Vico Monterole – Bivacco Matale – Passo delle Guadine – Monte Brusà
Caratteristiche
Difficoltà: E fino al Bivacco Matale, poi EE
Dislivello in salita 1320 m circa
Dislivello in discesa: 60 m circa
Tempo: 3.40 – 4.10 ore
Ultima ricognizione: Maggio 2019
Bellissimo percorso che sale al Monte Brusà dal versante meridionale. Si segue l’antica mulattiera del Passo delle Guadine: nel primo tratto questa si mantiene sul crinale spartiacque tra i valloni del Redivalle e dell’Acquetta, poi si traversa sotto agli spettacolari dirupi arenacei del Brusà e si guadagna finalmente il valico. Fino al Bivacco Matale e al Monte Federici il percorso è facile, anche se già piuttosto lungo. Dal bivacco al Passo delle Guadine il percorso è invece più impervio, perchè il versante è molto ripido e la traccia è spesso ridotta ai minimi termini. Raggiunto il crinale terminano le difficoltà e si effettua l’ultima ripida salita per raggiungere la vetta.
Accesso
Si esce al casello autostradale di Aulla (o da quello di Pontrémoli, se si proviene dall’Emilia) e ci si porta a Villafranca Lunigiana. Qui si imbocca la deviazione per Bagnone; attraversato il paese, si imbocca a sinistra e poi a destra la strada per Corlaga e Vico Chiesa. Da qui si prosegue in direzione di Treschietto, ma quasi subito si gira a sinistra per Vico Monterole (542 m).
Monterole è la più alta e isolata tra le varie frazioni di Vico, posta al termine inferiore del crinale che scende dal Monte Brusà. La stradina che collega Vico Chiesa a Monterole è una via crucis.
Itinerario
Si entra nel paese, svoltando poi a destra lungo una stradina asfaltata (segnavia CAI 120) che giunge ad una cappella. Qui si trova un bivio; si prende la diramazione di destra, che diventa sterrata e sale ad una costruzione dell’acquedotto (quota 579). Dal termine della sterrata si imbocca un buon sentiero, che sale con alcune svolte in una zona arbustiva, per poi entrare nella boscaglia. Seguendo una mulattiera, si attraversa un bosco di pini, quindi si aggira il Montino sul versante est, salendo in diagonale. Attraversata una piccola frana, in cui la mulattiera si riduce a sentierino, si sale al Passo Alarola (863 m), dove si incontra una sterrata proveniente da sinistra.
La boscosa cima del Montino (881 m) è raggiungibile con una breve deviazione sulla sinistra.
Si prosegue sulla mulattiera verso destra, attraversando la selletta e portandosi sul versante occidentale del contrafforte. Si sorpassa un’edicola sacra (località Salve Regina; quota 888) e si prosegue salendo in diagonale lungo i boscosi fianchi del Monte Alarola. Lasciata a destra la diramazione che conduce alla sua vetta, si effettua un tratto quasi pianeggiante, che conduce all’allungata sella della Foce (991 m). Si ritorna sul lato orientale della costiera, sorpassando un’altra edicola sacra (località Sant’Antonio di Sotto; quota 1006) e poi salendo in diagonale fino al curioso pulpito roccioso del Groppolungo (1043 m).
Da qui il panorama si apre sul sottostante vallone dell’Acquetta e sulla Lunigiana. Sconsigliabile salire sul punto più alto del pulpito, in quanto esile e molto esposto.
Il sentiero segnalato gira bruscamente a sinistra, rientrando nel bosco. Poco più avanti, ad un bivio, si lascia a destra la poco evidente diramazione per le Paparole e si continua lungo la sassosa mulattiera principale. Si sale con alcune svolte su terreno dissestato, quindi si continua nel bosco fino ad un bivio in località Scaluccia (quota 1240), dove si lascia a sinistra il difficile collegamento con il Bivacco Fagianelli (o Rifugio Attilio). Si prosegue a destra, ritornando sul versante orientale del costolone, e sorpassando l’edicola sacra di Sant’Antonio di Sopra. Poco più avanti, in località Collara (1293 m), si trova un bivio.
Il sentiero di destra, segnalato come 120 bis, effettua un percorso leggermente più lungo rispetto alla variante ufficiale qui descritta, passando per la Fonte Matale e per il Bivacco Matale. I due percorsi si ricongiungono presso la sella dietro al Monte Federici.
Si gira a sinistra e, salendo tra rocce e alberi, si contorna il Monte Federici sul versante occidentale. La mulattiera si riporta quindi in cresta presso una sella erbosa dove si trova un crocevia (quota 1355).
Scendendo a destra per alcune decine di metri (segnavia 120 bis) si può raggiungere il grazioso Bivacco Matale, sempre aperto e dotato di 7 posti letto. Il bivacco è dedicato a Dadà Oriente, socio fondatore del CAI di Bagnone, prematuramente scomparso.
Svoltando ancora più a destra e percorrendo il crinale verso sud si può raggiungere in breve l’allungato dorso erboso del Monte Federici (1375 m), su cui sorge una grande croce monca in legno. Il Monte Federici è un notevole balcone panoramico sulla Lunigiana, sulle Apuane, sull’Appennino Ligure orientale e sul retrostante crinale, con i monti Aquila, Brusà e Matto che appaiono particolarmente imponenti.
Si continua dritti lungo il crinale, poi si prosegue salendo in diagonale sul versante orientale, tra faggi e rocce affioranti. Si lascia a sinistra una poco evidente traccia di collegamento per le Capanne di Curtiglia e si continua a prendere quota con alcuni tornanti. A quota 1530 circa, si piega definitivamente a sinistra e, scavalcato il contrafforte, si inizia a traversare il ripidissimo versante sud-occidentale del Monte Brusà. Il sentiero, a tratti ridotto a esile traccia dal dilavamento, richiede attenzione. Il primo tratto si svolge ancora nella faggeta; si esce poi dal bosco e, su sentiero più largo ed evidente, si attraversano alcuni selvaggi canaloni, sovrastati da imponenti risalti rocciosi. In corrispondenza dell’ultimo canalone il sentiero si fa nuovamente un po’ esile; poi riprende ad essere agevole e si porta sul pendio erboso che fa capo al Passo delle Guadine. Qui riprende la vecchia mulattiera che, con gli ultimi faticosi tornanti, porta all’ampia sella del Passo delle Guadine (1681 m).
Si tratta di uno dei valichi più impervi del Crinale dei Laghi, mettendo in comunicazione le valli di Vico con il solitario e boscoso Vallone delle Guadine. Da qui, seguendo il sentiero 00 verso sinistra, si può raggiungere senza difficoltà il Monte Aquila (1779 m), in circa 25-30 minuti.
Si svolta bruscamente a destra, seguendo il segnavia 00 di crinale che sale ripidamente tra erba e massi. Superate alcune elementari roccette, la pendenza inizia ad attenuarsi, mentre il panorama si fa sempre più vasto. In pochi minuti si giunge sull’ampia cima del Monte Brusà (1797 m).





Torna a: Gruppo del Crinale dei Laghi