Tetti Barat (Limone) – Porta Colletto – Colla Piana – Bric Costa Rossa
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 1380 m circa
Dislivello in discesa: 80 m circa
Tempo: 4 – 5 ore
Ultima ricognizione: Giugno 2019
Percorso piuttosto lungo, adatto solamente ad escursionisti molto allenati: nel primo tratto si rimontano la Valle Almellina e il contrafforte ovest della Punta Miràuda (che può costituire una meta a sé stante), mentre nel secondo si segue l’ampio e ondulato spartiacque tra le valli Pesio e Vermenagna. Quest’ultimo, oltre che essere notevolmente panoramico, nella tarda primavera si ricopre di splendide e coloratissime fioriture. In caso di nebbia, il tratto di crinale tra la Porta Colletto e la Cima la Motta può presentare problemi di orientamento.
Accesso
a) Da Cuneo ci si porta a Limone risalendo la Val Vermenagna. Giunti alla rotonda presso la stazione ferroviaria, si imbocca sulla sinistra Viale Valleggia, che passa sotto alla ferrovia e costeggia l’omonimo torrente. Ad un bivio si va a sinistra (via Almellina) e la si segue fino al bivio successivo, dove si trova l’indicazione per i Tetti Barat; qui si parcheggia.
b) Da Ventimiglia si risale integralmente la suggestiva Val Roia, quindi si passa la galleria del Colle di Tenda e si giunge a Limone. Giunti alla rotonda presso la stazione ferroviaria, si imbocca sulla sinistra Viale Valleggia, che passa sotto alla ferrovia e costeggia l’omonimo torrente. Ad un bivio si va a sinistra (via Almellina) e la si segue fino al bivio successivo, dove si trova l’indicazione per i Tetti Barat; qui si parcheggia (quota 1067).
Itinerario
Seguendo l’indicazione per i Tetti Barat si imbocca la strada di sinistra, che diventa subito sterrata; poco più avanti si trovano anche i cartelli escursionistici in legno per la Capanna Chiara, per il Bric Costa Rossa e i primi segnavia (tacche giallo-verdi). La sterrata costeggia il Rio di Valle Almellina, lasciando a destra la diramazione che entra nel vicino nucleo dei Tetti Barat, poi inizia a salire più decisamente. Poco più avanti si lasciano a destra i segnavia, diretti alla Capanna Chiara, per proseguire lungo la stradina sterrata.
Si trascura a sinistra una diramazione per i Tetti Galino e a destra un’altra deviazione per la Capanna Chiara, quindi si sale fino ad un importante bivio (quota 1250 circa). Qui si abbandona la strada sterrata, diretta ai Tetti Braia e alla Capanna Chiara, per imboccare a sinistra la carrareccia con segnavia CAI L11. Attraversato il torrente su una passerella in cemento, lo si costeggia sul lato destro idrografico, salendo dolcemente. Ad un certo punto si gira a sinistra in ripida salita, allontanandosi gradualmente dal rio; con alcune svolte tra radure e boschetti misti, si raggiungono i Tetti Almellina (1411 m).
Si tratta di una bella borgata, ormai abbandonata, le cui case versano ancora in condizioni relativamente buone. Su una di queste case, in posizione centrale nella borgata, si legge “1940 Dalmasso Antonio di Lorenzo”. Tra le case, si notano numerose fontane, ormai praticamente sempre in secca.
Si attraversa la borgata e si giunge ad un bivio. Si gira a destra, passando sotto ad un piccolo forno, e si prosegue in decisa salita a tornanti, tra arbusti, boschetti, radure e rocce affioranti; bella vista sul Bec Rosso e sulla Cima della Fascia, che troneggiano sul lato opposto del vallone. Con un tratto in diagonale, si raggiunge il costone che divide la Valle Almellina dal Vallone Sottana, poche decine di metri a monte rispetto al Colletto Almellina (quota 1517). Seguendo sempre il segnavia L11, si gira a destra, rimontando il ripido costone tra radure e macchie di faggi e betulle.
Una diramazione a destra, segnalata con tacche azzurre, conduce in circa un’ora all’abbandonata Miniera dell’Ubaiet, situata sul versante occidentale della Punta Melasso.
Usciti al di sopra del limite del bosco, si rimonta un ampio crinale prativo superando i ruderi del Gias Ghigiet (1783 m). Giunti ai piedi di alcuni piccoli affioramenti rocciosi, si traversa a destra in diagonale, poi si effettuano una serie di stretti tornanti in un poco marcato avvallamento erboso. Si piega quindi a destra e, traversando tra belle praterie, si giunge ad un crocevia (quota 2020 circa).
Il sentiero di destra conduce in breve al Colle Vaccarile, che permette di scendere in Val Pesio verso Pian delle Gorre. Se invece si prosegue dritti, risalendo per prati lo spallone sovrastante, si scavalca dapprima la poco marcata Punta Agugion (2130 m), poi si raggiunge in breve la panoramica vetta della Punta Miráuda (2155 m; 2.45 – 3 ore dai Tetti Barat).
Si piega a sinistra e, attraversando il ripido versante settentrionale della Punta Agugion, ci si porta all’intaglio di Porta Colletto (o Colletto Miráuda; 2072 m).
Da qui un sentiero scende a destra sul lato della Val Pesio, rimontando l’appartato Vallone Cravina. Il sentiero raggiunge il fondovalle nei pressi della Certosa di Pesio.
Si prosegue lungo il sentiero di crinale, che sale brevemente tra erba e rocce, quindi aggira l’esile Punta Colletto passando per un intaglio tra roccioni. Si scende per un breve canalino sassoso, quindi si ritorna sullo spartiacque in corrispondenza della selletta successiva. Il sentiero, ora poco evidente, risale ripido lungo l’ampio e poco marcato crinale erboso; si scavalca un dosso tondeggiante (quota 2172), quindi si scende attraverso un vasto altopiano erboso, in primavera colorato da splendide fioriture, portandosi al valico di Colla Piana (2127 m).
Poco più avanti si diparte a sinistra il sentiero con segnavia L10, che scende per la ripida Costa Testette e porta sul fondo del Vallone Sottana.
Proseguendo in dolce salita, si aggira a sinistra il piccolo dosso di erba e massi della Cima Pittè e si giunge sul successivo pianoro erboso; qui si trova un cartello escursionistico che indica erroneamente “Cima Pittè”. Il sentiero sale ora ripidamente, prima per un costone erboso, poi con strette svolte tra i massi, contornando la minuscola elevazione di Cima la Motta. Giunti sulla sella a monte (quota 2265), si incontra il frequentato sentiero proveniente dal Passo Ceresole. Si continua a salire lungo il crinale, poi si aggira sul versante est il dosso su cui sorge la statua della Madonna della Bisalta (indicata come Madunina da un segnale su un masso). Dopo un breve tratto pianeggiante, le ultime rampe portano al cospetto dell’enorme croce sulla sommità del Bric Costa Rossa (2403 m).
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