Masone – Cascina i Piani – Osteria Chelina – Colla di Praglia
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 590 m circa
Dislivello in discesa: 110 m circa
Tempo: 3.15 – 4 ore
Ultima ricognizione: Luglio 2016
Percorso lungo e vario, che rimonta l’ondulato contrafforte divisorio tra l’alta Valle Stura e il vallone del Torrente Vezzullo, suo affluente. Nella prima parte si cammina prima per comodi sentieri tra folti boschi, poi per stradette sterrate per panoramici altopiani. L’ultima parte è invece più avventurosa, in quanto il sentiero, non più mantenuto, si riduce ad un’esile traccia che si perde tra i prati. Per questo si sconsiglia di effettuare il percorso in presenza di nebbia.
Accesso
Dal casello autostradale di Campo Ligure-Masone si gira a destra e in pochi minuti si arriva a Masone.
Si tratta paese più elevato della Valle Stura; è costituito da una parte antica, costruita su un poggio sovrastante il torrente, dove si trovava un castello distrutto nel 1747, e da una parte più recente, cresciuta sulla piccola piana alluvionale del torrente, intorno alla strada statale del Turchino. Il toponimo deriva dal latino mansionem, cioè luogo di fermata, lungo l’antica via di comunicazione tra Voltri ed il Monferrato.
Itinerario
Il percorso è stato segnalato con un cerchio giallo pieno, e inizia nella parte alta del paese, subito a monte del ponte sul Torrente Vezzullo (quota 405), presso un ampio piazzale sulla sinistra della statale del Turchino. Dal piazzale prende origine via San Pietro, che si segue per poche decine di metri fino ad imboccare a sinistra via Vallechiara, che si addentra nella valle del Torrente Vezzullo. Dopo circa 300 metri si incontra una casa preceduta da due grandi cespugli di ortensie; si imbocca il vialetto di accesso alla casa, ma subito si devia a destra sul sentiero segnalato. Contornata una recinzione si gira a destra e si sale in diagonale in un bel bosco di faggi fino a raggiungere una selletta (quota 497).
Si continua ora nei pressi del contrafforte spartiacque tra Stura e Vezzullo, nel folto bosco di castagni, contornando i rilievi sul lato settentrionale e sorpassando numerose sellette; ad un bivio si va a sinistra e si continua in salita dolce tra gli alberi. Dopo alcuni lunghi tratti in piano ci si immette in una mulattiera più larga, che prosegue con percorso comodo sul versante nord-ovest del Bric Tascere. Nelle vicinanze del pulpito roccioso della Rocca dra Singra (= Rocca della Zingara; 638 m), la traccia piega a destra e inizia a scendere. Si incontra quindi un’ampia pista sterrata che esce dal bosco e passa accanto alla Casa Grignolo.
In breve si raggiunge una selletta attraversata da una strada asfaltata (609 m), dove il panorama si apre sull’aspra Punta Martìn. Si imbocca un sentiero che sale con alcune svolte verso un capanno mimetizzato per cacciatori. Subito prima di arrivarci si devia a destra lungo un sentierino poco evidente, che si innalza lungo l’ampio contrafforte, tra prati e rade macchie di arbusti e alberelli. Si passa nei pressi della Cascina i Piani (687 m), che si lascia sulla destra.
La cascina è sede di un’azienda agricola, in cui è possibile pranzare o fare merenda su prenotazione e poi visitare le stalle.
Qui il percorso si fa parecchio incerto, e bisogna seguire attentamente i segnavia attraverso un boschetto di pini, tenendo come riferimento il poco marcato filo del contrafforte. Dopo un centinaio di metri, comunque, si raggiunge una strada sterrata, che si percorre verso est passando accanto ad una radura cintata e utilizzata per il pascolo. Attraversando un vasto altopiano, si incontra una sterrata più ampia (quota 707) che si segue verso sinistra contornando un’altra radura recintata. Al termine della radura si trova un trivio.
Svoltando a destra lungo le tracce che rimontano il contrafforte, si può salire in una decina di minuti al Bric del Terma (764 m). Si tratta di una piccola cima affacciata sull’alta Valle Stura, e offre un bel panorama sui monti circostanti: Vesolina, Poggio, Pracabán, Pavaglione, Dente, Réixa e Punta Martín. Sulla cima si trova un ometto di pietre.
Si prosegue dritti al centro, lungo una strada sterrata che aggira a nord il piccolo rilievo del Bric del Terma, entrando nel Parco Naturale Regionale delle Capanne di Marcarolo. Continuando in piano tra rocce e radi pini, si ritorna sull’ampio spartiacque, e si giunge ai piedi del Monte Vesolina. Qui si trovano due bivi in rapida successione: si va a sinistra e poi a destra.
Pochi metri dopo, presso una curva della pista, si gira a sinistra seguendo i segnavia, che portano a salire dritti senza sentiero tra erba e pini. Si incontra quindi una mulattiera molto rovinata e sconnessa, che si rimonta per qualche decina di metri, per poi imboccare un sentierino molto incerto che sale in diagonale. Usciti dal bosco, si sale ripidamente per prati con percorso molto panoramico; vista la rarità dei segnavia e l’esiguità della traccia è facile perdere il sentiero, quindi bisogna puntare verso la sovrastante cima del Monte Vesolina. Infine si raggiunge un’ampia sella erbosa sul contrafforte sud-occidentale della montagna (quota 935).
La vetta del Monte Vesolina (977 m), che offre un vasto panorama, può essere raggiunta con una breve deviazione a sinistra lungo l’ampio contrafforte di erba e rocce. Si scavalca un’ampia anticima e si raggiunge il punto culminante.
Il sentierino si fa ora più evidente e taglia lungamente il versante meridionale del Monte Vesolina, con bellissimo panorama sulla Scaggia e sui Piani di Pràglia. Raggiunto un contrafforte poco marcato, lo si rimonta in lieve discesa fino ad incontrare la strada asfaltata che collega Pràglia alle Capanne di Marcarolo in corrispondenza di un’ampia sella (873 m). Seguendo la provinciale verso destra si scende dolcemente e, in una quindicina di minuti, si raggiunge l’Osteria Chelina (851 m).
Si tratta di un bed & breakfast che fa da posto tappa per l’Alta Via dei Monti Liguri, ed è frequentato sia come punto d’appoggio per escursioni sui monti circostanti, sia come ristorante per pranzi domenicali.
Più avanti lungo la strada provinciale, il segnavia “pallino giallo” si stacca a sinistra e prosegue alla volta dei Laghi del Gorzente. Questo ultimo tratto è però sconsigliabile, in quanto la mancanza di manutenzione lo ha cancellato o comunque reso impercorribile in vari punti.
Continuando ancora lungo la strada provinciale per circa 1,5 km si sale dolcemente fino alla Colla di Praglia (881 m).
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