Limonetto – Passo del Diavolo – Lago dell’Oro – Rocca della Bastera

Caratteristiche

Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 1400 m circa
Dislivello in discesa: 80 m circa
Tempo: 3.45 – 4.30 ore
Ultima ricognizione: Luglio 2023

Si tratta di una lunga salita che attraversa paesaggi molto vari. Nella prima parte si sale per pascoli e boschetti, poi per dolci e monotoni pendii prativi. Attraversato lo stretto intaglio del Passo del Diavolo improvvisamente l’ambiente si fa aspro e severo, con pareti verticali, rocce levigate dai ghiacciai e sterminate pietraie. Raggiunta l’appartata conca del Lago dell’Oro, una ripida salita, prima per massi e lastroni, poi per facili rocce, porta all’aerea vetta della Rocca della Bastera.

Accesso

Da Cuneo si segue la SS20 del Colle di Tenda, rimontando la Val Vermenagna e superando i paesi di Vernante e Limone. Poco prima del tunnel di Tenda si svolta a destra e si raggiunge Limonetto (1294 m).

Limonetto era un grazioso paese di montagna suddiviso in due borgate, situate sui due lati del Torrente Vermenagna. Anticamente era noto come , cioè “guado”; potrebbe essere però anche una storpiatura di “guato”, cioè punto di vedetta. Da qui passava l’antica via del Colle di Tenda, percorsa fin dai tempi dei Romani. Con la nascita del comprensorio sciistico di Limone Piemonte, tra gli anni ’60 e ’70, il paese ha cambiato aspetto: le antiche case in pietra sono circondate da palazzoni e condomini dall’aspetto discutibile.

Itinerario

Partendo dal grande parcheggio al termine della strada provinciale, ci si dirige verso l’uscita, da cui si imbocca a sinistra la stradina asfaltata chiusa al traffico per il Tetti Virola (indicazioni per Lago dell’Oro e Passo di Ciotto Mien). La stretta rotabile passa a monte delle case di Limonetto, poi effettua due lunghi tornanti tra boschetti e radure: presso il primo si lascia a destra una diramazione per il Bec Baral, mentre presso il secondo si trascura la diramazione per la Rocca dell’Abisso. Si guadagna quindi un costone (quota 1410 circa), dove si abbandona l’asfalto per imboccare a sinistra una pista sterrata a uso dei pastori.

Il costone, che è disposto parallelamente all’adiacente versante del Monte Giosolette, non è altro che la morena deposta dall’antico ghiacciaio che, durante l’ultima Era Glaciale, occupava il vallone di Limonetto.

La pista segue fedelmente il filo del costone, tra pascoli e boschetti, con bella vista sui monti circostanti. Ad un bivio si va a sinistra, poi, con alcuni tratti ripidi, si raggiungono i casolari di Ciabot di Pedù (1665 m), dove si lascia a destra il poco evidente sentiero per il Passo Giosolette. La sterrata piega leggermente a destra ed entra nel vallone laterale che fa capo al Passo di Ciotto Mien. Si raggiunge quindi l’ampio Pian Madoro (1765 m), dove si abbandona la pista principale per svoltare a destra lungo una diramazione inerbita. Salendo in diagonale, parallelamente ad un corso d’acqua, si guadagna la conca successiva (1873 m), dove si trovano i ruderi di un vecchio gias, circondati dalla tipica vegetazione invadente.
Qui si trova un bivio importante ma poco evidente, specie se la vegetazione è rigogliosa. Si lascia a destra la Grande Traversata delle Alpi, che sale al Passo di Ciotto Mien, e si va a sinistra. Le tracce attraversano la conca in direzione sud-ovest, puntando ad un marcato valloncello. Giunti all’inizio dell’avvallamento, il sentiero si fa più evidente: per un tratto sale sul fianco destro idrografico del valloncello, poi piega a sinistra. Con un ripido traverso, si guadagna il contrafforte est del Monte Ciamoussè in corrispondenza di un intaglio (2010 m circa) e lo si attraversa. Con un tornante, si ritorna sul costone e lo si rimonta con percorso ripido, fino a sbucare su un’ampia spalla erbosa quasi pianeggiante, da cui ricompare alla vista la Rocca dell’Abisso.
Qui la traccia sembra perdersi: seguendo attentamente gli ometti (molta attenzione in caso di nebbia), si sale per prati appoggiando leggermente a destra. Quando il versante si impenna nuovamente, verso il cono sommitale del Monte Ciamoussè Nord-Est (ometto), il sentiero piega a sinistra.

