Molassana – Croce di San Siro – Colle di Creto – Castello di Pino – Molassana (sentiero AQ2)
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 650 m circa
Tempo: 4 – 5 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Maggio 2020
Giro ad anello molto suggestivo intorno alla valle del Torrente Geirato, tributario di destra idrografica del Bisagno. A due passi dalla città si attraversano ambienti selvaggi e suggestivi: le curiose Terre Rosse di Molassana, il dirupato versante sud del Monte Alpe, le frazioni di Pino, dove si respira ancora aria di campagna. Il percorso è indicato dall’apposita segnaletica CAI, in realtà non sempre evidente o ben posizionata. In coda viene descritta una variante di salita da Molassana a Creto, lungo l’originario sentiero FIE segnalato con un quadrato rosso vuoto.
Accesso
Dalla stazione ferroviaria di Genova Brignole si prende l’autobus n. 14 fino al capolinea a Molassana (57 m).
Sentiero AQ2
Dal capolinea dell’autobus, si procede in direzione nord, costeggiando il Torrente Geirato sul lato sinistro idrografico. Si attraversa un piazzaletto alberato, si costeggia un campetto da gioco e quindi si continua su strada asfaltata, incontrando i primi segnavia bianco-rossi del percorso AQ2. Passati sotto all’imponente ponte-sifone dell’acquedotto storico si abbandona la strada principale per prendere a destra salita Costa Fredda, una creusa asfaltata che sale tra alti muri. Si svolta a destra, si sale una scalinata e poi si riprende la stradina asfaltata; si continua dritti e, dopo un tratto in piano, si incrocia via San Felice. Si attraversa la strada e, seguendo un cartello che indica l’acquedotto storico, si imbocca una stradina che in breve si innesta sul percorso dell’acquedotto (quota 130).
Sulla sinistra un cartello indica l’inizio dell’Acquedotto Seicentesco della Val Geirato.
Si segue il percorso dell’acquedotto verso destra (via alle Brughe), giungendo in breve ad un crocevia, dove si interseca il segnavia “quadrato rosso vuoto”. Si prosegue dritti in via Roccatagliata, che poi diventa via alla Chiesa di Molassana e passa accanto alla chiesa di Nostra Signora Assunta. Il percorso dell’acquedotto storico costeggia poi alcuni campi sportivi e il cimitero, quindi taglia in piano tra boscaglia e terrazze con ulivi. Si supera un impluvio dove sorge un rudere, poi si scendono alcuni gradini e, presso un’edicola sacra, si incontra una mulattiera proveniente da Struppa.
Salendo a sinistra per pochi metri, si giunge ad un bivio. Qui si abbandona il percorso dell’acquedotto e si va a sinistra, salendo ad uno spiazzo con fontanella e lavatoi (quota 151). Si gira a destra, ma subito si svolta a sinistra (segnavia sbiadito) lungo una mulattiera inerbita che sale rapidamente nella vegetazione. Sbucati in un piazzale sterrato, si imbocca a sinistra uno stradello che in breve guida ad un gruppetto di case (Ca’ di Ria; 197 m). Si passa in mezzo alle case, poi si imbocca a sinistra un sentiero che effettua due svolte e diventa mulattiera acciottolata. Salendo in diagonale nella boscaglia, si sorpassa un’area picnic e si giunge ad una sella (località Vecchia Osteria; 290 m). Qui, accanto ad un rudere, si trova un importante crocevia.
A sinistra una breve deviazione, ugualmente segnalata come AQ2, porta in breve alle Terre Rosse, curiosi fenomeni calanchivi scavati in una formazione di argilliti varicolori (“Argilliti di Montoggio”), che variano dal rosso vinaccia al verde acqua. Il sentiero prosegue ancora e diventa un po’ più impervio, salendo in cinque minuti all’altura dove si trovano i ruderi del Castelluzzo (308 m); si tratta di un antichissimo avamposto difensivo, risalente addirittura al X secolo, oggi nascosto dalla boscaglia. Era stato costruito per difendere dalle invasioni dei Saraceni la tenuta vescovile e le vie che percorrevano la val Bisagno. Ne rimangono pochi ruderi di una torre a pianta circolare e di una a pianta quadrata.
La mulattiera che prosegue dritta, scendendo sul versante opposto, guida in 10-15 minuti alle case di Costa, dove si incontrano il segnavia “quadrato rosso vuoto” e la strada asfaltata che collega Molassana a Cartagenova.
