Ponte Calchéira (Livigno) – Valle del Saliente Alto – Pizzo Cassana
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 1220 m circa
Tempo: 3.45 – 4.30 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2018
La Valle del Saliente Alto è una conca sospesa tributaria della Val Saliente, racchiusa tra gli ampi versanti detritici del Pizzo Cassana e della Punta Cassana. Si tratta di uno dei luoghi più selvaggi del livignasco: le ampie distese di ghiaie e detriti danno l’impressione di essere sulla Luna, e vengono interrotte solo dalla presenza di un laghetto di colore blu intenso, posto a 2800 metri di quota.
La salita al Pizzo Cassana non presenta particolari difficoltà tecniche, ma necessita di una giornata di tempo stabile e di un buon senso dell’orientamento: quello che dovrebbe essere un sentiero segnalato (indicato sulle carte escursionistiche e sui cartelli in loco) in realtà non esiste, e per buona parte del percorso bisogna salire “a senso”, prima tra boschi e prati, poi per pietraie. La salita a Punta Cassana invece può svolgersi attraverso due deviazioni, un po’ più difficili rispetto al Pizzo; visto che non ho percorso queste deviazioni darò solo indicazioni sommarie.
Accesso
Attraverso la Fòrcola di Livigno si raggiunge il paese omonimo. Giunti quasi in fondo si gira a sinistra in direzione della Val Federia, e si parcheggia a Ponte Calchéira (1859 m); oltre il ponte c’è divieto di accesso alle auto.
Itinerario
Si attraversa il ponte, quindi si prosegue dritti lungo la stradina asfaltata per la chiesa di Federia e poco dopo si trova sulla destra l’imbocco di un sentiero segnalato. Effettuato un tornante tra i larici, si sbuca in un prato accanto ad una staccionata. Si piega a destra e ci si congiunge ad una stradina asfaltata, che si segue in salita effettuando qualche tornante. In corrispondenza delle poche case di Camposc’tin (1950 m) si trova una palina segnavia; si lascia a destra il sentiero per la Val Saliente e si continua dritti lungo la stradina, ora sterrata (segnavia 173), che supera le case e sale ripida tra prati e radi alberi.
Lasciata a destra una diramazione, si effettuano due tornanti; poche decine di metri dopo si trova un’altra palina segnavia, in corrispondenza della quale bisogna abbandonare la sterrata per svoltare a destra (segnavia 174; quota 2020 circa); da qui in poi i segnavia sono praticamente assenti. Senza lasciarsi ingannare dalle numerose tracce di bestiame, si sale dritti lungo il prato nella direzione indicata dal cartello, portandosi in breve su un costone arrotondato che sul lato sinistro è erboso, mentre sul lato destro è coperto da larici. Risalendo il costone si rintraccia presto un sentierino che ne segue il filo, entrando nel bosco.
Si attraversa il lariceto in ripida salita, quindi si prosegue per prati, ai piedi degli avancorpi dolomitici della Punta Cassana; qui il sentierino si fa meno evidente, e il costone si perde un po’ tra ampi dossi. Ad un certo punto (quota 2300 circa) il sentierino piega a destra, tagliando quasi in piano verso nord e passando in un intaglio tra due roccioni isolati. Continuando la traversata ai piedi dei contrafforti di Punta Cassana si presentano due possibilità:
a) Si continua praticamente in piano, lungo un sentierino segnalato con piccoli ometti di pietre, a tratti poco evidente. Giunti quasi al limite del versante si effettua una breve salita e si entra in un pittoresco canalone sovrastato da pinnacoli rocciosi. Il sentiero attraversa il canalone e, con alcune svolte tra rocce affioranti, si porta sul costoncino che lo separa dalla Valle del Saliente Alto. Si risale il costoncino, seguendo la via più comoda tra erba e roccette affioranti e trascurando un primo sentiero che taglia verso destra. Più in alto si incontra un sentiero proveniente da sinistra (variante “b”; quota 2500 circa).
b) Mentre si effettua la traversata in piano si scorgono poco più in alto dei grossi ometti di pietra; li si raggiunge e si imbocca un sentiero che si tiene più o meno parallelo a quello che si stava percorrendo prima. Man mano che ci si avvicina al limite del versante il sentiero si fa più marcato, e sale in diagonale sempre più ripido. Si entra quindi in un canalone di rocce e ghiaie e lo si attraversa (serve un minimo di attenzione), poi si prosegue in diagonale tra ripidi prati ricongiungendosi in breve al percorso della variante “a”.
Si taglia in diagonale fino ad un ripiano erboso (ometto), da cui si piega a sinistra salendo per prati lungo la massima pendenza. Raggiunto un grande ometto, al limite tra i prati e il ghiaione sovrastante, si gira a destra e si traversa un ripido e malagevole pendio ghiaioso. Al suo termine si entra nella pittoresca Valle del Saliente Alto (quota 2620 circa).
In questa ampia conca detritica, modellata da un antico ghiacciaio, non è raro incontrare folti branchi di stambecchi e di camosci. Per questo si raccomanda la massima attenzione e il massimo rispetto.
Seguendo gli ometti di pietre si attraversa un piccolo impluvio, quindi ci si porta al centro dell’ampio vallone e si procede a vista fino ad una palina segnavia (quota 2675).
Il sentiero di sinistra è la via più facile per salire sulla Punta Cassana: con alcune ripide svolte ci si porta sull’ampia e detritica cresta est della montagna, la si rimonta fino alla base del dente roccioso sommitale; la vetta viene raggiunta con una breve e facile arrampicata.
Si continua dritti, rimontando gli ampi dossi detritici al centro del vallone senza percorso obbligato; nel primo tratto si è vicini al torrente che percorre la valle, poi ci si sposta sulla destra idrografica in salita. Seguendo vaghe tracce e rari ometti si sale tra le pietraie fino a sbucare sulla riva del Laghetto del Saliente Alto (2853 m).
Questo laghetto naturale si apre come un occhio blu al centro delle sterminate pietraie della Valle del Saliente Alto. Si trova poche decine di metri sotto alla cresta di confine, e si estende per poco più di 7000 mq.
Si risalgono le ultime decine di metri di versante sassoso, in alto piuttosto ripido, e ci si porta sulla cresta di confine in corrispondenza della Bocchetta del Saliente Alto (2896 m); qui si incontra il sentierino proveniente dal Passo di Cassana.
Da qui si diparte una seconda deviazione per la Punta Cassana, che dovrebbe seguire la cresta settentrionale della montagna – sempre come parte del percorso con segnavia 174, anche se i segnali sono assenti. In realtà la cresta è molto aerea e, anche se gli appigli sono numerosi, la roccia è friabile, poco sicura e priva di protezioni; a mio parere questo la rende troppo pericolosa perchè possa essere considerata “escursionistica”. Due persone che ci precedevano (e che hanno aggirato il primo tratto di cresta sul lato svizzero) hanno fatto cadere una quantità formidabile di detriti. Per questo abbiamo in fretta abbandonato il tentativo di salire alla Punta per questa strada.
Si svolta a destra e si risale l’ampia cresta detritica in direzione nord. Ad un primo tratto agevole seguono poche decine di metri di cresta quasi pianeggiante e esile; in seguito il crinale ritorna ampio e, in ripida salita, conduce alla panoramica vetta detritica del Pizzo Cassana (3070 m).
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