Malga Mondifrà – Val Gelada di Campiglio – Cima Vagliana
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 1230 m circa
Tempo: 3.30 – 4 ore
Ultima ricognizione: Settembre 2018
La Val Gelada di Campiglio è una delle valli più appartate e selvagge delle Dolomiti di Brenta. Sovrastata da gigantesche e spettacolari pareti calcaree, offre un’escursione solitaria e poco affollata, in ambiente praticamente integro. La valle è abitata anche dall’orso, ma avvistarlo è molto difficile. La risalita della valle è faticosa ma facile, e tutti gli escursionisti possono arrivare al suo termine, presso la selvaggia Bocchetta dei Tre Sassi.
A chi ha dimestichezza con i terreni impervi invece consiglio di salire fino alla Cima Vagliana, che offre un vastissimo panorama. La via normale si sviluppa prima per costoni e pendii detritici, poi per facili roccette e belle cenge in alta quota; non ci sono particolari difficoltà, se non qualche punto in cui mettere le mani per terra e qualche passaggio esposto, per cui il grado alpinistico “F” riportato da alcune guide mi pare esagerato.
Accesso
a) Da Trento ci si porta a Sarche, poi a Tione, quindi si sale a Madonna di Campiglio. Subito dopo, presso il Passo Campo Carlo Magno, si svolta a destra su sterrata; giunti ad un bivio si continua a sinistra per la Malga Mondifrà.
b) Proveniendo da Brescia, si seguono le indicazioni per Madonna di Campiglio, superando il Lago d’Idro, la Sella delle Giudicarie e infine risalendo la Val Rendena. Subito oltre Madonna di Campiglio si giunge al Passo Campo Carlo Magno, da cui si gira a destra su strada sterrata. Giunti ad un bivio si seguono a sinistra le indicazioni per la Malga Mondifrà (1634 m), che si raggiunge dopo circa 1,4 km.
La Malga Mondifrà, posta all’imbocco della Val Gelada di Campiglio, svolge servizio di agriturismo.
Itinerario
Si continua a piedi lungo la strada sterrata in direzione nord-est, quindi, con una curva a destra, si giunge sul fondo della Val Gelada di Campiglio, che qui ha l’aspetto di un modesto avvallamento boscoso. Si abbandona la sterrata per deviare a destra (segnavia CAI 334) lungo una mulattiera che risale l’avvallamento. Con un tratto fangoso e rovinato si aggira a sinistra una zona recintata dove si trova una sorgente, quindi si prosegue in salita nel bosco di conifere. Si attraversano alcune radure su sentiero non sempre evidente, si lascia a destra una diramazione per la Malga Vaglianella, quindi si continua a salire nel bosco fino ad un’ampia conca quasi pianeggiante (quota 1871).
Qui la Val Gelada di Campiglio assume finalmente l’aspetto di vallone ampio e maestoso. A destra si innalza la gigantesca pala calcarea della Cima Vaglianella, mentre a sinistra la conca è sovrastata dal Mondifrà Alto. Oltre la grande balza che chiude la conca a monte, spuntano gli articolati speroni del Sasso Alto.
Con un comodo tratto in leggera salita, il sentiero si dirige verso la grande balza che chiude la conca a monte. Giunti ai suoi piedi ci si porta sul conoide che delimita la balza sulla sinistra, e lo si risale con ripide svolte, tra erba e pini mughi. Più in alto si piega a destra portandosi su un dosso panoramico (quota 2110 circa), quindi si sbuca in un piccolo ripiano intermedio; il sentiero passa ai piedi di una paretina rocciosa strapiombante, poi continua in salita verso destra, passando accanto ai piedi delle imponenti pareti calcaree del Sasso Alto.
Si giunge quindi nell’ampia conca successiva (quota 2264), caratterizzata da fenomeni di carsismo superficiale; da qui si apre la spettacolare testata del vallone, con la Bocchetta dei Tre Sassi e la curiosa Finestra della Vagliana. Si attraversa l’ampio ripiano, passando accanto a grandi stratificazioni rocciose, quindi si risale decisamente tra erba e detriti franati da una sovrastante parete rocciosa. Giunti nell’ampio ripiano successivo si trova un bivio non segnalato (quota 2413).
Il sentiero di fondovalle continua attraversando il ripiano, poi contorna sulla sinistra una dolina e risale tra i detriti; con un ultimo tratto ripido porta alla Bocchetta dei Tre Sassi (2613 m; difficoltà: E; circa 3 ore dalla Malga Mondifrà).
Abbandonando il sentiero CAI si svolta a destra, andando a prendere un’evidente traccia che risale ripidamente tra i ghiaioni. Superato un canalino ci si congiunge al sentiero con segnavia 336, che collega la Bocchetta dei Tre Sassi con il Rifugio Graffer. Lo si segue verso destra, salendo dolcemente in diagonale tra erba e rocce, quindi si giunge su una spalla della cresta nord-ovest di Cima Vagliana (quota 2531). Qui si abbandona il sentiero segnalato per imboccare a sinistra la “via normale” alla cima, indicata da ometti di pietre. Si risale il ripido e ampio costone detritico, che offre bellissimi panorami, fino a raggiungere un dosso (2711 m) da cui finalmente appare il culmine di Cima Vagliana.
Si scende brevemente fino ad una selletta, quindi si devia a destra e si risale il successivo risalto di detriti e rocce rotte. Seguendo le tracce di passaggio, prima per cengette e facili rocce, poi per un ripido pendio detritico, si supera facilmente il risalto e si giunge su un aereo pianerottolo orizzontale indicato da grossi ometti. Da qui la cresta si fa più difficile e impervia: gli ometti portano quindi su una cengia pianeggiante, a tratti un po’ esposta, che taglia verso destra.
Con percorso parecchio aereo e panoramico, si attraversa il versante sud-orientale di Cima Vagliana sfruttandone le comode cenge, con qualche brevissimo passaggio di facili rocce per passare da una cengia all’altra. Doppiati alcuni piccoli contrafforti, si devia a sinistra salendo in diagonale tra erba e roccette, e in breve si guadagna la cresta sud della montagna. Si rimonta ora la facile cresta verso sinistra; dopo un primo tratto un po’ aereo e gradinato, il costone si fa ampio e comodo e guida in breve alla Cima Vagliana (2863 m).
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