Si va a destra lungo una bella mulattiera risistemata, che si innalza con qualche tornante lungo un ripido versante boscoso. Doppiato un contrafforte poco marcato, si continua in ripida ascesa tra bosco misto e piccole radure, fino a sbucare sulla spalla erbosa pianeggiante che segna l’inizio della Costa Maltempo. Seguendo ora un sentiero poco marcato lungo il filo dell’ampio contrafforte, si sale tra erba, rocce e arbusti fino alla Croce di San Siro (501 m).
Posta su un panoramico spallone pianeggiante una quarantina di metri sotto alla vetta vera e propria del Monte Croce di San Siro, la grande croce metallica è stata eretta nel 1984. Accanto si trova l’antica Cappella di San Siro.
Seguendo un breve sentiero che scende verso sinistra, ci si congiunge con una strada sterrata, che sale in diagonale aggirando la sommità del Monte Croce di San Siro. Si passa accanto ad un ovile (attenzione ai cani pastori) quindi, riportandosi in cresta e contornando dall’alto l’impluvio purtroppo adibito a discarica abusiva, si raggiunge la strada provinciale per Creto in corrispondenza di un tornante (quota 564). Il sentiero segnalato trascura la rotabile per risalire l’ultimo panoramico tratto della Costa Maltempo. Si scavalca un bel dosso erboso allungato (620 m), quindi si scende in breve ad un ripianetto dove si ritrova il segnavia “quadrato rosso vuoto”. Poco più avanti ci si congiunge a via Villini di Creto che, se seguita a destra, porta in breve al Colle di Creto (603 m; 2 – 2.15 ore da Molassana).
Si tratta di una sella erbosa sullo spartiacque principale dell’Appennino, dove sorge l’omonimo paese. Si trova all’estremità meridionale del piccolo altopiano dei Piani di Creto. Da qui si può salire al Monte Carossino o al Monte Alpesisa.
Invece che scendere al Colle di Creto, si segue via Villini di Creto verso sinistra (segnavia dell’Alta Via dei Monti Liguri). Superato un tratto in piano la stradina diventa sterrata e termina in un ripiano prativo sullo spartiacque principale. Qui, presso una casa isolata (quota 630), si ritrovano le paline del percorso AQ2, che portano a sinistra lungo una rampa cementata. Al suo termine si continua lungo un sentiero che scende nel bosco; superato un lastrone roccioso (cavo metallico), si effettuano due tornanti, quindi si taglia un versante ripido e dirupato, con bella vista sul Prato Casarile e su tutto il vallone del Geirato. Rientrati nel bosco, si attraversa un minuscolo rio e si giunge allo sbocco della galleria dell’acquedotto di Val Noci, chiusa da un cancello (quota 500 circa).
L’acquedotto di Val Noci, realizzato negli anni ’20 per portare a Genova le acque del lago artificiale omonimo, attraversa due gallerie. Quella sotto al Monte Alpe è la più notevole, con una lunghezza di circa 1,7 km.
Si guada il neonato Torrente Geirato, che subito a monte forma una bella cascatella, e si imbocca la mulattiera dell’acquedotto, che taglia in piano con tratti scavati nella roccia. Più avanti il versante si fa dolce e boscoso, e la mulattiera si trasforma in strada sterrata. Tagliando lungamente tra gli alberi, si riceve da destra il sentiero con segnavia “X rossa” e “cerchio rosso pieno”, poi si continua per altri 800 metri fino ad un costone dove sorge un traliccio (quota 457). Qui il sentiero AQ2 abbandona la sterrata, per girare a sinistra lungo un costone boscoso quasi orizzontale. Dopo alcune centinaia di metri, si svolta bruscamente a destra (ometto di pietre), lungo un sentiero che attraversa la testata del vallone del Rio Gaxi.
Scendendo ripidamente, si sorpassa una piccola frana, poi si attraversa un rio su una passerella in legno. Più in basso si passa sotto a due cavi metallici ad altezza testa (molta attenzione, specie se si transita con la MTB!), poi si passa sotto ad un elettrodotto. Ci si congiunge quindi con una mulattiera più evidente, che scende ripidamente fino alle case di Castello di Pino. Si svolta a sinistra e, in breve, si confluisce in via Castello di Pino presso una Madonnina (quota 217). Il viottolo porta ad una strada più importante (via Rio Maggiore), che si segue per alcune decine di metri; si imbocca a sinistra via Ca di Sciarretta, che scende tra le case della località omonima. Con una svolta, si giunge ad un lavatoio perfettamente conservato.
