi giunge ad un bivio dove si lascia a destra la diramazione per la Ca’. Qui inzia il segnavia “triangolo giallo vuoto”, che andrà seguito fino alla vetta del Monte Bano. Si gira a sinistra e, attraversata la frazione Carpi Superiore, si segue la strada fino al suo termine (quota 485).
Qui si tiene la destra, imboccando una carrareccia che passa accanto ad una stalla e giunge ad un bivio. Si va ancora a destra, seguendo un sentiero che attraversa boschetti e radure in mezzo a vegetazione un po’ invadente. Giunti in un bosco più pulito, si gira a sinistra e si imbocca una vecchia mulattiera che sale dolcemente a mezza costa. Si guada per la prima volta il Rio Carpi, che scorre in un alveo ingombro di grossi massi, poi si effettuano due brevi tornanti. Attraversata una frana per mezzo di un sentierino, si riprende la comoda mulattiera che sale tra i castagni. Si prosegue con numerosi tornanti nel bosco, attraversando nuovamente il Rio Carpi a quota 700 circa. Con le ultime ripide svolte, la mulattiera raggiunge una selletta sul contrafforte occidentale del Monte Bano (quota 866).
Volendo aggirare il Monte Bano, si imbocca sulla sinistra la diramazione con indicazioni per le Case Brugosecco e le Case Teitin. La vecchia mulattiera taglia a mezza costa il versante sud-ovest del Monte Bano con alcuni saliscendi, superando il nucleo abbandonato delle Case Montebano (873 m). Poco più avanti si incontra un bivio; si lascia a destra la traccia che scende a Veixe e a Caiasca e si gira a sinistra in salita, scavalcando il contrafforte meridionale del Monte Bano. Salendo dolcemente tra boscaglia, radure e vecchie terrazze abbandonate, si raggiungono le Case Brugosecco (934 m). Proseguendo, si incontra il segnavia “quadrato giallo pieno”, proveniente dalla vetta del Monte Bano e percorso dall’itinerario principale descritto di seguito.
Qui si trova un crocevia, dove si incontra il segnavia “rombo giallo pieno” proveniente da Caiasca. Si gira a sinistra lungo il sentierino che rimonta il contrafforte; subito si supera uno spallone erboso che offre un bel panorama sul Lago di Val Noci, poi si sale ripidamente nel bosco, tenendosi poco sotto al filo sul versante nord. Ad un certo punto bisogna abbandonare il sentiero principale per svoltare a destra (segnavia su masso e su albero, poco intuitivo). Si scavalca il contrafforte e si taglia con brevi saliscendi il versante sud-ovest del Monte Bano, su una traccia ridotta ai minimi termini dal dilavamento. Sbucati sul contrafforte meridionale della montagna, si piega bruscamente a sinistra. Inerpicandosi per erba e gradini rocciosi, si raggiunge la vetta del Monte Bano (1035 m; 1.40 – 2.10 ore da Montoggio).
Si prosegue lungo la cresta orientale del Monte Bano, seguendo il segnavia “quadrato giallo pieno”. Dopo un tratto aereo tra rocce affioranti, si entra in un boschetto e si scende ripidamente alla sella tra le due cime della montagna. Il segnavia gira a destra, spostandosi sul versante meridionale. Per vaghe tracce, si scende ripidamente tra vecchie terrazze abbandonate, passando accanto ad una lapide dedicata a Pietro Pendola. Con percorso malagevole, seguendo attentamente i segnavia dipinti su picchetti in legno, ci si congiunge alla mulattiera proveniente dalle vicine Case Brugosecco.
La si segue verso sinistra, in dolce salita a mezza costa; lasciata a sinistra una diramazione poco evidente, ci si innesta sul crinale spartiacque tra la Valle Scrivia e la Val Noci. Si inizia a scendere, poi, con una svolta, si raggiunge la piatta sella dove sorgono le Case Teitin (913 m; 20 – 30 minuti dal Monte Bano). Si gira a sinistra, procedendo in piano in direzione est per pochi metri, quindi si abbandona il quadrato giallo pieno per imboccare ancora a sinistra il “Sentiero della Resistenza”, segnalato con tre pallini gialli. La traccia scende brevemente nel bosco, quindi si congiunge con una vecchia mulattiera che taglia verso sinistra. Si attraversa il boscoso fianco nord-est del Monte Bano, coperto da un suggestivo castagneto secolare, fino al costone dove sorgono i ruderi delle Case Ciappà (872 m).
Si tratta di un grosso casone con due fienili, abitato fino al 1958 dalla famiglia Tacchella.
Si prosegue la discesa nell’antico castagneto: occorre prestare attenzione a dove si mettono i piedi perché il fondo della mulattiera è sconnesso e in genere ingombro di foglie secche. Abbassandosi con vari tornanti, si arriva ad un bivio, dove si lascia a destra la diramazione priva di segnavia che conduce a Bromia. La dissestata mulattiera scende verso sinistra in diagonale, poi effettua alcune ampie svolte e si immette in una pista sterrata. Si segue la pista verso destra e, scendendo dolcemente, si attraversa un prato da cui si ha una bella vista sulla conca di Montoggio. La stradina diventa poi asfaltata e conduce in breve al parcheggio incontrato all’inizio del percorso di andata; scendendo dritti per ancora pochi metri si ritorna alla fermata delle corriere in piazza Balilla.
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