Variante per la cresta del Monte Ciamoussè (o Chiamossero). Si abbandona il sentiero e si traversa ancora a destra, fino a raggiungere nuovamente il filo del maldefinito contrafforte est del Monte Ciamoussè. Rimontando il costone erboso assai ripido ma privo di difficoltà, si guadagna la Cima Nord-Est del Monte Ciamoussè (2422 m), da cui il panorama si apre sulle Alpi Marittime della Val Gesso. Sulla vetta, un cartello indica “Monte Ciamoussè”: probabilmente in origine il toponimo si riferiva solo a questa cima, mentre poi è stato esteso dai cartografi all’intera costiera tra il Passo di Ciotto Mien e il Monte Frisson. Anche l’italianizzazione del toponimo, da “Ciamoussè” a “Chiamossero” si deve al lavoro dei cartografi.
Proseguendo lungo l’aereo crinale verso sud, per tracce, si scende in breve ad una selletta. Si gira a destra in salita, sempre lungo il filo di cresta. Superata una piccola pietraia, le tracce portano alla Cima Centrale, nonchè punto culminante del Monte Ciamoussè (2476 m). Questa vetta è nota anche come Cima degli Albergh, poichè sovrasta direttamente il lago omonimo, da cui appare particolarmente imponente.
La cresta tra la Cima Centrale e la Cima Sud oppone difficoltà alpinistiche. Quindi, appoggiando a sinistra, si scende per un ripido pendio di erba e roccette, poi, non appena possibile, si traversa a destra alla base delle rocce. Si raggiunge quindi l’intaglio tra la Cima Centrale e la Cima Sud, caratterizzato da una spettacolare spaccatura rocciosa quasi verticale. Proseguendo a sinistra in piano alla base delle rocce della Cima Sud, si ritrova il sentiero segnalato presso il Passo del Diavolo.

Il sentiero segnalato contorna la Cima Nord-Est del Monte Ciamoussè tagliando un ripidissimo pendio erboso, con un passaggio leggermente esposto. Si prosegue poi in piano per prati ai piedi delle altre due cime, fino all’intaglio del Passo del Diavolo (2405 m). Attraversato il passo, si scende per un ripido canalone detritico, chiuso tra la verticale parete calcarea della Cima Sud del Monte Ciamoussè e un torrione staccato. Dopo alcune decine di metri il sentiero taglia a destra in piano, contornando un’ampia conca dove si trova un laghetto.

Attraversando il Passo del Diavolo, il paesaggio cambia completamente: se prima l’ambiente era dolce, erboso e aperto, adesso ci troviamo in una conca severa e appartata, con immense distese di rocce levigate dai ghiacciai, pietraie, ghiaioni e pareti verticali.

Si risale una sorta di corridoio tra rocce montonate, fino ad un secondo intaglio. Il sentiero scende brevemente, entrando nella conca successiva, e qui si biforca: seguendo attentamente i segnavia, bisogna salire a destra, per tracce alternate a passaggi su pietraie di grossi blocchi. Tagliando lungamente in dolce salita, alla base del versante est del Monte Frisson, si contorna un’altra conca detritica che ospita un laghetto stagionale. Si varca poi una soglia di pietrame e si sbuca nell’appartata conca del Lago dell’Oro (2441 m).

Il laghetto, dalle acque scure e limpide, è spesso ingombro di neve e ghiaccio fino a luglio inoltrato. Si trova in una conca assai severa e appartata, chiusa tra il Monte Frissón, la Cima del Lago dell’Oro (che sostanzialmente è un’anticima della Rocca dell’Abisso) e la Rocca della Bastera. Si estende per circa 3400 mq, ed è privo di immissari ed emissari. Il toponimo, che alcuni vorrebbero legato ad antiche leggende sulla presenza dell’oro, deriva probabilmente dalla voce or, che vuol dire “montagna”.

Si piega a sinistra e si costeggia il laghetto destreggiandosi tra enormi blocchi rocciosi. Si imbocca quindi (direzione sud-est) il valloncello detritico che fa capo alla Rocca della Bastera, percorso da tracce poco evidenti con segnavia rossi. Quando il valloncello si impenna, i segnavia rossi piegano a destra, verso la Cima del Lago dell’Oro: li si trascura e si prosegue dritti in ripidissima salita, alla base delle rocce levigate sul versante destro idrografico del valloncello (ometti). Si giunge così su una spalla detritica, alla base della cuspide sommitale della Rocca della Bastera. Qui si imbocca a destra una cengia pianeggiante, un po’ esposta, che porta sul versante sud della montagna. Si piega poi a sinistra e ci si inerpica per elementari gradini e cengette erbose fino alla vetta della Rocca della Bastera (2614 m).

I Tetti Virola, con il Bec Matlas e il Bec Baral sullo sfondo
I Tetti Virola, con il Bec Matlas e il Bec Baral sullo sfondo (23 luglio 2023)
Rimontando il costone erboso verso il Monte Ciamoussè
Rimontando il costone erboso verso il Monte Ciamoussè (23 luglio 2023)
I monti Ciotto Mien e Creusa visti dal Ciamoussè
I monti Ciotto Mien e Creusa visti dal Ciamoussè (23 luglio 2023)
La parete calcarea del Monte Ciamoussè con il Passo del Diavolo sulla destra
La parete calcarea del Monte Ciamoussè con il Passo del Diavolo sulla destra (23 luglio 2023)
Salendo per massi e lastroni verso la Rocca della Bastera
Salendo per massi e lastroni verso la Rocca della Bastera (23 luglio 2023)
Il piccolo Lago dell'Oro
Il piccolo Lago dell’Oro (23 luglio 2023)
La parete nord della Rocca dell'Abisso, vista dalla Bastera
La parete nord della Rocca dell’Abisso, vista dalla Bastera (23 luglio 2023)

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