Una targhetta in marmo sul lavatoio indica la data del 1923.
Scendendo in diagonale, ci si porta a riattraversare la strada asfaltata; sul lato opposto si riprende via Ca di Sciarretta, che presto ritorna ad essere una creusa scalinata. Si ritrova via Rio Maggiore più in basso (quota 130); qui si incrociano i segnavia azzurri del percorso dell’Acquedotto Seicentesco della Val Geirato. Li si trascura, si attraversa la strada asfaltata e si giunge in breve alla chiesa di San Giacomo di Molassana.
In questo luogo, nel 1347, fu edificato un oratorio, che poi venne distrutto dagli austriaci circa 400 anni dopo. Verso la fine del XVIII secolo, venne edificata l’attuale chiesa di San Giacomo Maggiore, poi diventata parrocchia nel 1960. Davanti alla chiesa si trova un ampio piazzale, da cui si osserva un bel panorama su Molassana e su un tratto della Val Bisagno. In questo piazzale, negli anni ’60, è stato collocato un busto di papa Giovanni XXIII.
Subito prima del piazzale, si prende sulla destra salita San Giacomo di Molassana, bella creusa scalinata che perde quota tra case sparse. Si attraversa via Rio Maggiore per l’ultima volta, quindi si percorre un ponticello che permette di superare il Rio Maggiore, affluente del Geirato. Si gira a sinistra e, su strada asfaltata, si costeggia il Torrente Geirato sul lato destro idrografico; si passa sotto al ponte-sifone dell’acquedotto storico e, in poco più di mezzo chilometro, si ritorna al capolinea dell’autobus n. 14 a Molassana.
Variante diretta: da Molassana a Creto per il sentiero FIE
Dal capolinea dell’autobus n. 14 a Molassana si segue la strada principale in direzione di Struppa, fino a trovare via San Felice che si stacca a sinistra. La si imbocca e la si segue per poche decine di metri, poi si imbocca a destra salita Gio Maria Cotella (da qui il percorso è segnalato con un quadrato rosso vuoto). La creusa piega a sinistra diventando asfaltata, poi supera un sottopasso e ritorna scalinata. Più in alto ci si porta di nuovo in via san Felice, che si segue verso destra per pochi metri fino a ritrovare la creusa sulla sinistra.
Si giunge ad un crocevia dove si incontra l’acquedotto storico della Val Bisagno, qui indicato dal segnavia AQ2; lo si trascura e si continua dritti in via Cotella; più in alto si attraversa di nuovo la strada asfaltata, quindi si riprende a salire tra le case. La creusa tocca la rotabile presso un tornante, poi la costeggia per alcune decine di metri e infine si congiunge all’asfalto. Si segue quindi la strada per alcune centinaia di metri, poi si prende sulla destra via del Perdono, che guida alle case della località Costa (208 m). Qui si abbandona la stradina asfaltata per prendere a sinistra una viuzza, che esce dal gruppo di case e incontra un bivio.
La diramazione di destra, non segnalata, sale in pochi minuti alla selletta presso le Terre Rosse, dove transita il percorso AQ2.
Si va a sinistra, poi si sale sulla destra costeggiando un muretto a secco. Si scende brevemente nel bosco, si attraversa un solco sassoso, poi si supera il Rio Lagolungo su un ponticello. Subito oltre si va a destra lungo una mulattiera, a tratti cementata, che sale dolcemente accanto ad un muro a secco, offrendo belle viste sulla Val Geirato. Sorpassate le Case Lovega (338 m), la mulattiera entra nella boscaglia, diventa più ripida e si fa man mano più rovinata. Quando la traccia originaria diventa impercorribile, perchè invasa da sterpi e arbusti, i segnavia portano su un sentierino che la costeggia.
Più in alto la mulattiera ritorna percorribile, ed attraversa un piccolo rio; si trova poi un ripido impluvio dove sono presenti carcasse di automobili e altri rifiuti ingombranti, scaricati abusivamente dal sovrastante tornante della strada provinciale. Sorpassato questo luogo inquietante, la mulattiera taglia ripida nel bosco con alcuni tratti scalinati, fino ad un ripianetto erboso dove si ritrova il segnavia AQ2. Si continua dritti e in breve ci si congiunge a via Villini di Creto, percorsa dall’Alta Via dei Monti Liguri; la si segue verso destra, si confluisce nella strada provinciale e si raggiunge il Colle di Creto (603 m; 1.30 – 1.45 ore da Molassana).
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